Cosa vedere a Parigi in due giorni: mini-guida romantica alla capitale francese

Parigi non te la levi facilmente di dosso. Ci ho riflettuto, sapete? Tutta colpa della sua atmosfera…

Dimenticatevi i cliché (pittori baffuti, femmine eleganti e fisarmoniche). L’atmosfera parigina si può riassumere in una parola: bluette. Sì, se dovessi dare un colore alla città sarebbe proprio quello dei miei crepuscoli preferiti.

Come un uomo che ci sa fare, Parigi non mi ha subito rubato un bacio: è stato l’au revoir a straziarmi. Perché Parigi, come l’uomo di cui sopra, è l’abbraccio in cui vorresti stare ogni giorno. E te ne rendi conto nel momento in cui ti stacchi.

Paris è per anime solitarie e romantiche, che sognano l’amore guardando la Senna.

Cosa vedere a Parigi in 2 giorni:

Giorno 1

Volere vedere Parigi in due giorni è un atto di presunzione. Lasciatemi essere presuntuosa allora: vi presento il mio itinerario, passo dopo passo (è il caso di dire). Vi va di seguire le mie orme?

Parigi in due giorni: Google Maps
Mappa del I giorno

La Tour Eiffel

Tutte le strade portano alla Tour Eiffel. E tutte le strade partono dalla Tour Eiffel. Ero tentata all’idea di scalarla ma non ho ceduto per due motivi: l’ho già fatto alcuni anni fa e il tempo a disposizione era troppo poco per indugiare sulla cima della celeberrima torre.

Camminarle intorno, però, è sempre un’emozione. E poi la si vede quasi da ogni punto, di giorno e di sera. Non c’è dubbio: la vera protettrice di Parigi è lei: la Tour Eiffel.

Pont Alexandre III e il Giardino delle Tuileries

Parigi in due giorni: scultura del Giardino delle Tuileries
Scultura del Giardino delle Tuileries

Il mio itinerario è partito proprio da qui: dal ponte Alessandro III, quello che “divide” il Grand Palais dal Petit Palais. Imponente. Affascinante. Dorato.

Un ponte che simboleggia l’amicizia tra Francia e Russia (è stato lo zar Nicola II a porre la prima pietra).

Dal ponte ho imboccato l’Avenue Winston Churchill e raggiunto gli Champs-Élysées. Una volta sotto l’Arco di Trionfo, sono tornata indietro, direzione Giardino delle Tuilieres.

Ho percorso questo parco, verde e raffinato ingresso del Louvre, incantata dalle statue che lo punteggiano e dalla pulizia, dalle siepi all’italiana e dai palazzi che lo circondano. Questa è decisamente una delle mie zone preferite della città.

Ho evitato il Louvre per una mera questione di tempo (dovrò tornare appositamente), “accontentandomi” di regalare aria ai polmoni e bellezza allo sguardo, che ha abbracciato anche la famosa Piramide di Ieoh Ming Pet.

Sostate per un po’ da queste parti: l’anima parigina esala da ogni punto, pur trattandosi di una delle zone più turistiche della città. Il bello dell’inverno, però, è avere luoghi come questo quasi esclusivamente per sé.

I magazzini Printemps e le Galeries Lafayette

Volevo vedere la Tour Eiffel da un punto privilegiato e poco affollato: la terrazza dei magazzini Printemps. Uscita alla zona del Louvre, ho quindi imboccato la bella Rue de Rivoli, poi Avenue de l’Opéra, fino a quella meraviglia che è, appunto, l’Opéra Garnier, maestoso monumento dal tetto verde e dalle statue d’oro. Verso sera, si veste di magia.

Mi sono lasciata il teatro alle spalle e, dopo aver messo piede su Boulevard Haussmann, mi sono scapicollata nei grandi magazzini. Una volta in cima, ho camminato sotto la magnifica cupola colorata della Brasserie Printemps e raggiunto la stanza panoramica, dove in quel momento era in corso una festa privata. Ho, a malapena, adocchiato il Sacro Cuore in lontananza.

