Viaggi letterari: sulle tracce del Conte di Montecristo

Il Conte di Montecristo è un capolavoro.

Ho appena terminato di leggerlo e deciso, sull’onda dei sentimenti che ha suscitato in me, di parlarvene sotto la mia ottica preferita: quella della viaggiatrice.

Il nostro sarà un viaggio letterario, spirituale e anche fisico, visto che vi porterò nei luoghi in cui il grande Alexandre Dumas ha ambientato il suo romanzo.

Il Conte di Montecristo: la trama

Conte di Montecristo: Castello d'If
Il Castello d’If

“Ho nel cuore tre sentimenti con i quali non ci si annoia mai: la tristezza, l’amore e la riconoscenza.”

La trama del Conte di Montecristo è complessa come solo quelle dei classici sanno esserlo. Adoro gli intrecci che lo scrittore francese è riuscito a creare, la sua capacità di dipanarli tutti insieme, la sua profondità nel delineare i diversi caratteri.

Edmond Dantès è il protagonista di questo tomo di oltre 1000 pagine. Il giovane, affascinante e onesto ufficiale di Marina francese è all’apice della sua felicità: è appena tornato a Marsiglia – sua città natale – a bordo del Paharaon, la nave mercantile di cui sta per diventare comandante per merito delle sue capacità, apprezzate dall’armatore Morrel. Inoltre, sta per sposare la sua amatissima Mercédès, catalana che lo attende con ardore, sua unica compagna di vita oltre al vecchio e buon padre.

Peccato che tutta questa felicità susciti invidia in tre personaggi-chiave (Danglars, Fernand e Caderousse), i quali, con la complicità del corrotto magistrato Villefort, faranno in modo che Edmond venga arrestato e deportato per sospetto bonapartismo.

Durante i terribili anni di prigionia, Dantès conoscerà l’abate Faria, suo compagno di sventura, il quale lo porterà a un cambiamento profondo, che troverà il suo culmine con la scoperta di un ricchissimo tesoro sepolto nell’isola di Montecristo.

Il protagonista, infatti, riuscirà a evadere dal carcere, a raggiungere l’isolotto indicatogli dall’abate e a usare la ricchezza appena trovata per vendicarsi, sotto mentite spoglie, di tutti coloro che gli hanno fatto del male.

Il Conte di Montecristo: un viaggio dentro e fuori di sé

Il conte di Montecristo: spiaggia dell'isola di Montecristo
Montecristo – foto da tgtourism.tv

“Il mondo è dunque popolato di tigri e coccodrilli? Sì, solo che le tigri e i coccodrilli a due gambe sono più pericolosi di quelli veri.”

Perché ho tanto amato questo romanzo? Non solo per i motivi di cui vi ho appena reso partecipi. Il Conte di Montecristo, infatti, è stato anche un viaggio dentro di me.

Il Conte di Montecristo: viaggio letterario tra valori e fantasmi interiori

Il romanzo d’appendice di Dumas è riuscito a scavarmi dentro come poche altre opere. I concetti di giustizia/ingiustizia, bene/male, bontà/cattiveria sono trattati con semplicità e profondità allo stesso tempo.

Difficile trovare in un romanzo contemporaneo (o in un’opera d’arte-film-serie tv di quest’epoca) una divisione come quella operata dall’autore francese. Oggi, tra il male e il bene, corrono mille sfumature. Troppe, forse.

Il male e il bene di Dumas, invece, sono netti, ma non tagliati con l’accetta. Seguendo i principi cristiani, l’autore disegna un mondo in cui dovrebbe essere chiaro a tutti cosa significhi “fare la cosa giusta”. Prendete il momento in cui Danglars e i suoi complici stanno per tradire il povero Edmond: è lì, in quell’istante, che è possibile scegliere se proseguire nei propri malvagi propositi o meno.

