Io resto a casa: vi presento la Garbatella

Io resto a casa è ormai diventato un tormentone. Sembra come una di quelle canzoni che, d’estate, vengono pompate ovunque: in tv, sulle spiagge, nei bar. E forse lo diventerà, una canzone. Intanto, però, “io resto a casa” (oltre che un hashtag) è un’affermazione seria, che in questo periodo viene declinata in maniera diversa da persona a persona: facendo fitness davanti allo schermo del pc, dedicandosi alle serie tv o riprendendo in mano vecchie passioni.

C’è poi chi, come me, scopre a mano a mano pezzi della Garbatella, il suo quartiere da ben 13 anni. Io resto a casa, sì, ma vado a fare la spesa come tutti e in farmacia (ormai le due uniche attrazioni). E mi ritrovo a spalancare gli occhi più di prima, affamata di particolari come non lo sono mai stata.

Ecco perché ho deciso che è giunto il momento di parlarvi di un luogo fuori dal tempo e fuori dalla città, nonostante si trovi a poche fermate dal centralissimo Colosseo: la Garbatella.

Io resto a casa: Garbatella state of mind

Albergo rosso alla Garbatella
L’Albero Rosso

C’è un hashtag che circola su Instagram da tempo e che non potrebbe essere più adatto ai giorni che stiamo vivendo: #garbatellastateofmind. Sembra dirci che anche i quartieri, prima di tutto, sono stati d’animo. E nulla è più rincuorante di questo per i viaggiatori.

Io voglio approfittare di questo hashtag, perché ho sempre ritenuto possibile viaggiare con la mente e il mio concetto di viaggio è molto lontano da quello che viene propinato dai media: non ha nulla di frenetico, non ha a che fare con le puntine da aggiungere sulla cartina ed è molto legato alla possibilità di interiorizzare luoghi, persone ed esperienze.

Garbatella – dicevamo – è uno stato mentale. Non è un semplice quartiere residenziale, di quelli silenti di notte e modernamente rumorosi di giorno. Garbatella, infatti, è rumorosa sempre. E ribelle.

Garbatella: persone che mangiano all'aperto in Piazza Sant'Eurosia
Piazza Sant’Eurosia

Qui vivono personaggi in cerca d’autore, e non mi riferisco solo a registi, attori e scrittori… Mi riferisco a uomini e donne dalle peculiarità fisiche e psicologiche da film neorealista, a figure immobili nel tempo.

Si sente sempre qualcuno gridare in modo scomposto: poi ti affacci alla finestra e non scorgi nessuno, come se quelle grida (non di dolore… Sono piuttosto grida di presenza e prepotenza, grida da popolo) fossero rimaste impresse nell’aria e ogni tanto risuonassero come un’eco lontana.

Turismo cinematografico a Garbatella

Viaggiare dentro casa: scena dal film Caro Diario, di Nanni Moretti
Caro Diario

Vi parlavo prima del Neorealismo, ma la Garbatella è una location perfetta sia per il cinema d’avanguardia che per le serie tv amate dagli italiani. Avete presente “I Cesaroni”? La serie, andata in onda nei primi anni 2000, ha portato il turismo a Garbatella: non poche volte mi è capitato di essere fermata per strada da persone che volevano sapere dove si trovasse il famoso bar…

Che poi questo bar è di fatto un buco. Forse c’ho preso un caffè una sola volta in vita mia. Ma si sa, la televisione apre scenari mentali che gli spettatori hanno voglia di ritrovare nelle pieghe della loro quotidianità.

A proposito di turismo cinematografico a Garbatella: il film più famoso che la omaggia è forse “Caro diario”, di Nanni Moretti, che gira in Vespa tra le strade e i lotti del quartiere. Dopo aver visto questo film, è impossibile non innamorarsi della Garbatella: si capisce subito che è un “rione” diverso. Intanto a partire dai colori caldi delle abitazioni, architettonicamente molto tipizzate.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di villini o comunque di condomini che girano intorno a cortili abitati da pini e piante mediterranee. Del resto, Garbatella è a due passi dal mare: percorrendo la Colombo o l’Ostiense, in meno di mezz’ora ci si ritrova a Ostia.

