Viaggi emotivi: di cosa si tratta? Non sono, tutti i luoghi e tutte le esperienze, in grado di coinvolgerci emotivamente?
La mia risposta è no.
[Vi chiedo scusa in anticipo: in questo articolo sproloquierò un po’ e spero che non me ne vogliate. Post adatto a: uomini e donne che sono stanchi di vedere sempre le stesse immagini e di leggere sempre le stesse considerazioni sui viaggi].
Viaggi emotivi: che cosa sono

I viaggi emotivi sono quelli che scatenano un cambiamento, viaggi di cui, per anni e anni, ricordiamo perfettamente luoghi, persone, momenti.
Viaggiare “emotivamente” significa sentirsi profondamente connessi con noi stessi, con gli altri e con i luoghi.
I viaggi emotivi sono quelli che compiono le persone più sensibili, portate a cogliere facilmente il bello e a vivere in modo intenso ogni esperienza.
Viaggi emotivi: cosa non sono

I viaggi emotivi, per me, non sono semplicemente “viaggi che emozionano”. Viaggiare, di per sé, è emozionante (credo che su questo siamo tutti d’accordo).
I viaggi emotivi, inoltre, non sono mai narcisistici. Viaggiare per far vedere che si è andati in luogo o per farsi fotografie sotto un dato monumento sol perché le vesti svolazzanti e i colori pastello di Instagram ci “ispirano” non è esattamente emotivo.
Allo stesso modo, un viaggio emotivo non riguarda per forza luoghi lontanissimi. Per me i viaggi sono prima di tutto interiori e penso che anche un angolo mai visto prima nella nostra città possa scuoterci dal torpore.
I miei viaggi emotivi
Per farvi capire meglio cosa intendo per “viaggi emotivi”, vi farò qualche esempio. Quelli che seguono sono tutti viaggi che, in qualche modo, volente o nolente, mi hanno cambiata.
Viaggi emotivi all’estero
Ne ho parlato e riparlato e questo a dimostrazione che i viaggi emotivi sono veri e propri tatuaggi sull’anima: un on the road, 3 settimane, 4 persone, 5 Paesi toccati: il viaggio in Turchia ha cambiato non la mia vita, ma il mio modo di vedere le cose. Del resto, avevo 14 anni e lo spirito malleabile e curioso di un’adolescente.
Da allora, i viaggi sono entrati nella mia vita, così come la voglia di aprirmi all’Altro, di scoprire altre culture, di provare nuove esperienze.

Sardegna a piedi.
Ebbene sì: due settimane con i boy-scout mi hanno fatto innamorare della Sardegna più autentica: quella dell’entroterra. Ricordo ancora le ore passate ogni giorno a camminare sotto il sole cocente, con 9 kg di zaino sulle spalle.
Gli scout, poi, sono molto “emotivi”: ogni giorno eravamo obbligati a fare dei mini ritiri spirituali in solitaria.
Io, graffiata dall’erba inaridita dal sole e in mezzo al nulla: ecco il mio viaggio emotivo.

In Canada per amore.
Raggiungere mister F. a Montreal, dove si trovava per lavoro, è stato sicuramente un viaggio emotivo.
Avete mai viaggiato per motivi sentimentali? Impossibile non ricordarsi tutto in modo nitido.

Un lungo periodo in Egitto.
Ho vissuto a Sharm per qualche mese e avuto così modo di entrare a contatto con la cultura locale. Per me Sharm non è stato il luogo in cui sollazzarmi e basta, ma una casa.
Tutto l’Egitto è stato un viaggio emotivo, ma se devo ricordarmi un micro-momento, allora vedo la me di allora seduta su una sedia di vimini mentre fuma il narghilè. La dolcezza della sera, il profumo dei datteri, il frusciare delle palme al vento… Ecco le esperienze del cuore.

Il Brasile di Gilson e Mari, una coppia conosciuta per caso, grazie a cui ho vissuto un’esperienza indimenticabile a Rio.
Per merito loro ho scoperto la generosità incondizionata, i sorrisi e le lacrime sempre pronte (i brasiliani – si sa – sono molto emotivi), la danza nel sangue…

La California della borsa di studio.
Volevo andare in America. A tutti i costi. Perché è stato un viaggio emotivo? Perché il desiderio era il seme, la realizzazione la messa in pratica: quel mese a Berkeley è stato come un fiore che si schiudeva sotto i miei occhi.

Io, M. e A. siamo partire per raggiungere mariti e fidanzati, a Sydney per lavoro.
Un viaggio emotivo perché la natura esotica, la stranezza di un Paese che sembra fuori dal mondo, l’averlo raggiunto dopo ore di volo… Ecco, tutto questo mi ha catapultato in una dimensione altra.

L’umanità dello Sri Lanka.
Lo Sri Lanka è stato un viaggio emotivo per come lo intendo io: mi ha fatto capire che dalla vita volevo altro.
Non mi bastava più avere rapporti superficiali e una quotidianità insoddisfacente. Insomma, lo Sri Lanka mi ha messo di fronte a me stessa.
Viaggi emotivi in Italia
Quanto all’Italia, ecco le avventure che mi porto dentro. I miei luoghi e le mie esperienze:
La mia prima, vera cotta? A Sampieri (RG). Come non ricordarmi il falò di Ferragosto, le dune, le passeggiate al molo, i vestitini stretti?
Ecco, la mia Sicilia emotiva si trova proprio lì.