Oggi si direbbe che è necessario possedere molta consapevolezza di sé e del mondo. Dumas la fa più “facile”: bisogna essere provvisti di un cuore puro per lottare con i propri demoni. Perché ognuno di noi ne ha. La differenza consiste nell’utilizzo che si fa del libero arbitrio.

Tale divisione non è grossolana. Il bene e il male esistono, ma anche chi ha un animo puro può cadere in tentazione e sbagliare: il Conte di Montecristo, divenuto una sorta di angelo vendicatore, verso la fine del romanzo si pentirà di aver ecceduto a causa della propria voglia di vendetta. Le conseguenze, infatti, non sono sempre prevedibili e anche il voler fare giustizia a tutti i costi può generare dei mostri.

Quello di Montecristo, se vogliamo, è una sorta di viaggio dell’eroe. Con questa espressione si designa il modello narrativo ideato dallo sceneggiatore Christopher Vogler, che – applicato alle opere dell’umana creatività – porta il protagonista da uno stadio embrionale della propria consapevolezza a una maturazione completa.

A me piace anche l’espressione “percorso edipico”. Tratta dalla psicoanalisi, è anch’essa applicabile alle opere d’arte e letterarie. Non è necessario che vi ricordi il percorso del mitologico Edipo.

Il Conte di Montecristo, comunque, non è certo un esempio di storytelling contemporaneo, per cui atteniamoci ai termini ottocenteschi della questione.

Il Conte di Montecristo: viaggio tra Francia e Italia

Il Conte di Montecristo apre le danze nella Marsiglia di epoca napoleonica.

La Marsiglia di Montecristo

Il conte di Montecristo: la cattedrale di Marsiglia
La cattedrale di Marsiglia

“Vi sono esseri che hanno sofferto tanto, e che non solo non sono morti, ma hanno edificato una nuova fortuna sulla rovina di tutte le promesse di felicità che il cielo aveva loro fatte.”

Se il romanzo francese vi ha esaltati, non potete che ripercorrerne le tracce nella città francese, amata da alcuni, odiata da altri.

A Marsiglia, infatti, cadono tutte le certezze sulla classe e l’ordine francesi: la città è più simile a un porto di mare nordafricano che europeo.

Sono passati molti anni dalla mia ultima volta a Marsiglia, ma ammetto che ci tornerei con una consapevolezza diversa, ora che ho letto uno dei più celebri romanzi qui ambientati. E non mi farei mancare:

  • il Porto Vecchio;
  • la cattedrale di Notre-Dame de la Garde;
  • la chiesa della Vieille Charité;
  • la Rive Neuve;
  • la Cattedrale de la Major;

Poi passeggerei lungo La Corniche e passerei una giornata al Parco Naturale dei Calanchi (fuori dalla città).

Infine visiterei il Castello d’If (dove Edmond rimane imprigionato per anni). If è una delle Isole del Frioul, un arcipelago che si può scorgere da qualunque punto della città di Marsiglia.

Nonostante si tratti di un romanzo, in una delle celle di questo castello è stato praticato un buco nel muro, per ricordare l’evasione immaginaria del protagonista. Che dite, ne vale la pena?

La Toscana di Montecristo

Isola di Montecristo
Isola di Montecristo

La Toscana di Dumas non è certo quella più conosciuta. Non è l’universale Firenze né, tantomeno, la Val d’Orcia, bensì quella delle isole-penitenziario, di Lucca e di Livorno (città appena accennate). Anche questo adoro del romanzo: il suo essere ambientato in luoghi secondari (come sapete, adoro viaggiare fuori dalle solite rotte).

L’Isola di Montecristo (nel caso in cui ve lo stiate chiedendo) esiste davvero e giuro che l’ho anche vista dall’oblò della nave su cui viaggiavo: si trova nel Tirreno ed è parte del comune di Portoferraio (LI), oltre che del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’Isola di Montecristo è oggi disabitata e praticamente priva di servizi.