Da lì, mi sono spostata alle Galeries Lafayette. Cosa ci sarà mai di speciale? – mi sono chiesta. Tutto – è la risposta. Non si tratta tanto delle marche, le stesse in ogni città del mondo, ma del lusso smodato che le balconate e il cupolone di questo teatro dello shopping trasudano. Grandiosità allo stato puro.

Il primo giorno è volato via come una chimera, terminato di fronte a un piatto a base di avocado e granchio e a un creme caramel con i fiocchi. A fine articolo, l’indirizzo.

Giorno 2

Parigi in due giorni: itinerario su Maps
Mappa del II giorno

Montmartre

La bellezza di passeggiare per Montmartre in completa solitudine. Mentre l’altra metà del blog era impegnata in una riunione di lavoro, io ho preso la metropolitana fino ad Abbesses, dove mi aspettava la funicolare (non volevo farmi scappare questa esperienza).

Sono andata a un orario che ritenevo tardo e che, invece, si è rivelato da persona mattiniera: erano circa le 10.00 e, oltre a me, c’erano pochi turisti e molti potenziali borseggiatori. Ad ogni modo, non potevo fare scelta migliore. Ho gettato l’occhio sulla Basilica del Sacro Cuore e l’ho subito distolto. Volevo riservarmi la sorpresa una volta sopra.

Parigi: La Basilica del Sacro Cuore
La Basilica del Sacro Cuore

Prima mi sono diretta in Place du Tertre, in assoluto la più turistica. Qui i cliché su Parigi si sprecano: esistono davvero i pittori dotati di baffetti arricciati e basco, intenti a proporti un ritratto o una caricatura. Ho rifiutato entrambi, anche perché non avrei avuto il volto adatto nemmeno a un documentario sulla stanchezza, e ho vagato tra le viuzze piene di negozi d’arte posseduti ormai da cinesi.

Sono entrata in un bar, con il desiderio di un croissant francese che mi brontolava nello stomaco già da un’ora e, mio malgrado, mi sono ritrovata in uno Starbucks, evidentemente ben mimetizzato all’esterno. Ma tant’è. Il fascino di Montmartre rimane miracoloso.

Da lì al Sacro Cuore e alle lacrime agli occhi c’è voluto poco. L’emozione di ascoltare Hallelujah (la versione di Leonard Cohen) cantata da un ragazzo lì in mezzo mi ha profondamente commossa. Immaginatevi la bellezza a 360 gradi: la vista appagata dal panorama di Parigi, con la Tour Eiffel in lontananza; l’udito da una canzone dal fascino intramontabile, e tutti gli altri sensi che giravano intorno. Dovrei pubblicare un romanzo per rendere meglio quell’emozione fortissima.

Per scendere, ho optato per Rue des Saules, passando di fronte al Cabaret du Lapin Agile, quello dove si ritrovavano artisti del calibro di Toulouse-Loutrec. Mi è stato facile immaginare un pittore come Van Gogh ispirato dalla dolce atmosfera di Montmartre, a mitigare la sua dissolutezza. Una follia, la sua, che ha prodotto bellezza, grazie agli stimoli di un ambiente come quello parigino di fine ‘800.

Tutti possiamo produrre qualcosa di buono se immersi nell’ambiente giusto. Me ne convinco sempre di più e i miei viaggi sono lì a ricordarmelo.

Ho preso la metro alla fermata Lamarck- Caulaincourt e mi sono diretta al Marais.

Il Marais

Place des Vosges
Place des Vosges

Lì per lì non capivo cos’avesse di speciale il Marais: piazza della Bastiglia è un immenso spazio vuoto, occupato da una colonna commemorativa e da un teatro dall’Opera che pensavo essere un centro commerciale. Ho cambiato completamente punto di vista prima in Place des Vosges e poi in Rue des Rosiers.

La prima è la più antica piazza di Parigi, circondata da uno splendido porticato su cui affaccia anche quella che fu la casa di Victor Hugo. Un angolo di pace nel caos cittadino. La seconda, invece, è la stradina che percorre il quartiere ebraico. Ve ne accorgerete dall’abbigliamento degli abitanti e dai tanti posti in cui mangiare felafel.

