Alzi la mano chi vorrebbe fare il giro del mondo adesso! Ne ero certa: siete in migliaia.
Già vi vedo mentre abbandonate posti fissi, rompete qualche rapporto di troppo e comprate grossi zaini dall’aspetto ringiovanente.
Ah già: non possiamo fare alcun giro del mondo in questo momento. Riponiamo i nostri zaini nell’armadio, riflettiamo su eventuali rotture e, per ora, teniamoci il posto fisso.
Ho una soluzione per voi: un giro del mondo all’interno della nostra capitale, una delle città più multietniche d’Europa.
Pronti a seguirmi?
Giro del mondo nella capitale: verso Oriente
Due i luoghi in cui assaporare atmosfere:
Il laghetto dell’Eur

Il laghetto dell’Eur è il Giappone romano per antonomasia: il suo giardino, infatti, ospita quasi 200 sakura (ciliegi), che ad aprile sbocciano, tingendo di rosa questo idilliaco angolo della capitale.
Una fioritura che prende il nome di hanami e che, in quanto evento che consiste in un pic-nic organizzato, è rimandato all’anno prossimo. Nessuno mi ha però vietato di andare ad annusare i delicati petali del Sol Levante.
l’Istituto Giapponese di Cultura

Il Giappone è anche arte, musica e spettacolo: l’Istituto Giapponese di Cultura è stato istituito proprio per diffonderli anche in Italia.
Gli eventi – che, nemmeno a dirlo, sono momentaneamente sospesi, quando non online- sono tutti gratuiti. In attesa di tornare in platea, si possono visitare il giardino – momentaneamente soggetto a restauro – e la biblioteca, entrambi su prenotazione ( bisogna chiamare lo 06.3224707 ).
In Via Antonio Gramsci, 74
La cucina giapponese

Inutile dirlo: è una delle più buone. Per non allungarmi con dissertazioni culinarie, vi dico solo i miei piatti preferiti oltre a sushi e sashimi:
- Zuppa di miso: pasta di soia fermentata in brodo, con aggiunta di tofu e verdure varie;
- Onigiri: palle di riso con, al centro, ingredienti specifici (salmone, tonno etc.) e avvolte in foglie d’alga;
- Gyoza: fagottini ripieni di carne o verdura.
Uno dei miei ristoranti giapponesi preferiti è Sushisen, in Via Giuseppe Giulietti, 21A.
Giro del mondo a Roma: l’Africa
L’Africa mi manca. Sono stata solo in Egitto e Tunisia, ma quella che cerco è l’Africa “vera” (o nera, dir si voglia).
Il mio giro del mondo a Roma me ne ha fatto trovare qualche pezzo.
La chiesa dei congolesi

Passavo per caso da Piazza Pasquino, a due passi dalla più famosa Navona, quando venni attirata dai canti di una comunità che sprizzava gioia e sofferenza allo stesso tempo: ero davanti alla Chiesa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ogni domenica, infatti, alle 11 viene celebrata la messa in lingua francese, italiana e lingala (parlata nella Repubblica Democratica del Congo).
Che dire? Venni presa da un attacco di vita e, da allora, mi sono ripromessa di partire quanto prima per il Continente Nero. Se si parla di mal d’Africa ci sarà un motivo…
Il Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini

Si trova in piazza Guglielmo Marconi 14, all’Eur: è il Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini, confluito nel Museo delle Civiltà. Tra le sezioni c’è, appunto, quella dedicata all’Africa.
Qui si trovano circa 10.000 pezzi d’artigianato – come strumenti musicali e oggetti in avorio – provenienti da Eritrea, Sudan, Etiopia, Congo, ex Regno Zulu e Zambesi.
Per costi e orari, basta andare sul sito del museo.
La cucina africana

Mai provata la cucina africana? Ecco tre piatti tipici, da me molto amati:
- Cous cous di pesce;
- Tajine: a base di carne o pesce, prende il nome dal tegame in cotto in cui viene preparato;
- Zighinì: sorta di crepe acidule sulle quali si posano spezzatino piccante di pollo o carne, verdure, legumi e insalate. Da mangiare rigorosamente con le mani.
Uno dei miei ristoranti: Africa, in Via Gaeta, 26.
Giro del mondo a Roma: l’Oceania