Vi state chiedendo se sia possibile visitarla? Ecco la risposta: sì, ma accompagnati da una guida autorizzata. I visitatori annuali non possono essere più di 2.000, quindi vengono privilegiati ricercatori e scuole, dal momento che si tratta di una riserva naturale.

Ad ogni buon conto, ecco a chi rivolgervi se avete intenzione di fare un’escursione giornaliera:

Infopark: 0565 908231
Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica 0566 40611 – 043591.001@carabinieri.it

La Roma del Conte

Il Colosseo visto dall'alto, sotto un cielo nuvoloso
Colosseo

Una parte del romanzo è anche ambientata a Roma. Una Roma ottocentesca, battuta da pericolosi briganti, soprattutto nelle zone intorno all’Appia Antica, di cui vengono nominate, in particolar modo, le catacombe di San Sebastiano.

Sapevate che i briganti, spesso, si radunavano proprio nelle catacombe, covi in cui progettare furti e in cui nascondere le persone rapite?

Ma anche il Colosseo era ritenuto pericoloso, soprattutto di notte. Non è difficile immaginarlo: un tempo era aperto e non controllato come oggi: mimetizzarsi all’interno delle sue cavità non è mai stato così facile.

Di Roma vengono anche descritte le esecuzioni di Piazza del Popolo. Normale chiedersi come sia possibile che barbarie del genere avvenissero non troppi anni fa. Ad esse, proprio come nella Roma antica, poteva assistere il popolo, divertendosi persino (a proposito di senso della giustizia…).

Veniamo anche a conoscere le usanze carnevalesche della Roma ottocentesca e percorriamo insieme al Conte di Montecristo Via del Corso e Piazza di Spagna, dove il nobile uomo soggiorna.

La Roma descritta da Dumas, insomma, è una capitale inquietante, dai discutibili costumi, superficiale quanto Parigi ma decisamente meno signorile.

La Parigi di Montecristo

Esterni del Museo del Louvre
Il Museo del Louvre

Il romanzo, infine, è ambientato a Parigi: è nella capitale francese che si svolgono le vicende dell’Edmond-conte (e degli altri suoi vari travestimenti).

La Parigi di Montecristo è una capitale affascinante ma corrotta, splendida ma superficiale. Le feste organizzate dagli aristocratici sono quanto di più distante dallo spirito di questo indimenticabile protagonista della letteratura francese.

E i parigini? Nonostante non manchino personaggi positivi, come Albert de Morcerf, sono dominati da vizi e falsità, protagonisti di intrighi di potere ed economici. Sono per lo più donne annoiate e dai facili costumi e uomini dediti esclusivamente agli affari. Indimenticabile il momento in cui il Conte di Montecristo, allontanandosi da Parigi, la guarda dall’alto come uno sfavillio di umane passioni.

Non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di una capitale mondiale; come non può essere altrimenti che Edmond trovi se stesso non qui, ma tra un carcere e un’isola che sembra dimenticata da Dio. Un’isola c he è anche metafora dell’umana solitudine, intesa non solo come condanna, ma anche come possibilità di elevarsi. E non è certo un caso che, in passato, Montecristo sia stata abitata da monaci.

Il Conte di Montecristo: un vero viaggiatore

Il Conte di Montecristo: veliero antico
Veliero antico

Perché vi ho parlato del Conte di Montecristo? Non soltanto perché ho adorato questo romanzo, inizialmente ostico per la quantità di personaggi e intrecci. No, ve ne ho parlato anche perché il nostro caro Edmond Dantès è anche e soprattutto un viaggiatore per come lo intendo io.

Edmond non è solo un ufficiale di Marina, ma anche un uomo che ha percorso un itinerario dell’anima. Un percorso che è anche coinciso i suoi viaggi intorno al mondo: in effetti, nei dieci anni che trascorrono dall’evasione dal carcere alla sua materializzazione a Parigi in qualità di Conte di Montecristo, Edmond viaggia moltissimo, soprattutto in Oriente.

