Ho sempre parlato dei viaggi nella loro accezione terapeutica. Non mi è mai importato contare i luoghi in cui sono stata, ma ricordare le emozioni che associo ad essi.
No, non è scontato: i social, infatti, ci impongono di condividere le nostre fotografie e di scattarne di fantastiche, così viaggiare diventa spesso una gara a chi ha visto più posti e a chi produce immagini più cool. Inutile dire che, in questo modo, il viaggio rischia di perdere significato, assumendo invece una funzione riempitiva.
Ma oggi sono qui per parlarvi dei viaggi spirituali. E no, non mi riferisco al cercare forzatamente se stessi in qualche ashram thailandese (chissà perché, poi, si finisce col parlare sempre delle stesse cose). Mi riferisco a una dimensione che possiamo trovare ovunque, anche sotto al Golden Gate Bridge di San Francisco o di fronte al Colosseo.
Viaggi spirituali: dove?
Ovunque! E sapete cosa penso? Che spesso compiamo viaggi spirituali senza nemmeno accorgercene.
Si pensa che sia necessario stabilire una meta a priori e piazzarsi in qualche luogo sacro con le gambe incrociate, ma io credo che i viaggi spirituali si facciano anche zigzagando tra le chiese di Roma, fermandosi davanti a una natura che ci stupisce o semplicemente ascoltando un vento che sembra volerci parlare con il suo linguaggio.
Per questioni di comodità redazionale, stilo comunque una piccola lista di alcuni possibili viaggi spirituali: quelli che ho fatto, ma anche quelli che mi chiamano da tempo.
Viaggi spirituali a Roma e dintorni

La Città Eterna e i suoi dintorni sono pieni di angoli di pace. Sono luoghi in cui io mi rifugio spesso per scappare dalla folla che flagella la capitale, ma ve ne indico solo 3 per amor di brevità.
- Appia Antica: l’antichissima via collegava Roma a Brindisi. Oggi fa parte dell’omonimo Parco Regionale e non è possibile percorrerla interamente senza interruzioni: solo alcuni tratti sono sopravvissuti alla Storia. La strada (uno dei luoghi più belli della capitale) è costellata di reperti archeologici e tombe. Per questo e per la possibilità di camminare indisturbati per chilometri all’ombra dei pini a ombrello, la ritengo uno dei possibili viaggi spirituali da fare a Roma.
- Castelnuovo di Farfa (RI): qui si trova l’Abbazia Benedettina di Santa Maria di Farfa. Si tratta di un luogo speciale, dove a primeggiare sono solo religione e natura. Certo, non immaginatevi un posto lontano dagli uomini: tutto si adatta al turismo, anche a quello spirituale. Ad ogni modo, la presenza del monastero, il verde che lo circonda a le poche vie acciottolate mi catapultano ogni volta in un’altra dimensione. Da vivere, possibilmente, lontani dal fine settimana.
- San Paolo Fuori le Mura: è una delle quattro basiliche papali di Roma, ma – chissà perché – la meno considerata. Vi stupirete sapendo che, invece, è la mia chiesa romana preferita. Non sono una praticante, ma entrare a San Paolo significa – per tutti! – assaporarne l’atmosfera mistica e la grandiosità artistica, complice il numero esiguo di visitatori. Come raggiungerla: fermata della metro San Paolo (linea B): si trova quasi di fronte.
Viaggi spirituali in Umbria

