Dove fare trekking nel Lazio? Rispondo a questa domanda a ragion veduta: dal 2020 non faccio altro che visitare la regione in cui vivo da circa 20 anni.
Non tutti i mali vengono per nuocere: le restrizioni mi hanno dato la possibilità di innamorarmi una seconda, una terza e una decima volta del Lazio, regione misconosciuta probabilmente a causa di una presenza che monopolizza l’attenzione: Roma.
Ad ogni modo, perché fare trekking nel Lazio? Perché è una regione che vi sorprenderà, perché fa bene alla salute e perché consente di evitare la folla (se si decide di non optare per il fine settimana e le feste comandate).
Dove fare trekking nel Lazio: alcune mete ideali
Seguono alcuni dei percorsi possibili: li ho scelti tra quelli sperimentati e, soprattutto, molto amati da me medesima 🙂
Un consiglio: scaricate Wikiloc, app utilissima per gli amanti del trekking!
Trekking nel Lazio: il lago della Duchessa

Trekking nel Lazio, ma anche in Abruzzo: il lago della Duchessa, infatti, è al confine tra le due regioni.
Si parte da Cartore, in provincia di Rieti, consapevoli della difficoltà (media) del percorso.
Perché scegliere questa escursione: arrivati in vetta (1.802 mt.), si riceverà la risposta. Lì, infatti, si trova un bellissimo lago, spesso circondato da cavalli in libertà che si abbeverano nelle sue acque.
L’ideale è fermarsi almeno mezz’ora per mangiare e riposarsi.
La salita da Cartore è piuttosto impegnativa e anche per la discesa occorre tempo. Ecco perché vi consiglio di partire di buon’ora e di calcolare bene il ritorno, evitando il rischio di attraversare il bosco con poca luce.
L’andata impiega circa 2,45 h, ma ogni tanto è d’obbligo fermarsi e ammirare le bellezze attraversate: la Val di Fua, il Vallone del Cieco e Le Caparnie.
Trekking nel Lazio ai Lagustelli di Percile

Altro luogo idilliaco scoperto lo scorso autunno: i lagustelli (ossia: piccoli laghi) di Percile, comune in provincia di Roma.
Si tratta di un percorso decisamente più facile, ma anche più ostico per via della segnaletica non chiarissima.
Si parte dal caratteristico borgo e si prende la strada che porta all’azienda “Lago” (località Porcareccia, a 4 km c.a. da Percile), fino al cancello di entrata. Da qui in poi (a sinistra del cancello) si prosegue a piedi per circa 2 km.
Siamo nel Parco Regionale dei Monti Lucretili: il bosco è incantevole, ma ancor più incantevoli sono i lagustelli, nelle cui acque smeraldo si riflettono i colori della selva e delle molteplici specie che la popolano.
I 750 mt. di altitudine e la quasi totale assenza di pendenza rendono questo itinerario adatto a tutti.
Il Sentiero Planetario sul Terminillo

Vi avevo già parlato di questo sentiero nel mio articolo sul turismo astronomico. E no, non si finisce su un altro pianeta, ma in uno dei tanti percorsi di trekking nel Lazio.
7,7 km che si snodano dal Sole a Plutone passando per gli altri pianeti, qui materialmente presenti: su questo sentiero (da percorrere a piedi, con le ciaspole o gli sci da fondo) sono riprodotti sia i corpi celesti che la distanza esatta (in scala, ovviamente).
Per percorrerlo tutto occorrono circa 2 ore e 45 minuti. Si parte dal Residence Tre Faggi e si arriva al Rifugio Angelo Sebastiani, che si trova a 1 820 mt.! Un sentiero che parla di viaggi e che, non a caso, è dedicato a Jules Verne, di cui è possibile leggere qualche frase tra un pianeta e l’altro di questo itinerario immaginifico.
Il villaggio abbandonato di Galeria Antica