La Lombardia: le gite al Lago di Garda o sulle Alpi, il forte odore della campagna padana, la nebbia fitta della mia infanzia, Milano sotto Natale, con le volte dei portici intorno al Duomo divenute cieli stellati…

In Basilicata ho scoperto le Dolomiti Lucane ed è come aver toccato qualcosa di arcano, perso nel tempo.
Un contatto terapeutico, al di fuori della quotidianità. I viaggi emotivi servono anche a farci vedere realtà “extrasensoriali”.

Il Trentino Alto Adige è sempre stato come un’altra casa per me.
Camminare nel silenzio serale della montagna, con le baite illuminate a riscaldare il biancore della neve, mi ha sempre fatto sognare di costruire un calore familiare che fosse una specie di caminetto dell’anima…

La Puglia dei tramonti sugli uliveti…
I colori di questa regione e gli odori, quasi sempre mescolati con quelli della legna, hanno sempre avuto un effetto balsamico su di me.

I miei due mesi a Venezia sono stati un viaggio emotivo, perché non dimenticherò mai le passeggiate in solitaria tra le calli e il Carnevale vissuto da “abitante”.

I colli toscani sono una delle mie “case”.
Lì mi rifugio, raccolgo mente, anima e cuore e rinasco.

La Spezia e le Cinque Terre: ho avuto la fortuna di vivere anche “loro” da local e so che mi fanno bene sia d’estate che fuori stagione.
Un tempo pensavo di trasferirmi lì…

Le gite a Perugia, le notti di Natale ad Assisi: l’Umbria è uno degli stati d’animo dei miei vent’anni.
Non riesco a non ricordare i suoi luoghi con calore.

Viaggi emotivi che vi consiglio
Adesso passiamo ai suggerimenti, visto che ho alle spalle diversi viaggi emotivi.
Partendo dal presupposto che tutto può emozionare, apportare dei cambiamenti anche piccoli e consolare, ecco i miei sine qua non:
- Dormire in un faro. Non potrete farlo, come me, a Ventotene, ma a Capo Spartivento, in Sardegna. Dedicato a chi ha bisogno di un contatto ravvicinato con il mare;
- Natura e meditazione (qualunque cosa si intenda per meditazione). Sono tante le realtà che permettono questo connubio. Io ho sperimentato il magico binomio a Cefalù, grazie alla guida di due donne creative e capaci, che mi hanno insegnato a comporre haiku, a immaginare alberi, a esprimere me stessa in forma artistica guardando il mare di Sicilia. Dedicato a chi ha un bisogno spasmodico di trovare se stesso;
- Visitare Parma, capitale della cultura. Se anche voi vi emozionate con la cultura, non mancate a uno degli eventi della città emiliana. Sul sito, tutti gli eventi. Io ricordo ancora la bellezza di uno spettacolo di Benjamin Britten al Teatro Regio;
- Un viaggio solidale fa al caso di tutti coloro che cercano di cogliere l’essenza della vita. Personalmente, ho provato con l’associazione Emmaus, trovandomi benissimo a Piadena (CR). Quello che facevo? Aiutare ad allestire il mercatino: il ricavato andava alle strutture che si occupavano di persone uscite da diverse situazioni problematiche, come la tossicodipendenza. Vi consiglio di aprirvi a un’esperienza che per me fu estremamente arricchente.
E voi avete mai fatto un viaggio emotivo?
8 risposte
I tuoi articoli mi piacciono sempre! Permetti di vedere i viaggi sotto un altro punto di vista.
Il mio primo viaggio emotivo sicuramente la Tunisia a 15 anni… avevo già fatto dei viaggi prima, ma quello ha dato il via al mio essere viaggiatrice.
Grazie Alessia, sei gentilissima! Sono belli i ricordi così…
Se dovessi pensare ad un mio viaggio emotivo, ti direi sicuramente l’Andalucia. L’ho vissuta in lungo e in largo per un mese e nonostante siano passati quasi 10 anni, ricordo ogni singolo momento di quel viaggio…
Ti capisco perfettamente Angela 🙂
Ho sempre pensato di essere “particolare” io, ma a quanto pare non sono sola. E’ un viaggio emotivo ogni volta che mi trovo nelle Marche, dove in gita ai tempi delle superiori mi sono follemente innamorata, oppure in Sicilia quando rivivo le emozioni di un lavoro che ho stupidamente mollato. Spesso i viaggi corrispondono ad emozioni e questa cosa mi piace moltissimo!
Io credo sia la cosa più bella
Io ho viaggiato spesso in solitaria e, di solito, questi sono i miei viaggi emotivi più forti. Quelli dove conquisti più consapevolezza e…,nel mio caso, più fiducia in te stessa. Metto sopra ogni cosa: l’esperienza a Pechino, Sarajevo (un viaggio nel viaggio) e il volontariato in Uganda.
Ma wow! Non è da tutte andare da sole in posti del genere… Bravissima! Concordo sull’acquisizione della fiducia in se stessi.