Roma è la città più bella del mondo: la conferma alle Terme di Caracalla

Ora, andare alle Terme di Caracalla può davvero coincidere con un tuffo al cuore: entri e i tuoi occhi spaziano tra il blu del cielo e il bianco delle soffici nuvole, tra il verde brillante dei pini a ombrello e i laterizi aranciati dei magnifici resti. Figuriamoci se ti trovassi di fronte all’intatta policromia delle terme di allora…

I Romani saranno anche stati grezzi al confronto con l’eleganza dei Greci, ma le loro architetture e l’ingegneria ad esse sottesa ti colpiscono più di qualunque linea ardita di Calatrava (provate ad andare a Ostia antica!).

Nel III secolo d.C. dovevi pagare ¼ di asse (l’equivalente di pochi centesimi) per entrare alle Terme di Caracalla. Si trattava di una manovra dell’imperatore, volta a magnificare se stesso di fronte al popolo, ma dei prezzi così democratici sarebbero apprezzabili anche oggi. Anche perché le nostre spa non valgono lo splendore dei mosaici, delle lastre di marmo, delle colonne di porfido rosso e dei corpi nudi degli atleti dell’epoca.

Ti assale un po’ di sconforto: per raggiungere le Terme di Caracalla hai superato buche ed edifici in cemento, vandalici graffiti e zone pericolanti. Inevitabile che ti chieda che fine abbiano fatto i “veri” Romani, amanti della bellezza e dell’opulenza, del rigore militare (applicato anche alla struttura cittadina) e della monumentalità.

Terme di Caracalla: archeo-fantasia

Ruderi delle Terme di Caracalla
Terme di Caracalla

Tu immagini e immagini ancora, cercando di recuperare pezzi di film a compensare ciò che l’occhio non vede. Perché ancora una volta ti rendi conto che l’archeologia ti chiede fantasia, non solo nozioni storico artistiche. È un lavoro da visionari.

Ti dirigi, quindi, verso i resti dell’antico calidarium delle Terme di Caracalla e ti chiedi come facessero, i Romani, a scaldare l’acqua. Scopri anche che esisteva un impianto sotterraneo, il cui funzionamento eguagliava in efficienza quello di alcune case attuali, specialmente nordeuropee. Il calore, infatti, si diffondeva a terra e, attraverso dei tubuli di terracotta che si arrampicavano sulle pareti, permetteva all’ambiente di riscaldarsi e al fumo di uscire.

Ti inoltri, carica di timore reverenziale, in mezzo alle affascinanti rovine e arrivi nella palestra, da cui proviene il Mosaico degli Atleti, ora in Vaticano. Gli sportivi dell’epoca amavano la lotta senza regole (la cosiddetta pancratio), ma anche quello che oggi si chiama beach volley.

Rovine viste da un arco all'interno delle terme di Caracalla
Rovine

La promiscuità era vietata, alle Terme di Caracalla. Cionondimeno non mancavano le prostitute e stanze apposite dove intrattenersi con calma. Corsi e ricorsi della storia.

E che dire dei petti maschili completamente depilati?
I gabbiani garriscono sulla tua testa: – qui vicino c’è il mare – sembrano ricordarti.
Cammini mentre il buio avanza e il fresco ti accarezza piacevolmente la pelle. Le maniche corte continuano a non rivelarsi troppo leggere nella Roma di fine ottobre. Anche quando arrivi nell’ex frigidarium, dove provi a figurarti quelle gelide acque, in cui ci si rigenerava dopo il calore della sauna.

All’improvviso ti si apre di fronte la natatio, ex piscina olimpionica (misurava ben cinquanta metri). Era a cielo aperto e tu la guardi con la nostalgia di chi non sa cosa significhi nuotare tra nicchie piene di statue e discorsi di alta levatura sul futuro dell’impero.

In compenso ti raggiungono le chiacchiere dei visitatori sul meteo e sulle ultime elezioni. Qualcuno parla anche della bellezza del luogo, che infine riesce a superare qualunque barriera e a imporsi sulle grettezze della quotidianità.

Visitare le Terme di Caracalla

Le terme sono aperte nei seguenti orari:

  • dall'ultima domenica di ottobre al 31 dicembre: 09:00-16:30
Il biglietto è acquistabile sia in loco che online.

Adulti: 8 euro.

Ragazzi fra i 18 e i 24 anni: 4 euro.


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