Viaggio nel sociale: Nuovo Corviale, il “serpentone”
“La sua stessa scala, il suo proporsi con questa sua monumentalità e con questa sua prevaricazione sul paesaggio, sono delle cose non casuali per Roma, ma hanno dei ricordi molto precisi nella storia di questa città“.
Carlo snocciola racconti di vita. Eccolo nell’inverno del ’77, tre anni dopo la posa della prima pietra, il 12 maggio del ’75: a vent’anni stava sui tetti del Serpentone a stendere catrame, “pensavo di costruire uffici per l’aeroporto“. Veniva dalla periferia opposta della città, da Tiburtino, e allora non immaginava che tempo quindici anni a Corviale avrebbe trovato casa. “Non volevo venire a vivere qui, ma c’è capitata un’occasione…“.
Architettura urbana
Ti piace perderti per i corridoi dalle geometrie ripetitive, affacciarti dalle terrazze o salire e scendere le gradinate dei “teatri” all’aperto o costruiti dentro le sale predisposte per le assemblee? Vuoi raggiungere un quarto piano, quello che doveva ospitare negozi e che invece è stato occupato. Aspettate il turno davanti all’unico ascensore lì funzionante.
“Con la biblioteca, i servizi sportivi, gli uffici pubblici… ora la situazione è migliorata, prima neppure l’autobus arrivava – spiega Carlo – qua è sempre mancato il controllo quindi ognuno ha sempre fatto come poteva. Come voleva“.
Paradossale: contenitore di decine e decine di storie cresciute ai margini, e allo stesso tempo desiderose di esorcizzare il senso di straniamento con qualsiasi risorsa a disposizione. Carlo fa cenni a chiunque incontriamo anche se ammette “non conosco i nomi ma di vista qua tutti ci conosciamo“. Oltrepassate un soggiorno sul prato, una poltrona di pelle accanto a delle sedie e a una panchina…
Ogni scorcio di questo paesaggio urbano è come una sirena al tuo occhio. Ogni dettaglio sembra significare, e tu sei al centro di un gioco di diagonali e proiezioni orizzontali e verticali…
e visioni speculari di enigmatica forza.
“Corviale è come un guscio pesante, che dentro nasconde vita. Quando vieni a Corviale l’imponenza della sua struttura ti distrae dal resto“. Saluti Carlo, che rientra nel ‘guscio’, e tu te ne vai.
Una risposta
Mi piace molto questo articolo, noi qui in Germania stiamo allestendo una piccola mostra su Corviale e non è facile trovare tra tutti i commenti sensazionalistici – droge! degrado! criminalità! – delle voci così equilibrati. Grazie mille Ellen