Si accenna a Costantinopoli e a luoghi da Mille e una Notte non meglio identificati. Edmond diventa nel tempo un esperto di tecniche di combattimento apprese nei suoi viaggi in Oriente, capace di avere a che fare con uomini influenti e di parlare diverse lingue.

Edmond Dantès è il viaggiatore che tutti noi vorremmo essere, non credete?

Copertina de Il Conte di Montecristo
Il Conte di Montecristo
Facebook
Twitter
LinkedIn

Altri articoli

Mamma e figlia

Sono tornata a viaggiare

Più di un anno senza scrivere alcunché e qualche mese senza viaggiare (non all’estero, quantomeno): dov’è finita la travel blogger, la “terapeuta

Cosa fare a Bangkok: statue del Palazzo Reale

Cosa fare a Bangkok in 5 giorni

Capire cosa fare a Bangkok non è un gioco da ragazzi: la capitale della Thailandia è enorme e passare da un quartiere

20 risposte

  1. Quando ero una ragazzina avevo visto lo sceneggiato a puntate tratto dal libro di Dumas e mi ricordo che mi era piaciuto e mi aveva impressionata. Poi all’università ho letto anche il romanzo e devo dire che è davvero superbo!

      1. Adoro questo libro, lo sai …. articolo splendido e anche le mete di viaggio che proponi.
        Ho amato sia il libro che il film ed è anche uno dei libri più amati da Ivan.
        Sono molto, molto incuriosita dalla possibilità di visitare quell’isola ???????? non sapevo si potesse vedere!!

  2. Bellissima l’idea di tracciare un itinerario partendo da un libro! Libro che tra l’altro trovo splendido, per gli infiniti spunti di riflessione.
    E tu come sempre hai tratteggiato tutto con sensibilità ❤
    Ps: il film non è assolutamente al livello del libro, ma se ti capita te lo consiglio

  3. Adoro gli articoli come questo, partendo dal racconto di un grande classico (che ammetto di non aver letto e devo rimediare assolutamente) si parte alla scoperta dei luoghi che si intrecciano con le vite dei personaggi. Bellissimo Roberta!!

  4. Meraviglio MONTECRISTO! Uno dei primi romanzi che ricordo di aver letto … più volte! Non sapevo che l’isola fosse visitabile. Chissà se lo permettono ai blogger. Potrebbe essere un’ottima idea di “vacanza” alternativa da documentare.

  5. Me lo ha regalato mia mamma poco tempo fa ma non l’ho ancora letto. Lei ne è rimasta entusiasta e non vedo l’ora di leggerlo anche io. Quindi non conosco questi luoghi dal punto di vista del conte, e vorrei iniziare proprio da Marsiglia, che mi ispira molto a prescindere dal libro, e il castello d’If. Poi da casa mia in Piemonte non è nemmeno così lontano!

  6. Ma che bell’articolo! Per nulla banale, è davvero un invito al viaggio ( in senso stretto e in senso lato). Sono curiosa di leggere anche gli altri tuoi articoli.

  7. Che bello questo articolo che ripercorre le orme del conte di Montecristo; trovo che sia un modo per vedere le località sotto un nuovo punto di vista e non mi dispiacerebbe prendere spunto dalle tue indicazioni e andare man mano a visitare quei luoghi, sotto l’ottica del libro.

  8. Ma che bellezza, quante curiosità! Anche io adoro i viaggi o le escursioni letterarie, li trovo davvero affascinanti e suggestivi. Bellissimo poi che questa storia leghi diverse aree geografiche 🙂

  9. Adoro leggere post scritti con tanta passione, brava! ???? Io non ho letto il libro, ma sono sempre stata attratta dalla storia e dai luoghi. Mi sembra che una delle versioni cinematografiche fosse con Jim Caviezel (potrei sbagliarmi), l’avevo amata alla follia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.