L’Umbria, dal mio punto di vista, è una delle regioni più adatte ai viaggi spirituali in Italia. Confina con la Toscana, regione splendida, che però registra molti più visitatori all’anno. Insomma, è la cugina (ingiustamente) meno considerata.
Eppure l’Umbria è il polmone verde d’Italia e ve ne accorgerete una volta varcati i suoi confini: la natura, qui, comanda rigogliosa. E poi l’Umbria è la patria di San Francesco d’Assisi!
Ecco i miei tre viaggi spirituali del cuore:
- Assisi (PG): è una delle località più belle d’Italia. La sua basilica è magnifica, non solo da un punto di vista storico-artistico (vi dice qualcosa Giotto?), ma anche e soprattutto da un punto di vista simbolico. Qui, infatti, è sepolto il santo patrono d’Italia. Indipendentemente dalla religione, l’atmosfera che vi si respira è massimamente suggestiva. Considerate che Assisi attrae i capi spirituali di tutto il mondo, ma anche escursionisti e persone in cerca di se stesse. Un consiglio: prima o poi andate alla messa di mezzanotte del 25 dicembre. Capirete ciò di cui sto parlando.
- Parrano (TR): qui si trova Eremito, un luogo speciale in cui desidero andare da anni. Trattasi di un monastero adibito a hotel sui generis. Un “eremo laico”, aperto a tutti coloro che desiderano riposare nell’essenzialità.
- Via Francigena: una strada per amanti dei cammini, fisici e spirituali. Parte da Canterbury e arriva a Roma, ma la parte italiana che preferisco si trova proprio in Umbria e tocca Perugia, Assisi, Spello Foligno, Trevi, Spoleto, Ferentillo, Marmore e Piediluco.
Viaggi spirituali in Basilicata

Altra regione adatta ai viaggi spirituali, secondo me, è la Basilicata, ancora per molti versi inesplorata.
Ecco i miei luoghi:
- Matera: secondo me, è la città più spirituale d’Italia, insieme a Roma e ad Assisi. Di una spiritualità diversa, più sfuggente. Una Betlemme italiana, in cui la natura aspra, essenziale della gravina, fa tutt’uno con i Sassi, abitazioni tipiche della città. Qui non c’è differenza tra uomo e natura e non è un caso se Mel Gibson abbia deciso di girarvi “La passione di Cristo”.
- Dolomiti Lucane: altro luogo aspro e selvaggio, in cui entrare a contatto con se stessi. È un tipo di paesaggio quasi desertico, che riesce a toccarmi l’anima come pochi altri luoghi. Camminare per Pietrapertosa e Castelmezzano è un’esperienza mistica: i piedi sulla roccia, le salite faticose, la potenza della pietra…
- Craco (MT): il paese venne abbandonato negli anni ’60 e da allora è meta di curiosi provenienti da tutta Italia. Un paese fantasma e dominato dai calanchi, che già da lontano promette di avvolgervi nel suo silenzio.
Viaggi spirituali in Sri Lanka

Per quanto pensi che la spiritualità si trovi ovunque, l’Asia merita di essere citata come un caso a sé stante.
Non ho visitato molti Paesi asiatici, ma posso parlarvi dello Sri Lanka. Ecco i miei tre viaggi spirituali nella Lacrima dell’India:
- Colombo: nonostante sia una città bistratta da tutti, è qui che ho avuto il mio primo impatto con la spiritualità locale. Una spiritualità che non è tutta rosa e fiori, intrecciata com’è con l’economia (il Paese è povero, per quanto dignitoso, e capita di imbattersi in fregature di varia natura). Entrare nei tanti templi indù e buddisti di Colombo, vedere così tante persone assorte discretamente nelle loro preghiere, ascoltare l’ipnotica monotonia dei canti rituali… Tutto questo mi ha rimessa al mondo.
- Galle: una città che mi ha accolta durante una festa musulmana e in cui un piccolo tempio buddista – che ho scoperto per caso – è sopravvissuto allo tsunami del 2004, non può che essere considerata meta di viaggi spirituali.
- Kandy: qui è custodita la reliquia del sacro dente di Buddha. Kandy è una meta turistica piuttosto gettonata, ma è riuscita a rapirmi in pochi minuti con tutte le sue contraddizioni, che comprendono elefanti abusati e venerazione per Buddha.
Viaggi spirituali nel mondo islamico