Subito dopo (e comunque si intersecano), tra tra rue Vieille du Temple e rue Beaubourg, si trova il quartiere gay. Gay ed estremamente eccentrico, a partire dai negozi, evidentemente svuotati da alcuni dei suoi abitanti, che sfoggiano accostamenti incredibili, da “tanto di cappello”.

Ecco, il Marais è creatività. Ma quale quartiere di Parigi non lo è?

Centre Pompidou

Centre Pompidou
Centre Pompidou

Non lontano, si trova il Centre Pompidou, che invece non ho apprezzato: più una fabbrica che un centro culturale, più un ammasso di tubi che un edificio dalle linee che richiamano un’idea di arte. Certo, bisogna capire che l’epoca in cui è stato costruito (fine anni ’60, inizio ’70) era un’epoca di sperimentazioni architettoniche. L’avanguardia di allora, però, è la (mia) perplessità di oggi.

Ma bando alle ciance. Un’altra bella camminata e ci si ritrova nel:

Quartiere Latino

La bellezza di questo quartiere è data dai suoi locali multietnici, da palazzi storici come il Museo Cluny, dai piccoli e affascinanti parchi che lo puntellano, dal viavai di personaggi in cerca d’autore. Come il venditore svalvolato di libri, seduto su una panchina in mezzo a pagine consumate dal tempo.

Il Quartiere Latino, precisamente la Rive gauche, è anche quello in cui sorge la Sorbona. Un’università in cui mi sarebbe sempre piaciuto studiare. Perché viaggiare significa anche questo: immaginare i nostri sé non sviluppati in giro per il mondo, a esprimersi differentemente da come siamo abituati a vederci. Chissà cos’avrei fatto a Parigi, a New York o a Londra. Vi dirò: il non saperlo rende dolce questo sogno.

Il Pantheon

Parigi in due giorni: il Pantheon
Il Pantheon

Dalla Sorbona ho preso Rue des Écoles, che mi ha condotta al Pantheon. Quale meraviglia! Una copia rielaborata del nostro, di Pantheon; nondimeno uno spettacolo. Pensate che qui dentro giacciono le spoglie di personaggi quali Voltaire, Victor Hugo, Rousseau…

Si tratta di una zona molto interessante e, forse, meno conosciuta. Salendo sui gradini del Pantheon, si ha una vista privilegiata sulla Tour Eiffel: il bello delle strade parigine è dato proprio dal loro essere prospettiche. Parigi sembra quasi la città ideale del Rinascimento.

Scendendo per Rue Soufflot, si arriva ai:

Giardini del Lussemburgo

I Giardini del Lussemburgo
I Giardini del Lussemburgo

Altra meraviglia cittadina. Io mi sono solo “affacciata”, purtroppo. Non sentivo più né le gambe né i piedi ma non potevo farmi mancare un ingresso trionfale in quello che ha tutto l’aspetto di un luogo per re e regine.

Ho girato intorno al laghetto popolato da papere e gabbiani, fotografato la splendida statua dell’attore greco e ammirato il Palazzo del Lussemburgo, osservando un soldato che, da dietro un cancello, rideva e scherzava con due bambini curiosi che si trovavano fuori.

E poi quei tre snob seduti là in fondo. Che tipi! Scapigliati, spinello-muniti e con quel nasino che parla più di mille parole: lo snobismo parigino concentrato in tre ragazzi che parlano dell’ultimo esame di diritto. Oh Paris… Ti amo anche per questo.

Notre-Dame

Notre-Dame
Notre-Dame

Me la sono lasciata per ultima. Lei, la regina di Parigi, quella che si contende la scena con la Tour Eiffel. L’ho “circumnavigata” con rispetto e sono entrata, stupita della sua gratuità.

Mi sono immaginata la messa di Natale sotto le sue volte gotiche: l’atmosfera di Notre-Dame è calda, accogliente, nonostante le altezze e le minacciose guglie. Era ancora decorata per le Feste e ho potuto ammirare il grande presepe della navata sinistra.

