Viaggio in Brasile: le 5 cose che ho amato di Rio de Janeiro

* Lo squallore di un’alba grigiastra. Asfalto tutt’intorno. Un aeroporto quasi deserto. È questa Rio de Janeiro? Me lo chiedo sui sedili di un taxi diretto al mediocre albergo in cui dormirò. Intontita dai tranquillanti (ne prendo per affrontare la paura dei lunghi voli), approccio all’immensa città brasiliana con uno spirito piuttosto cupo.

Il mio viaggio in Brasile risale all’ormai lontano 2010 ma i ricordi sono ancora vividi (mi permetto quindi di usare il presente). Te ne voglio offrire uno stralcio, con l’augurio di ispirarti a partire, anche se l’incipit non è certo dei migliori. Ma fammi continuare…

Dormo qualche ora e piango anche un po’ (i sedativi mi fanno questo effetto, che posso farci?). Rio decide di aspettare prima di stravolgere completamente i miei sensi. Già la sera del mio arrivo mi faccio una mangiata a base di churrasco (carne servita con lunghi spiedi e accompagnata da farina di manioca e vinaigrette di pomodoro, cipolla e cheiro, una versione più leggera del coriandolo) e la malinconia passa. Sono da Marius, ristorante eclettico di Copacabana.

Cosa vedere a Rio de Janeiro

1) Il Pan di Zucchero di Rio

Il Pan di Zucchero di Rio
Pan di Zucchero

Rio de Janeiro, al di là dei luoghi comuni che la vogliono patria di sederi rifatti e perdizione, è forse la città che preferisco al mondo. È questo che penso mentre la osservo dal Pão de Açúcar, colle appuntito e simbolo ormai usurato della capitale brasiliana. Per andare in cima, devo superare anche la mia paura delle funivie. In questo caso, sembra davvero di arrampicarsi fino al cielo ma la vista di cui si gode da lassù val bene l’impresa.

Città più bella del mondo, dicevo. Come non pensarlo una volta che il buio della sera cala sul panorama sottostante, quando le luci mettono in scena uno spettacolo da cartolina? Non ho mai amato la visioni riduttive e ripetitive dei luoghi più famosi: Rio de Janeiro è forse il Pan di Zucchero? Roma il Colosseo? Venezia sta tutta in una gondola? In questo caso, però, le immagini-simbolo emergono con prepotenza dalla carta ed è impossibile non fotografarle, replicando ciò che milioni di persone hanno fatto prima di me.

Mentre cammino, vengo circondata da adorabili quanto dispettose scimmie cappuccine, tra i miei animali preferiti. Sarà per l’umanità dei loro musetti antropomorfi? Sta di fatto che ne tocco una ma questa, in tutta risposta, mi morde il dito.

Una scimmia cappuccina
Scimmietta

Rio de Janeiro è una città dai contrasti più evidenti che altrove e lo si può notare proprio dai punti più alti (il Pan di Zucchero e il Corcovado): da un lato i grattacieli di un paese ormai pienamente capitalista, dall’altro le capanne dei poveri, estromessi dalle altre zone.

Ma la notte ha regole a se stanti: è allora che molti abitanti delle oltre 700 bindoville escono dai loro alloggi per riversarsi, come formiche, sulle spiagge di Ipanema e Copacabana. Per questo, non c’è persona che non consigli ai turisti più ingenui di starvi lontano. Così faccio anche io, nonostante non esista viaggio completo, a mio avviso, senza aver abbracciato le diverse facce che un luogo possiede.

2) Cosa vedere a Rio de Janeiro: il Corcovado

Il Cristo Redentore di Rio
Il Cristo Redentore

Il giorno dopo vado in un altro punto simbolico (il più simbolico) della città brasiliana: il Corcovado. Opto per una soluzione affascinante e demodé: il trenino che si prende da Rua Cosma Velho. Percorro la Estrada de Ferro del massiccio con una paura simile a quella provata in funivia. Del resto, se la tua passione è viaggiare, non puoi che tentare di accantonare ‘ste benedette fobie!

