Cosa vedere sull’Ostiense: tra archeologia industriale e architettura avveniristica

Bisogna essere intelligenti per andare sull’Ostiense e apprezzarne l’archeologia industriale.

Non sto esagerando o sminuendo qualcosa, ma solo mutuando le parole di Gesualdo Bufalino sulla sua Ragusa:

Una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia

Nel quartiere Ostiense non si trova nulla di tutto ciò: né tufi silenziosi né persiane sigillate. Semmai diversi scorci dal sapore industriale, appunto, come quelli sul Gazometro, salito agli onori del cinema contemporaneo grazie a Ferzan Ozpetek e alle sue Fate Ignoranti.

Itinerario sull’Ostiense: tra popolare e industriale

Vivere a Roma: grande pozzanghera ed edifici abbandonati sull'Ostiense
Dal ponte Settimia Spizzichino

Bisogna zigzagare, da queste parti, e abbandonare i punti fermi. Non esiste un vero e proprio itinerario per visitare il quartiere Ostiense, che invece offre suggestioni a coloro che hanno la “qualità d’animo” di cui sopra.

Nonostante ciò, è possibile immaginare un percorso – per quanto disordinato – con un inizio e una fine, laddove l’inizio corrisponde con un quartiere a sé.

Il quartiere Garbatella

Persone che mangiano all'aperto nel quartiere Ostiense, a Garbatella
Piazza Sant’Eurosia

Piazza Sant’Eurosia

La Garbatella (di cui ho già parlato abbondantemente in un articolo), pur essendo profondamente popolare, in fin dei conti nasce come quartiere avveniristico. Così, almeno, era considerato all’epoca della sua fondazione, gli anni ’20.

Le abitazioni, chiamate altrimenti lotti, rappresentavano una novità architettonica e i progetti che fioccavano intorno al quartiere, anche se mai pienamente realizzati, gli conferiscono ancora oggi una connotazione sperimentale, per quanto ormai vintage.

Pensate che qui doveva essere scavato un canale navigabile per collegarla al Lido di Ostia, ma l’idea dell’ingegnere Paolo Orlando si trasformò purtroppo in un nulla di fatto.

Oggi la Garbatella è considerata una zona radical-chic, dove i villini dell’epoca fascista convivono con la Street Art e, soprattutto, con un continuo fermento creativo, tanto da attirare registi e fotografi provenienti da tutta Italia. Ma anche di architetti e ingegneri.

Il Ponte Settimia Spizzichino

Quartiere Ostiense: il ponte Settimina Spizzichino al tramonto
Il ponte Settimia Spizzichino

Una vera e propria azione di rinnovamento è partita negli anni 2009-2012 con la costruzione del ponte Settimia Spizzichino (sopravvissuta romana all’Olocausto), che collega la Via Ostiense all’omonima circonvallazione, dove l’avvenirismo di questo ponte spicca come una mosca bianca. E bianca è la sua struttura ad arco (per alcuni si tratta di un pitone), che si sviluppa per 160 metri ed è ispirata a progetti spagnoli come quelli dell’architetto Calatrava.

Da dieci anni esatti (era il marzo del 2012) il ponte si snoda armonioso permettendo il transito ad auto e pedoni. L’esperienza più bella è attraversarlo quando il cielo è terso: sembra di veleggiare sul mare. Al tramonto, invece, arrivano i fotografi, per immortalare gazometri e ponte in uno scatto ricco di prospettive.

Il ponte Settimio Spizzichino è una delle poche strutture a dare l’illusione che Roma sia una metropoli futuristica.

Eataly Roma

Facciata di Eataly sull'Ostiense
Immagine presa dalla pagina Facebook di Eataly Roma

Lasciandosi alle spalle il ponte e imboccando via Girolamo Benzoni in direzione dell’Ostiense, ci si può imbattere in un’altra struttura moderna: si tratta di Eataly, punto vendita dove trovare l’impossibile, ma solo con un portafogli ben dotato.

E pensare che, fino a poco tempo fa, Piazzale XII ottobre 1492 era un luogo da evitare. Passandoci accanto, potevi scorgere gruppi di uomini dall’aria poco raccomandabile, intenti a fare chissà cosa. Oggi invece puoi comprare il sale rosa dell’Himalaya!

Archeologia industriale: il Gazometro

Profilo del gazometro sull'Ostiense
Il gazometro

Il Gazometro (detto anche gasometro/gassometro o luxometro), ormai simbolo dell’archeologia industriale, serviva a misurare il volume del gas di città, a serbarlo e depurarlo.

Quello di Roma, nella fattispecie, è del tipo “a telescopio”: si alzava e abbassava, indicando così il livello del gas contenuto.

Costruito nel 1909, è affiancato da altri 3 gazometri più piccoli e oggi serve solo a “fare scena”: molti i fotografi, i cineasti e in generale i creativi che vengono da queste parti, anche per via dei tanti locali presenti.