Film e serie tv girati a Garbatella

Garbatella: profilo del gazometro al tramonto
Il gazometro
  • “Una vita violenta”, di Pier Paolo Pasolini (1962). L’immenso Pasolini non poteva non amare la Garbatella, lui così attratto dalla cultura popolare. Ed è a Garbatella che ambienta una scena drammatica del suo film: quella che vede il protagonista, venuto nel quartiere per cantare una serenata, accoltellare un ragazzo con cui si era scontrato.
  • “C’eravamo tanto amati”, di Ettore Scola (1974).  Tre partigiani tornano alla loro vita di sempre, ma la quotidianità li mette a dura prova. Una delle scene è stata girata davanti alla scuola elementare “Cesare Battisti”, in Piazza Sauli.
  • “Fantozzi”, di Paolo Villaggio (1975): il famigerato e adorabile ragioniere, infatti, lavora in quella che è la Regione Lazio. Che si trova proprio a Garbatella.
  • “Bianca”, di Nanni Moretti (1984): una delle scene, come nel film di Scola, è ambientata di fronte alla scuola “Cesare Battisti”. Del resto, la severità e i dettagli della struttura fascista, inserita in un ambiente unico nel suo genere, non poteva non attrarre i registi italiani.
  • “Caro maestro”, serie tv del 1996-1997. Alcune puntate sono state girate proprio a Garbatella.
  • “Romanzo criminale”, di Michele Placido (2005). Il Freddo aveva casa da queste parti.

Ovviamente, film e serie tv ambientati a Garbatella non finiscono qui… A voi il compito di trovarne altri.

Cosa vedere a Garbatella

Garbatella: ponte Settimina Spizzichino al tramonto
Il ponte Settimia Spizzichino

Garbatella va girata come fa Nanni Moretti a bordo della sua Vespa. Non esistono itinerari preconfezionati; non per me, almeno.

Dovete zigzagare tra i villini, le piazzette, i muri rosa, gialli e arancioni. Dovete osservare i dettagli, di cui questo quartiere abbonda: dettagli architettonici che emergono soprattutto nel Barocchetto Romano, tipico stile degli anni ’20 del 900.

Provate a entrare nei cortili, ad annusare i panni appena lavati e a osservare le palme muoversi al vento… Che poi a Garbatella ci sono anche tanti gabbiani, portati qui dal vicinissimo mare.

Ecco un piccolo vademecum su cosa vedere nel quartiere:

  • Piazza Benedetto Brin. Anzi, è da qui che vi consiglio di partire: passate sotto l’arco e passeggiate tra le bellissime case di Garbatella: una sorta di Eden popolare in cui vi verrà voglia di venire a vivere;
  • Il ponte Settimia Spizzichino, sorta di serpente bianco che collega Garbatella a Via Ostiense. Sembra una vela, soprattutto durante i giorni in cui il cielo è blu come solo a Roma;
  • Il Teatro Palladium, ricordo di “giovinezza”: è qui che ho seguito alcune delle mie lezioni universitarie più belle. Il Palladium offre spettacoli d’avanguardia tutto l’anno (come non ricordare Le Sorelle Macaluso, dell’eccezionale Emma Dante?);
  • Piazza Eugenio Biffi. Un luogo di incontro, reso famoso dall’omonimo bar, moderno bistrot che si è inserito perfettamente nel contesto popolare. Inoltre, a Piazza Biffi c’è uno dei vari alberghi suburbani della Garbatella (Albergo Rosso). Gli alberghi suburbani sono nati in risposta al bisogno di collocare le molte persone rimaste senza abitazione per via delle trasformazioni urbanistiche della città. Ecco perché questo tipo di struttura, a metà tra casa e albergo, appunto.
  • La Fonatana Carlotta e la Scala degli Innamorati: pare che nel dopoguerra, le coppie si rifugiassero qui;
  • Piazza Giovanni da Triora: qui si trova il famoso bar dei Cesaroni. A parte questo, è un angolo estremamente suggestivo.

