Nei giorni scorsi, io e la counselor Beatrice Contili abbiamo lanciato una challenge su Instagram per promuovere i viaggi interiori (sì, bisogna parlare “moderno” anche quando si trattano temi sensibili come questo).
Quando si dice “viaggi interiori”, inevitabilmente vengono in mente trip causati da qualche sostanza o robe da pseudo-guru orientaleggianti. È normale: sul web si trova tanta spiritualità d’accatto. Il motivo, però, è anche un altro: ognuno di noi ha delle resistenze quando si tratta di esplorarsi.
Una cosa che abbiamo notato, io e Beatrice, è che gli impegni sono la classica scusa per non fare o per lasciare una cosa a metà.
Parlo di viaggi ormai da anni, ma l’altro volto – quello della counselor – esce poco. Nonostante questo, avete capito che quelli che vi propongo io sono sempre viaggi interiori, anche quando vi parlo dallo Sri Lanka, da San Francisco o da Doha.
Viaggi interiori: dal mondo a se stessi

I viaggi interiori sono di due tipi: quelli che dall’esterno portano all’interno e quelli che dall’interno portano all’esterno.
I primi possono essere riassunti dal proverbio indiano che potete leggere sopra. Viaggiando, infatti, entriamo in contatto con una natura e una cultura diverse, con altri esseri umani e, di riflesso, con noi stessi.
Nell’articolo dedicato ai viaggi emotivi, racconto alcune esperienze che hanno lasciato il segno, aiutandomi ad arrivare a me stessa. Sono momenti iconici, rimasti impressi nel cuore per la loro potenza, eppure durata un attimo.
Io le chiamo illuminazioni…
Ricordo una passeggiata solitaria, negli Stati Uniti, in cui mi sentii profondamente collegata con me stessa e con il mondo circostante, tanto da chiedermi se fino a quel momento io non fossi per caso rimasta con la “spina” staccata.

Ricordo quando percorsi l’Italia da sud a nord in ape calepino, affrontando così alcune paure legate alla guida. In quei momenti capii quanto l’ansia possa impedirci esperienze indimenticabili.
Due esempi per riassumere quello che i viaggi mi hanno sempre fatto capire: che spesso devo staccare, per sentirmi viva; che devo andare altrove per ricollegarmi alle mie radici; che ho bisogno di affrontare le mie paure per accumulare coraggio.
I viaggi mi aiutano a uscire dal mio mondo e a rientrarvi arricchita
Le esperienze in viaggio

Sono le esperienze che facciamo in viaggio a connetterci profondamente con la nostra natura. Io sono profondamente convinta che non possiamo sacrificare la nostra vita sull’altare della sicurezza.
Attenzione, non dico che non la si debba ricercare: la sicurezza è uno dei bisogni primari dell’essere umano. Non dico nemmeno che si debbano provare gli sport estremi per sentirsi vivi. Dico solo che la nostra vita – incerta per sua natura, precaria come non vorremmo mai considerarla – non può girare solo intorno a dei pilastri fissi.
Ecco perché amiamo viaggiare:
I viaggi ci riportano al nostro lato avventuroso, alla sete di conoscenza, al bisogno di esplorazione

Sembra che io stia parlando di bambini, vero? Eppure cos’altro siamo, se non dei bambini un po’ cresciutelli? Come loro, abbiamo bisogno di routine e di scoperte e se casa e famiglia sopperiscono al primo bisogno, i viaggi sopperiscono sicuramente al secondo.
Ma c’è un ma: i viaggi possono essere di varia natura. Possiamo fare viaggi interiori nel mentre scopriamo una nuova destinazione, ma possiamo farne anche rimanendo dove siamo. E anche se questa frase vi appare un po’ new age, ve lo dico per esperienza.
Prendete l’arte, la letteratura, i film. Ma possono essere anche la meditazione, l’amicizia con una persona, la scoperta di un talento: ecco, questi sono i viaggi interiori di cui sto per parlarvi.
Viaggi interiori: da se stessi al mondo

I viaggi interiori di cui vi stavo parlando sono quelli che non ci obbligano a partire ma ci portano a ritrovare e ritrovarsi. E questo può accadere anche a casa propria, al solito tavolo o sul solito divano. Ma come si fa?
Come fare un viaggio interiore
Esistono diversi modi per accedere alla nostra interiorità. Il primo è mettere da parte la paura: quest’emozione, infatti, accomuna i viaggi interiori con quelli “esteriori”: si può avere paura di prendere un aereo, come si può temere di mettere a nudo i propri desideri nascosti.
Anche in questi casi, si tratta di piccole illuminazioni, preziosi momenti di consapevolezza su noi stessi.
Libri e viaggi interiori

Vi è mai capitato di leggere un libro che vi scuote nel profondo? Ecco, per me leggere è una panacea.
Talvolta ho la sensazione di aver scritto io certi libri e riesco a stupirmi di quante affinità io senta con alcuni scrittori. Alcuni nomi su tutti: Erich Fromm, Tiziano Terzani, Frank McCourt, Virginia Woolf…
Questi scrittori mi hanno aiutata a materializzare davanti a me pensieri e sensazioni che, fino a quel momento, scorrevano sottopelle. I viaggi interiori che ho fatto leggendo sono insuperabili.
Film e viaggi interiori