Arrivata ai piedi dell’infinito Cristo Redentore, mi trasformo in un invisibile puntino. Ecco perché amo Rio de Janeiro e il Brasile in generale: nella sua vastità ritrovo il contatto con l’infinito e relativizzo me stessa. Noi italiani siamo abituati al raccoglimento e alla vicinanza, concetti che in questo stato perdono qualunque valore, rimpiazzati forse dall’allegria e dalla danza, punto di contatto tra persone di tutte le età (ho visto novantenni ballare il samba con nonchalance).

Anche qui le scimmiette la fanno da padrone, prendendosi gioco dei turisti con sguardi, il più delle volte, da tontoloni.

3) Cosa vedere a Rio de Janeiro: il quartiere di Santa Teresa

Il quartiere Santa Teresa di Rio
Santa Teresa

Altro imperdibile quartiere: Santa Teresa, ricordo dell’invasivo “passaggio” dei coloni portoghesi. In effetti sembra di stare a Lisbona, a partire dal Bonde (o Bondinho), il caratteristico tram giallo che prendo dalla stazione di Rua Lélio Gama.

Quella di Santa Teresa, così mi dicono, è una zona a rischio (soprattutto per i portafogli). Io, per prudenza, mi porto sempre dietro poco contante, anche se non mi va di sentirmi la classica italiana in vacanza. Prendo insomma le precauzioni del caso ma, in verità, il rischio maggiore lo percepisco sull’Acqueduto de Lapa: il simpatico Bonde è aperto ai lati e io ho il terrore di cadere. Insomma, sembra che Rio de Janeiro metta alla prova la mia paura delle altezze.

Il bonde
Il bonde

Il quartiere è a dir poco pittoresco, ricco di murales e locali frequentati da giovani intellettuali. Mi fermo in uno a caso e bevo uno dei miei soliti succhi di frutta (veri. Niente a che vedere con le schifezze piene di conservanti di cui i supermercati sono pieni).

In Brasile c’è l’imbarazzo della scelta quanto a frutta e verdura: dal mango alla maracuja, dalla graviola all’acerola, sono tantissime le possibilità di rinfrescarsi anche nel bar più “scrauso”. L’effetto più evidente dell’impatto benefico di questi alimenti tropicali si vede, a distanza di qualche giorno, sulla mia pelle.

4) Cosa vedere a Rio de Janeiro: Rocinha

La favela di Rocinha vista dallalto
Rocinha

E finalmente arriva Rocinha, la più grande favela del Sud America. Non ho una particolare propensione per i luoghi poveri e malmessi e, tra l’altro, ho la sensazione di fare un torto agli abitanti, trattandoli come attrazioni da circo. Nel momento in cui mi propone questa visita, il receptionist mi spiega, in realtà, che i soldi per questo strambo giro turistico servono a migliorare le condizioni di vita di chi abita sotto le migliaia di tetti in lamiera.

Accetto di andare al seguito di una guida di estrema umanità, di nome Nildo. Nildo è un volontario che mi illustra, passo dopo passo, strade, negozi e abitudini degli oltre 300.000 abitanti. Sembrano case di cartone queste costruzioni che si arrampicano sul colle, dimostrando la capacità di adattamento e l’ingegno dell’essere umano che non conosce comfort.

A colpirmi sono i colori, i fili dell’elettricità tutti ingarbugliati (e pericolosi) e i ragazzi con il mitra, che non imbracceranno mai contro gli imbelli turisti, noi sì veri fenomeni da baraccone.

Nildo mi mostra anche un rampicante, da cui deriva il nome “favela” (in latino: Cnidoscolus Quercifolius).

Quella che vedo per le strade di Rocinha è certamente miseria ma di giorno, davanti ai visitatori, sembra che regnino la quiete e una vita, tutto sommato, organizzata nel migliore dei modi, con botteghe, scuole e associazioni di volontariato funzionanti. Scopro, in effetti, che le favelas godono di una pessima reputazione in buona parte per i pregiudizi degli “altri”. 

5) Cosa vedere a Rio de Janeiro: il Giardino Botanico

Palme nel giardino Botanico di Rio
Giardino Botanico di Rio

Altro luogo sine qua non: il giardino botanico, con le sue 5000 specie. Io, che amo visceralmente la natura e le piante tropicali, non posso mancare l’appuntamento con il pau brasil (o pernambuco), il tipico albero dal tronco rosso .