Purtroppo, di lì a poco avrei dovuto muovermi per l’aeroporto, per cui la mia è stata una passeggiata veloce tra vetrate colorate, statue e candele bianche, rosse e blu, come la bandiera francese.

Una volta uscita, però, non mi sono fatta mancare una crêpe sucrée, preparata in uno dei tanti baracchini sparsi per la città.

Di fronte a Notre-Dame, che si trova sull’ Île de la Cité, si trova l’Ile Saint Louis, più piccola e ugualmente deliziosa. La prossima volta che torno a Pairigi (perché io tornerò), la visiterò con calma, insieme all’altro quartiere rimasto in sospeso: Montparnasse.

Sì, per visitare Parigi ci vuole una vita. Ma siccome ho qualche gene folle, amo fare follie come questa.

Au revoir Paris.

Dove mangiare a Parigi

Due posti vi consiglio con tutto il cuore:

  • Le Bistrot d’Henri, 16 Rue Princesse. Provate l’insalata a base di granchio e avocado e la tarte Tatin.
  • Mi-VA-MI, 23 Rue des Rosiers. Ordinate una pita felafel: goduria per il palato. Si trova nel quartiere ebraico del Marais ed è una sorta di fast-food.

Dove dormire a Parigi

Hotel Academie Saint Germain
Hotel Academie Saint Germain

Io ho dormito nel bellissimo hotel Academie Saint Germain, 32 rue des Saints-Pères (quartiere SaintGermain-des-Prés). A metà tra il barocco e il kitsch. Come piace a me.

E se avete solo 24 ore a disposizione? Niente paura: in un post, riassumo le cose da fare in un giorno!

Facebook
Twitter
LinkedIn

Altri articoli

Mamma e figlia

Sono tornata a viaggiare

Più di un anno senza scrivere alcunché e qualche mese senza viaggiare (non all’estero, quantomeno): dov’è finita la travel blogger, la “terapeuta

Cosa fare a Bangkok: statue del Palazzo Reale

Cosa fare a Bangkok in 5 giorni

Capire cosa fare a Bangkok non è un gioco da ragazzi: la capitale della Thailandia è enorme e passare da un quartiere

10 risposte

  1. “Immaginarsi i nostri sé non sviluppati in giro per il mondo”
    Se tu sapessi quanto spesso lo faccio! Praticamente ad ogni viaggio! E in Francia la sensazione è fortissima, un’atmosfera che entra sotto la pelle. Mi sono immaginata tante volte con un cappotto rosso lungo la Senna, seduta in un bistrot, in una mansarda dalle tende color zucchero, al Louvre con un album da disegno e una matita..
    Hai visto un sacco di cose in soli due giorni secondo me e, ti dirò di più, avresti fatto bene a partire anche se avessi avuto solo poche ore a disposizione ????

    1. I viaggi servono anche a questo: a immaginare delle alternative. Magari non realizzeremo quelle alternative ma è come se venissimo a conoscenza di altre parti di noi. Ed è bello…

  2. Direi che nonostante i due giorni ne hai viste di cose.. complimenti!
    E’ da tanto che vorrei tornare e portare per la prima volta il mio compagno.. ma continuo a rimandare.. ci sono stata 5 volte, ma diversi anni fa e mi piacerebbe dedicare a Parigi il giusto tempo (che per una città del genere non è mai abbastanza).. In ogni caso farò tesoro delle tue dritte e dei tuoi itinerari! ????

  3. Roberta!!! Ma un sacco di cose in soli. 2 giorni!! Quanto e’ bella Parigi .. e a leggerti .. beh.. deve assolutamente trovare 48 per ritornarci e gustarmi con calma anche solo per sentirmi parigina per poche ore! ????

  4. Sono stata a Parigi anni fa e tutt’ora ricordo quei sei giorni passati a correre tra una chiesa e l’altra, tra un museo e l’altro, con enorme affetto. È una città impegnativa, Parigi, ma l’itinerario che proponi in due giorni permette di assaporarne diversi aspetti ed apprezzarne persino le contraddizioni più buffe… ben fatto!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.