Fino a qualche anno fa era il Gazometro la maggiore attrazione di una via (l’Ostiense) altrimenti scialba. A caratterizzarla era, più che altro, il susseguirsi di case popolari, bancarelle e un Tevere che scorre parallelo, affascinante, ma praticamente invisibile.

Il Rettorato dell’Ostiense

Rettorato nuovo dell'Ostiense
Foto da https://www.mcarchitects.it/

Da un anno, l’area Ostiense-Marconi-Garbatella è stata rivalutata grazie alla costruzione del nuovo Rettorato dell’Università di Roma Tre, dall’architettura spaziale! L’Ostiense, infatti, è puntellata da Facoltà e segreterie, ma questo avveniristico progetto ha decisamente rivoluzionato l’aspetto della via che conduce a Ostia.

A proposito di Facoltà e archeologia industriale: quella di Lettere e Filosofia si trova nell’ex stabilimento dell’Alfa Romeo.

La Centrale Montemartini

Statua femminile nella Centrale Montemartini
Ostiense: una delle sculture femminili della Centrale Montemartini

In accordo con il circondario, in Via Ostiense 106, sorge un museo che è la summa di antico e contemporaneo: la Centrale Montemartini è un impianto di produzione elettrica risalente a inizio ‘900, dismesso nel ’63 e convertito nel 1997 in museo.

Qui è possibile estasiarsi – in una sorta di straniamento spaziotemporale – di fronte a sculture marmoree che dialogano con le ormai inutili macchine. Il museo è in continuo divenire, arricchendosi di statue spesso sottratte all’abbandono.

Cosa vedere tra le Vie Ostiense e Portuense

Murales a Roma Ostiense: i mille volti di Blu
Credits to “design playground”

Non mi soffermerò a lungo sulla Via Ostiense, divenuta famosa, negli ultimi tempi, per via dei murales che la abbelliscono.

Gli street artist BLU, Sten e Lex, J.B. ROCK, Herbert Baglione, Iena Cruz e Agostino Iacurci hanno fatto di questa via una sorta di cantiere della modernità e dell’arte.

Sempre a proposito di modernità…

Il Ponte della Scienza

Ponte della Scienza con vista sul Gazometro
Credits: Ivan Guiducci (fonte: Wikipedia)

Siamo oltre la Via Ostiense, nel punto in cui il Ponte – ciclopedonale – della Scienza collega il Gazometro al Lungotevere Vittorio Gassman.

Questo ponte, dal 2013, fa da cucitura tra tessuti urbani – per così dire – abbandonati a se stessi. La sua struttura in ferro e legno e la sua forma (una travata centrale con dei lampioni a L rovesciata) rientrano perfettamente in quell’atmosfera post-industriale di cui si parlava poco fa.

Bellissimo percorrerlo in direzione del Gazometro, che funge da fondale prospettico (con le dovute differenze, ricorda il Cupolone visto da Via Piccolomini).

Skaters, ciclisti, pedoni e fotografi amano passeggiare qui e scattare fotografie di sicuro impatto.

Andando verso il Porto Fluviale, si trova un altro ponte, salito all’ “onore” delle cronache proprio ultimamente.

Il Ponte dell’Industria

Il Ponte dell'Industria visto da lontano
Credits: lalupa (fonte: Wikipedia)

Ricordate l’incendio di un anno fa? Beh, il ponte si è fortunatamente ripreso, permettendo ad auto e pedoni di transitare verso Via Marconi.

La sua affascinante struttura non è di recentissima costruzione: la sua nascita risale infatti a fine ‘800, richiamando così la natura industriale della zona.

Sotto scorre il Tevere, qui un po’ squallido, eppure ammaliatore. Le canne da acquitrino lo costeggiano e qualche coraggioso ciclista ne percorre gli argini, tenuti in maniera pessima, purtroppo.

Perché, se non lo aveste ancora capito, la zona dell’Ostiense è così: un mix di vetusto e contemporaneo, nella speranza che il secondo prenda decisamente piede, soppiantando il primo. A Roma, però, si va a rilento in tutto.

Lasciamo così la zona agli allievi ideali di Bufalino, ma anche di Pasolini, profondo conoscitore dell’Ostiense e della Garbatella: quelli che amano scovare la bellezza nella bruttezza, la preziosità nel difforme, la poesia nel tessuto urbano più logoro.

Facebook
Twitter
LinkedIn

Altri articoli

Cosa fare a Bangkok: statue del Palazzo Reale

Cosa fare a Bangkok in 5 giorni

Capire cosa fare a Bangkok non è un gioco da ragazzi: la capitale della Thailandia è enorme e passare da un quartiere

Scoprire l'Egitto a Roma: il Pantheon di sera

Scoprire l’Egitto a Roma

Scoprire l’Egitto a Roma. Come? Iniziando dal Pantheon.  Quasi sempre lo troverai pieno zeppo di turisti. Se, come me, non sei un

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.