Ill giardino botanico sembra l’ambientazione di un altro pianeta in un film di fantascienza, per via degli alberi che escono dall’acqua, dei fiori che sembrano guardarti e dei versi di animali irriconoscibili all’orecchio europeo. Muti ma di una bellezza per me sconvolgente, i mille velocissimi colibrì, che si avvicinano e allontano dalle tante corolle senza lasciare tracce del loro fiabesco volo. Una visione sognata da tempo.

Perché andare in Brasile

Rio de Janeiro vista dal Pan di Zucchero
Rio

O meglio, perché ci sono andata io. Perché le sue suggestioni mi hanno sempre accompagnata, dalla lettura di Tristi Tropici, dell’antropologo Lévi-Strauss, all’ascolto della bossa nova, il mio genere musicale preferito. Se dovessi sintetizzare la mia personalità con una canzone, sarebbe Garota de Ipanema o Desafinando, entrambe ascoltate un numero indefinito di volte in tutte le versioni possibili.

E poi c’è il samba, esplosione di energia primordiale rubata all’Africa. Ho persino tentato di ballarlo, il samba, ma con scarso successo (il mio bacino, purtroppo, è ormai irrigidito dai suoi consueti movimenti). Per non parlare della capoeira, arte marziale fusa con la danza, i cui movimenti richiamano il lato selvaggio che nella mia vita da cittadina dimentico spesso di avere.

Il Brasile è per me l’incrocio perfetto tra le ataviche pulsioni dell’essere umano che diventano corpo allo stato pure e l’eterea saudade di cui ogni animo sensibile è provvisto senza nemmeno sapere il perché.  Il Brasile fa parte di quei luoghi dell’anima, quelli in cui si riescono a percepire le proprie radici pur venendo da tutt’altro mondo.

Sei mai stato a Rio de Janeiro? Io, oltre alla capitale, ho visitato anche il nordest ma te ne parlerò nel prossimo articolo. Sta’ attento: potresti innamorartene ma non trovare, nell’immediato, un volo low cost 😉

P.S.: Non dimenticarti dell’assicurazione! Confronta assicurazioni sul sito di InterMundial prima della partenza: il Brasile è pur sempre dall’altra parte del mondo!

* [Questo articolo è dedicato alla memoria di Nildo, la guida di Rocinha. A distanza di pochi giorni dal mio rientro, ho tentato di contattarlo ma, in tutta risposta, mi è arrivata un’e-mail che mi avvisava della sua scomparsa improvvisa. Sono rimasta di ghiaccio per molto tempo non ho osato pensare alle cause, che spero non risiedano proprio nel luogo che lui tentava di risollevare e che amava così tanto…]

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17 risposte

  1. Ciao Roberta, bello questo post, e bella Rio! Lo sai che proprio diversi mesi fa quando mi illudevo di riuscire ad avere le energie per affrontare un viaggio con la V maiuscola avevo proposto al mio ragazzo un itinerario ” musicale” da Rio a Buenos Aires, dalla samba alla bossanova, per finire con il tango, passando x le Iguazù e le Ande. Volevo farmi un regalo dopo tanti mesi brutti. Ovviamente non me la sono sentita e alla fine resteremo in Europa. Dopo aver letto le tue parole quel “viaggione” è un sogno sempre più forte. Una domanda per girare Rio ti sei affidata a qualcuno? E’ davvero così pericolosa come ho letto da altre parti? Aspetto tutti gli altri post sul Brasile con una certa ansia! Valentina

    1. Ciao Valentina, che itinerario stupendo che avevi in mente! Hai fatto venire voglia pure a me :O Ti consiglio di farlo al più presto… Dove andrai in Europa?

      Ad ogni modo, per girare a Rio non mi sono affidata a nessuno. Ho solo letto su internet qualche notizia qua e là e, ovviamente, prenotato prima i posti dove sarei andata a dormire. A Rio, come ovunque, devi solo adottare alcuni accorgimenti:
      – Come ho scritto nel post, evita le spiagge di sera. Di giorno vai più che tranquilla.
      – Vai in giro con poco contante e nulla di prezioso addosso (orologi, macchine fotografiche di pregio, ecc). Tutto questo non vale tanto nelle zone chic quanto in quelle più periferiche. Ma considerando che Rio è immensa…
      – Evita di andare in giro da sola di notte o comunque in determinati quartieri, compreso quello di Santa Teresa.
      Anche io ero partita piena di paure ma poi, adottando delle semplici precauzioni, non è successo nulla.