Fare trekking nel Lazio significa anche scoprire i suoi borghi fantasma. Uno dei più affascinanti è sicuramente Galeria Antica, che ho visitato proprio di recente.
Si trova sulla via Braccianese, a pochi chilometri da Roma. Per raggiungerlo, ho parcheggiato la macchina a Santa Maria di Galeria, un manipolo di case dominate dal Santuario di Santa Maria in Celsano.
Potete guardare la mappa per capire meglio come si raggiunge il borgo abbandonato a inizio ‘800, pare a causa di un’epidemia di malaria. Rimangono delle domande aperte: perché l’abbandono fu così repentino, tanto che molti corpi vennero lasciati per strada, senza ricevere una degna sepoltura?
Detto questo, camminare tra le rovine arroccate sul tufo, con lo scroscio del fiume Arrone in sottofondo, è un’esperienza che consiglio a tutti di fare. Si tratta di un trekking piuttosto semplice, anche se a volte ci si ritrova a scansare gli arbusti per imboccare dei sentieri.
State attenti poi a non sporgervi troppo, perché alcuni punti ricoperti dal fogliame sono a picco sulla vallata.
Gli Altipiani di Arcinazzo

Non sapevo di poter trovare paesaggi alpini in provincia di Frosinone. Gli Altipiani di Arcinazzo e le località limitrofe offrono, secondo me, tra i migliori percorsi di trekking nel Lazio.
Una delle passeggiate che si possono fare è quella che conduce al famoso Arco di Trevi, costruito in epoca preromana con dei grossi blocchi di calcare.
Bisogna imboccare il sentiero 692 C, nel Parco dei Monti Simbruini, oppure arrivarci dalla strada statale che da Guarcino va in direzione Altipiani di Arcinazzo. Al chilometro 39.500 si trova un cartello che indica il fitto bosco. Abbiate fiducia: arriverete all’Arco di Trevi dopo circa 20 minuti di passeggiata spedita.
Trekking nel Lazio sul Monte Orlando

Il Monte Orlando fa parte dell’Ente Parco Regionale Riviera di Ulisse ed è il luogo perfetto da cui osservare il mare di Gaeta e le Isole Pontine. Il punto ideale è proprio la falesia che si butta a picco nel blu. Qui si possono anche fare delle arrampicate se si è degli sportivi doc.
Essendo un monte (è l’ultima propaggine degli Aurunci), richiede un minimo di capacità di sopportare la fatica, non eccessiva ma sufficiente a stimolare un po’ di fiatone nei sedentari.
Un monte particolare, perché vi si trovano non solo moltissime specie vegetali, ma anche testimonianze storiche di rilievo: il Museo Real Ferdinando, le Batterie Dente di Sega e Cinque Piani e il Mausoleo di Lucio Munazio Planco.
In tutto sono circa 4 km e mezzo (3 ore di cammino).
Del Monte Orlando fanno parte anche la celebre Montagna Spaccata e la Grotta del Turco.
Perché fare trekking proprio nel Lazio
Voglio dire: se, anziché accalcarsi tutti negli stessi luoghi e negli stessi periodi, ci dedicassimo a esplorare anche parti meno conosciute del nostro Stivale, ne ricaveremmo innumerevoli benefici.
L’ambiente ringrazierebbe, ma ringrazieremmo anche noi: ci troveremmo a chiederci spesso come sia possibile che non sapessimo nulla di un dato luogo e scopriremmo un’Italia rimasta per troppo tempo sotterranea.
Gaeta è famosa, certo; ma quanti sono saliti su Monte Orlando? E chi conosceva gli Altipiani di Arcinazzo?
Con questa breve lista di percorsi, spero di avervi invogliati a cercare le tante perle nascoste nel nostro bellissimo Paese.
2 risposte
Che piacere trovare Gaeta in questo articolo! Il Parco di Monte Orlando Si presta benissimo al trekking e alle arrampicate su roccia. Non conosco però nessuno degli altri percorsi da te selezionati. Essendo laziale devo assolutamente recuperare!
Sì sì, devi ^_^ Ti ho pensata nello scrivere questo post