Dove mangiare e bere a Garbatella

Io vi dico solo i miei posti preferiti:

  • Bar Biffi: per la colazione ma anche per un buon aperitivo. Un po’ costoso, ma ne vale la pena;
  • Nero Vaniglia: una buona pasticceria;
  • L’Acino Brillo: un ristorante in cui torno sempre volentieri, soprattutto per i tonnarelli al pistacchio;
  • La Latteria: un luogo perfetto – e in stile garbatelliano – in cui fare l’aperitivo durante le calde sere d’estate;
  • Molo 9/12 Fish Roma: per mangiare pesce. Un posto piccolo e chic;
  • Casetta Rossa: bellissimo cenare all’aperto, serviti come a casa propria.

Buon compleanno Garbatella

Abito a Garbatella da 13 anni e la omaggio solo quest’anno perché a febbraio ha compiuto ben 100 anni! Un’inezia, se si pensa alla storia di Roma. Garbatella, infatti, nacque nel 1920: fu Vittorio Emanuele III a posare la prima pietra, che si trova proprio in piazza Brin.

Spero di avervi convinti a venire a Garbatella. Quando potremo di nuovo riversarci per strada, lo faremo sicuramente in modo cauto e attento a quei luoghi che meritano visite lente e approfondite. Garbatella è sicuramente uno di questi.

 

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18 risposte

  1. Sai che io la Garbatella la conoscevo solo per i Cesaroni? E invece c’è un gran numero di film d’autore che sono stati girati nel tuo bellissimo quartiere, a partire da Caro Diario (che adoro!) a Fantozzi (film cult che ha fatto la storia del cinema italiano). Spesso ci dimentichiamo del luogo in cui viviamo e questo momento ci sta facendo apprezzare di più quello che abbiamo.

  2. Mi piace tantissimo questa tuo inno dedicato al quartiere in cui vivi. Quartiere peraltro davvero interessante! Il mio ricordo della Garbatella appartiene a tantissimi anni fa (davvero un’eternità!) quando fui ospite per le vacanze di Pasqua a casa della zia di un mio compagno delle superiori. Un’esperienza davvero unica a base di abbacchio e tante avventure!

  3. Che dire… Mi hai convinto! Io un giro alla Garbatella appena finisce l’emergenza me lo voglio proprio fare. E nel frattempo lo faccio con la fantasia.

  4. Ho conosciuto la Garbatella tramite I Cesaroni pure io! E da allora ho desiderato visitarla, quindi mi prenoto per un giro della Garbatella con te. Pensi che sarà possibile? 🙂

  5. Beh, essendo della generazione, ammetto che anche io associo la Garbatella solo ai Cesaroni! Dalle tue foto traspare però molto di più, sono un po’ gelosa dell’attaccamento che hai al tuo quartiere. Io vivo fuori città, dove la storia e le tradizioni si sentono un po’ meno.

  6. Quanti ricordi di un pomeriggio passato tra le vie e i muri scoloriti ma pieni di murales. Ho respirato l’aria di una Roma vissuta dal popolo a Garbatella. Ed ammetto di esserci andata proprio per i Cesaroni e vedere il bar che abbiamo trovato chiuso. Mi piacerebbe tornare ed esplorarla meglio.
    Hai ragione anche sulle grida fantasma. Anche noi avevamo sentito delle urla ma visto nessuno nei paraggi.

  7. Bellissimo questo tuo post Roberta, adoro! Innanzitutto perché è proprio in questi quartieri quasi trascurati dalle mete della movida alla moda che trovi gli scorci cinematografici e l’anima verace dello spirito romano (anche troppo 😀 ). E poi perché avrei dovuto fare lì un tour fotografico che non vedevo l’ora e invece…. Interessanti i riferimenti del tuo quartiere e belle le foto 🙂

  8. Si cara Roberta, mi hai proprio convinto! Io che amo così tanto Roma non ci sono mai stata e la tua descrizione e le tue foto la presentano così vera e pulsante che mi pento amaramente di non averlo fatto. Spero di poter rimediare al più presto.

  9. Conosco poco questo quartiere: a Roma da turista si visitano le piazze e le vie iconiche per monumenti e fontane. Trovo però meraviglioso che, nell’orrore del momento, si riscoprano i particolari e la bellezza di ciò che abbiamo sotto gli occhi sempre. E’ la rivalutazione di una parte della tua vita, fatta di strade. portoni e palazzi. Questo periodo di pausa può servire a pensare a quanta bellezza ci circonda. Troppo spesso, per la fretta, non ci facciamo caso.

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