Anche i film (quando ben fatti) sono viaggi interiori. Sono strumenti per accedere a me stessa, ma anche per accedere agli altri.
Come la letteratura, il cinema ci aiuta non solo a capirci ma anche a capire. Sì, l’arte in generale scatena meccanismi magici, in grado di renderci più profondi, percettivi e persino giusti, meno giudicanti.
Come i viaggi veri e propri ci mettono in contatto con l’altro, anche quelli interiori lo consentono. Anche di più, in realtà, perché leggere e guardare film ci permettono di scendere in profondità, di riflettere, di procedere lentamente. I viaggi, qualche volta, sono mordi e fuggi.
Fotografia e viaggi interiori

Le nostre fotografie, se scattate consapevolmente, possono permetterci di fare mille viaggi interiori.
Vi faccio un esempio: pensate a una risorsa che pensate di possedere e cercatela, “formalizzata”, intorno a voi. Camminate sotto casa e andate a caccia di questa risorsa tra gli alberi o anche in un murale. E poi osservatela, scrivete di getto qualunque cosa vi venga in mente.
Questo è un piccolo esercizio che ci permette di “mettere in figura” (come si dice nel counseling) qualcosa che, di solito, si trova sullo sfondo.
Cibo e viaggi interiori

Anche il cibo può aiutarci. Avete mai provato a guardare un piatto come se fosse la prima volta?
Vi propongo un esercizio di mindfulness (una pratica di meditazione che non ha nulla di ascetico, ma è anzi molto pratica e quotidiana).
Prendete della frutta secca. Anzi, scegliete un frutto secco (uvetta, noce, mandorla, quello che volete). Posatelo sulla mano e, in silenzio e solitudine, osservatelo come fosse una cosa che non conoscete. Fate passare qualche minuto e guardatelo da tutte le angolazioni. Fatte la stessa cosa mettendolo vicino all’orecchio (provate a sentire se fa rumore) e poi sotto al naso. Che odore ha? Datevi il giusto tempo…
Infine poggiatelo sulla lingua, ma non ingoiatelo! Assaporate l’aroma che si sprigiona nel cavo orale. Solo alla fine potete masticarlo, ma lentamente.
Potrà sembrarvi qualcosa di strano, eppure vi assicuro che, alla fine, potrete dire di aver meditato.
Solo la consapevolezza (nel fare, dire, sentire, annusare…) può portarci a una vita vissuta veramente.
Perché non mi raccontate i vostri viaggi interiori?
12 risposte
Penso che tutti dovremmo ogni tanto cercare di scoprire di più su noi stessi; i viaggi, i libri e i film sicuramente aiutano molto, specialmente se ti scuotono fino nel profondo. Grazie per aver condiviso questo articolo.
P.s. anche io adoro la Woolf!
Lei è meravigliosa <3
Io effettivamente viaggio un sacco con il cibo, soprattutto quello italiano visto che, lontanissima dalla patria come sono, per me assume un significato ancora più forte. A volte mentre gusto un certo sapore mi astraggo proprio, vado come in trance, e mi riscuoto dopo un paio di minuti senza sapere bene dove sono stata, ma dico proprio così: “Ho viaggiato!”
Non stento a crederti 😉
Premesso che credo che si possa essere connessi con il mondo anche senza viaggiare mai, certamente conoscere nuove culture e aperture aiuta moltissimo. Io amo gli odori, sono sensibile ai profumi e agli aromi. Con il profumo riesco a immagazzinare energia e ricordi. Bellissimo articolo!
Grazie Paola! Sai che anche io sono sensibilissima a odori e profumi?
Credo che quando si torna da un viaggio si deba essere diversi da quando si è partiti, altrimenti, secondo me, non si è viaggiato nel modo giusto..
Anche secondo me. Bisogna capitalizzare le esperienze, farne tesoro…
Pensavo di no sapere cosa fosse un viaggio interiore, però quando hai descritto la tua passeggiata in solitaria negli Stati Uniti ho capito di cosa si tratta, e soprattuto mi sono resa conto che è successo anche a me. Non in maniera cercata e consapevole, però in quelle situazioni o in quei posti in cui capisci di essere esattamente lì, senza aver bisogno di altro.
Esatto! Le sorprese più belle si aprono quando non programmiamo…
Sono paola viaggio da trentanni per trauma cranico il mio viaggio e stato doloroso devastante senza nessun frutta da cogliere. La morte non è una dolce avventura sono molto stanca
Non posso fare nulla. Sono fragile. So si avere dato tanto me per me solo male e dolore. La mia esperienza e stata dolorosa. Chiusa trentanni altri non ne voglio passare sono morta troppo giovane. Trascorso l amore poi svanisci
L acqua non e consolatorio come la Stella esterna. Sono stanca attraverso gli altri non mi sono trovata. L eternita stanca quando hai visto e attraversato tutto diventa una routine che non ti dà nulla solo male. Sono condanne da espiare quando sono viaggi dolorosi e tragici solo per te. Morire soffrire per il nulla ed il vuoto. Forse perché e stata l epoca più brutta al mondo. Forse perché senza colpa e difficile la solitudine. Non si e produttivi. Il male avanza e sai che non lo meriti. Il disgusto a te non arriva mai ciao paola
Cara Paola, non credo di aver capito bene tutto ciò che hai scritto, ma percepisco delle emozioni molto forti. Sicuramente il dolore non è un buon compagno, anche se ha sempre qualcosa da rivelarci. Spero di cuore che tu ne possa parlare approfonditamente con qualcuno che ti ascolti con attenzione. Sono certa che sai cogliere tanta bellezza. Un caro saluto, Roberta