Sembra incredibile, ma a Roma – e precisamente a Ostia – possiamo trovare anche un pezzo d’Australia, Paese remotissimo.
Pare, infatti, che presto sarà disponibile uno spazio di oltre 25.000 metri quadri dedicato allo sport: attraverso il bando “Villaggio dello sport 2021”, il comune mette a disposizione 35.000 euro per la sua realizzazione.
Ma cosa c’entra l’Australia? Il Paese, con la sua iperattiva Bondi Beach, ha fornito in realtà lo spunto per la creazione di un’area in cui organizzare eventi sostenibili e plastic free. Speriamo sia presto disponibile!
La cucina australiana

Un giro del mondo a Roma che si rispetti non può prescindere dalla ricerca di almeno un ristorante australiano. Un compito arduo, nevvero?
In effetti, la cucina australiana non è né delle più ricche né delle migliori, ma ha comunque qualche piatto di cui vantarsi. Eccone alcuni:
- La bistecca Tomahawk (parte anteriore della lombata di manzo). Si tratta di un taglio raro e, appunto, pregiato;
- Il barramundi, pesce di cui gli australiani vanno matti;
- L’abalone, frutto di mare diffuso in Australia o nelle cucine dei grandi chef nostrani.
Ancora non conosco alcun ristorante che serva canguro a Roma 😀
Giro del mondo nella capitale: l’America
O meglio: Sudamerica.
Il giro del mondo a Roma tocca anche una porzione di mondo che amo e a cui ambisco da anni. Gli esempi sono tanti:
Chiesa di Santa Maria della Luce

Questa chiesa si trova a Trastevere, in via della Luce.
Fondata nel IV secolo, dal 2003 è sede della missione latinoamericana, che presta servizio agli immigrati. Al suo interno si trovano anche alcune immagini care ai diversi popoli sudamericani.
Il giovedì e la domenica la messa viene officiata in spagnolo e in portoghese.
Eventi
Sono diverse le associazioni che organizzano eventi “sudamericani”. Una di queste è Tinta Hespana, che propone corsi in spagnolo e laboratori teatrali in lingua, ma anche visite guidate e progetti per le scuole.
Il prossimo evento si terrà il 15 maggio: una visita dell’EUR in spagnolo in compagnia del giornalista Julio Ocampo.
La cucina sudamericana

Se c’è una cucina che amo è quella sudamericana. Di seguito, alcuni piatti-simbolo:
- La feijoada brasiliana: è una fagiolata preparata con riso, carne di maiale e manzo. E, ovviamente, fagioli;
- Il ceviche peruviano: pesce crudo, marinato per ore in un composto di lime, cipolla, peperone, peperoncino piccante, sale e pepe;
- L’asado argentino: carne grigliata o arrosto, cui aggiungere il chimichurri, salsa verde preparata con prezzemolo, aglio e peperoncino.
A Roma bisogna provare l’Imperio Gaucho Churrascaria, ristorante brasiliano nel quartiere San Paolo.
Giro del mondo a Roma: altre mete

Devo fermarmi qui, altrimenti continuo a scrivere per ore. Ho tralasciato l’Europa e l’Antartide (la mia prossima sfida), ma penso che per ora possiate accontentarvi.
In realtà, l’articolo serve a darvi uno spunto qualora vogliate venire nella capitale e siate affamati di mondo. La cosiddetta pandemia ci ha privati di uno dei piaceri fondamentali della vita: il viaggio. Ma noi ci prendiamo gioco di lei e il mondo lo andiamo a stanare ovunque!
6 risposte
Vuoi mettere il vantaggio di vivere in una grossa città invece di una piccola città di provincia? Sicuramente da entrambe le parti ci sono vantaggi e svantaggi, ma nella mia città tra pianura e campagna la cosa più “esotica” è un ristorante cinese di dubbia qualità. Tutto il resto è noia. L’idea di vivere in un posto come Roma, dove si ha l’impressione di cambiare nazione e continente da un’angolo all’altro è davvero entusiasmante!
Su questo posso capirti, perché anche io ho vissuto in provincia. Preferisco la città o, comunque, i luoghi limitrofi…
Interessante articolo, non avevo mai pensato di vedere Roma da questi punti di vista, e per fortuna che ci sono venuta spesso. Devo ritornarci seguendo la tua ottica indicata nell’articolo per un’esperienza diversa.
Grazie Lara ????
Ma io ti adoro! Tutto questo è meraviglioso.. Vengo molto spesso a Roma, ma non avevo mai pensato a queste associazioni! La cucina australiana mi manca, quindi mi piacerebbe molto provarla…Grazie mille per le dritte!
Grazie mille Patrizia, ti aspetto!