      Il Brasile, se sei un’amante del Sud America e della musica sudamericana, non potrà che piacerti da impazzire! Nel prossimo post, ti dico altri due meravigliosi luoghi. Da urlo!

      1. Alla fine andremo in Irlanda! Quest’anno ho avuto un problemino di salute e non ce la sentivamo di allontanarci troppo! Ma il viaggione sta sempre lì! Pronto per essere realizzato! 😉

  2. Ciao, hai messo l’ essenziale ma è comunque bello. Se hai + tempo la prossima volta fatti una serata a Lapa, tra Carioca da Gema, Os Democratas, Circo Voador, Fundicao Progresso e tanti altri locali potrai sentire bella musica in un ambiente informale. http://www.baladacerta.com.br/guia.asp?mnu=RJ&idsubcategoria=3&idbairro=211 Potrai andare in una spiaggia come Barra da Tijuca che anche essendo “cittadina” non soffre dell inquinamento delle + famose Ipanema e Copacabana o con un po di tempo in più potrai avventurarti nella regiao dos lagos, verso Ilha Grande o verso Petropolis. Dipendendo dal periodo potrai andare a una fejioada di una scuola di samba http://www.mangueira.com.br/tag/feijoada-nota-10/ o anche a un ensaio tecnico https://www.youtube.com/watch?v=gscglNvHgfs nella Sapucai o presso le scuole. Rio (città e stato) ha una offerta enorme

    1. Ciao Vittorio, grazie per i link! Purtroppo ho dovuto dire l’essenziale ma ne ho fatte di cose, tra cui il bagno nel mare di Barra de Tijuca, dove ho soggiornato (bellissima!). Inoltre ho ballato il samba in una scuola (non ricordo il nome), dove i ragazzini e gli anziani muovevano i fianchi allo stesso modo. Mi manca molto… saudade 1oo%

  3. Bellissima Rio. Ci credo che hai trovato tanti motivi per amarla. Dopo qualche altro viaggio in Asia, il Brasile è decisamente in cima alla lista dei posti da vedere assolutamente 🙂

  4. Bellissimo articolo. Mi piace come descrivi Rio in tutte le sue sfaccettature umane. E per me che non sono mai stata in Brasile interessa e colpisce particolarmente questo aspetto. Mi dispiace per il tuo amico, la guida..speriamo se ne sia andato serenamente..

    1. Grazie Alessia, sei molto gentile. Non ho idea di come sia morto il mio amico e non ho osato chiedere. Complice questo evento che mi ha turbata, ho puntato l’attenzione proprio sul lato umano di Rio de Janeiro: troppo facile parlare sempre e solo dei posti da vedere, dei ristoranti in cui mangiare, degli hotel in cui dormire. Per quello ci sono le guide Lonely Planet

  5. Molto bella Rio de Janeiro, dalla tua descrizione mi è sembrato di passeggiarci e di sentire tutti i rumori! Il giardino botanico dev’essere bellissimo!

  6. Non so perché, ma Rio proprio non mi attrae, anche se il resto del Brasile vorrei visitarlo tantissimo. Forse sono quei posti che bisogna essere lì per capirli e apprezzarli, ma è stato molto interessante leggere questo articolo!

  7. E’ un post bellissimo. Io mi sono innamorata del brasile e di ogni sua forma all’atterraggio a Sao Paulo nel 2013. E quando sono atterrata a Rio de Janeiro il mio amore per il Brasile è cresciuto sempre più. Beata te che sei riuscita a fare questo bellissimo giro nella favela Rocinha, non so perchè ma sento dentro di me il bisogno di visitare una favela, di circondarmi dei suoi abitanti, di farmi raccontare e capire.

    1. È stata un’esperienza interessante, anche se – purtroppo – può diventare un po’ turistica. La cosa bella è che i proventi vanno agli abitanti. Torneremo entrambe prima o poi? ❤️

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