Adoro il muezzin: va a toccare alcune corde recondite, forse per assonanza genetica con i luoghi dai cui provengo (Puglia e Sicilia).
In molti mi dicono che il mio aspetto mediterraneo ha qualcosa di mediorientale, e io mi fido. Ecco quindi una me stessa che si commuove appena scatta l’ora per i musulmani. Questi i miei 3 viaggi spirituali nel mondo islamico:
- Turchia: Istanbul è stato il mio primo incontro con questo mondo affascinante. Avevo solo 14 anni, eppure ricordo quasi tutto di quel viaggio. La moschea di Santa Sofia è stato un colpo di fulmine. E se non è un viaggio spirituale quello che ti rimane impresso tutta la vita… Tornerò, mia amata Turchia.
- Egitto: i Paesi Arabi, talvolta, sono un crogiolo di contraddizioni. Le luci psichedeliche che illuminano alcune moschee egiziane durante la sera non riescono, nel mio immaginario, a cozzare con la lettura del Corano. Così come il deserto che circonda Sharm el-Sheikh annulla gli eccessi turistici che si concentrano in questa località del Sinai.
- Doha (Qatar): se in Egitto esistono delle contraddizioni, il Qatar è il re dei contrasti. Qui il lusso sfrenato convive con l’impellenza della preghiera. Eppure… Non siamo anche noi edifici umani che ospitano l’eterna lotta tra bianco e nero?
Ecco, questi sono solo ALCUNI dei viaggi spirituali che ho fatto. Come vi dicevo all’inizio, li ho fatti senza l’intenzione di trovare me stessa. Nonostante questo, ho trovato tanti pezzi di me…
Avete mai fatto un viaggio spirituale? Raccontatemelo.
12 risposte
Sono d’accordo con te Roberta. I social, con le foto perfette e patinate da mille filtri che propongono, rischiano di creare una mercificazione del viaggio, una escalation a chi ha preso più aerei, e trovo tutto questo davvero triste e privo di senso.
Anch’io come te sono legata alle emozioni che una località mi ha fatto provare, anche se non sono brava come te a esprimerle ????Se ho fatto viaggi spirituali me ne sono resa conto al mio ritorno, quando le sensazioni a caldo si erano già posate ed era già involontariamente cominciata l’elaborazione. Mi viene in mente un raduno con le mie compagne di liceo secoli fa ospiti di un convento di suore a Vitorchiano. Il vento che sembrava parlarmi, il silenzio e la semplicità di quei luoghi, hanno lasciato su di me un’impronta indelebile, e persino io che non sono credente ho quasi avuto la sensazione di essermi messa in contatto con qualcosa di più grande. Mi viene in mente anche la Val d’Orcia. Non so spiegarti la calma che quei cipressi e quelle colline esercitano su di me ogni volta…
Grazie per i complimenti cara… Quanto alla Val d’Orcia, ti capisco perfettamente.
Hai ragione sul fatto che spesso i viaggi diventano puntine su di una carte geografica solo per dire “ci sono stato” e hai ragione anche sul fatto che ci si possa fermare a riflettere in qualunque posto anche il più affollato. E’ però evidente che certi luoghi più di altri siano già di per sé votati alla spiritualità. L’Appia Antica è uno di questi, ogni pietra riesce a parlare all’anima e anche l’Umbria secondo me è una terra mistica in ogni angolo.
Proprio così 🙂
Sembrerà strano ma ho iniziato a fare viaggi spirituali prima con i miei genitori e poi con gli scouts, a stretto contatto con la natura. Eh sì sono anche finita a gambe incrociate in India,in Ashram 🙂 Che rimane per me il luogo più spirituale, nel bene e nel male e in barba agli stereotipi. Tuttavia ogni esperienza può essere vissuta in modo spirituale.
Anche io non presto attenzione al numero di mete visitate, ho preferito tornare in alcuni luoghi piuttosto che aggiungere bandierine sulla mappa. Ho bisogno di assimilare i luoghi e viverli a modo mio.
Su questo, puoi insegnare molto 😉
Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista… Spesso si pensa che bisogna andare dall’altra parte del mondo, come dici tu con le gambe incrociate in un luogo sacro. Niente di più sbagliato!
Hai dato una nuova impronta ai viaggi spirituali, anche rimanendo vicino casa… Brava mi è piaciuto molto!
Grazie mille cara Alessia 🙂
Tanti bei suggerimenti. Indipendentemente da come uno intenda la propria “religione”, i viaggi servono anche per ritrovare noi stessi!
Assolutamente 😉
Da un po’ ho spesso di viaggiare per segnare bandierine su una mappa. Penso che vissuto nel modo giusto ogni viaggio possa diventare spirituale.
Ne sono certissima!