Il mio amore per il cinema è nato molto fa. Ecco perché sto pensando da tempo alla stesura di itinerari cinematografici ad hoc per appassionati che girano il mondo.
Pensate che avrei voluto farne una professione. Sì, il mio sogno era diventare una star, tipo quelle degli anni ’20; sogno sostituito, in età più matura, da quello di dirigere lungometraggi e documentari. Poi le cose hanno preso una piega diversa ma nessuno può impedirmi di unire l’amore per i film con quello per i viaggi e di percorrere e far percorrere itinerari cinematografici emozionanti.
Avevo già scritto un paio di articoli su La Grande Bellezza, di Paolo Sorrentino, intrecciando scene del film e location romane. Oggi, invece, è la volta di quel genio di Federico Fellini e della sua città: Rimini.
Sono tornata proprio ieri dall’Emilia Romagna. Ho apprezzato Rimini per svariati motivi: la bellezza del suo centro storico, l’invogliante lungomare, la cucina e le persone, di una simpatia e accoglienza uniche.
Ero lì per un motivo: l’UlisseFest, festival dedicato al viaggio da Lonely Planet. Un’occasione perfetta per parlare e ascoltare perle sul mio argomento preferito. Tra le attività proposte, una pedalata sulle orme di Fellini, che ovviamente non mi sono lasciata sfuggire.
Ho quindi noleggiato una bici da Bike Tour (in viale Amerigo Vespucci, 12) e seguito l’accompagnatore di noi intrepidi, che ci siamo svegliati alle 06.00 di domenica mattina, pur di…
Itinerari cinematografici: Rimini e Fellini, un rapporto di amore e odio

Fellini non è mai stato particolarmente amato dai riminesi. Il motivo è presto detto: vi stupireste se vi dicessi che non una sola scena di Amarcord è stata a girata a Rimini? Eppure è proprio Rimini che il capolavoro felliniano mette al centro. La spiaggia, però, è quella di Ostia, e gli interni… Beh, presi in prestito da Cinecittà.
Fellini, infatti, lasciò il comune romagnolo e si trasferì nella capitale, che gli dava più aria (e ne dava, soprattutto, alla sua creatività). Del resto, nel suo DNA c’erano geni romani, benché il legame con Rimini sia stato fortissimo.
Amarcord: il racconto di una città reale e immaginaria
Una parola che significa, in dialetto, “io mi ricordo”. La Rimini della pellicola del regista, però, è a metà tra ricordo e sogno. Ed è questa posizione tra due dimensioni ad averla resa, paradossalmente, così famosa, nonché meta di uno degli itinerari cinematografici più belli d’Italia.
Rimini, anni ’30. Un intreccio di storie e caratteri. Feste, adunate fasciste, quotidianità e, al centro, Titta Biondi, prima adolescente e poi uomo. Un personaggio tramite il quale Fellini volle rappresentare un suo vecchio amico d’infanzia.
Ad accompagnare il tutto, la scrittura di Tonino Guerra e le musiche di Nino Rota.
Amarcord è un film che ho adorato, perché non dà spiegazioni ma solo suggestioni, emozioni. Ciò che vorrei trasmettere anche io con il mio blog.
Itinerari cinematografici: la Rimini di Fellini

Seguire gli itinerari cinematografici in bicicletta è, a mio avviso, un’idea vincente. Almeno a Rimini. I chilometri si percorrono velocemente e la bici, con il suo essere un mezzo vintage, ben si attaglia a questo percorso nostalgico.
Le tappe per un itinerario memorabile
Partenza da Viale Amerigo Vespucci 12: raggiungo via Dardanelli 10, dove il regista romagnolo nacque il 20 gennaio 1920. Siamo vicini alla stazione ferroviaria e nessuno penserebbe al Maestro osservando quella casetta bianca e semplice.
I genitori erano di Gambettola, un comune vicino chiamato anche E’Bosh, Il Bosco. Un luogo che – come sottolineato dalla nostra simpaticissima guida – aveva quasi dei tratti mitici: gli si associavano personaggi dalle fattezze strane, proprio come agli abitanti del bosco.
Pedalo ancora un po’ e raggiungo Casa Amarcord, al numero 41 di Via Roma. Qui abitava il vero amico di Fellini, quel Titta interpretato nel film da Bruno Zanin.
Da via Roma a via Clementini 9 la biciclettata è breve: e così mi trovo di fronte alla casa che fu dei genitori una volta che Federico decise di andare a vivere a Roma. Pensate che marito e moglie vissero sempre in affitto, nonostante avessero una buona situazione finanziaria. Che fossero degli inquieti come me? O delle persone che davano poco peso ai possedimenti?

Suggestioni felliniane
Arrivo in Piazza Tre Martiri, dominata dal Tempietto di Sant’Antonio. La piccola struttura ottagonale venne eretta in occasione del “miracolo della mula”, la quale – si dice – prese il sacramento da Sant’Antonio da Padova.
In questa piazza, che venne ricostruita a Cinecittà per Fellini, si faceva quello che alcuni chiamano lo “struscio”: i giovani riminesi osservavano le donne passare. Vi ricordate le tre baffone di Amarcord?
Si chiamavano ‘baffone’ per la peluria dorata o bruna che visibilmente ricopriva il labbro e il polpaccione sodo, guizzante. Noi, fuori, contavamo febbrilmente le biciclette accatastate contro il muro della chiesa per sapere quante ‘baffone’ erano venute giù. Da un fanalino rotto, da un pedale senza gommino, da certi aggeggi fabbricati in casa e applicati con spranghe e spaghi ai manubri, sapevamo se dentro la Cappella c’era anche la ‘baffona’di Santarcangelo, coi capelli rossi, che portava il maglione ‘argentina’, senza reggipetto sotto; o le due sorelle di Santa Giustina, quadrate e spavalde, che si allenavano per partecipare al giro d’Italia.
Questo pezzo è tratto da La mia Rimini, libro in cui Fellini si racconta. Non trovate che i canoni odierni, così cambiati negli anni, stiano producendo mostri di perfezione? E pensare che, anni fa, una donna piena di forme e peli poteva attizzare le migliori fantasie maschili…
Itinerari cinematografici: verso il cuore di Rimini
Ma andiamo oltre: andando avanti, in Corso d’Augusto 115, si trova la prima casa in cui abitò Fellini: Palazzo Ripa.
La prima casa che io ricordo veramente è il palazzo Ripa. C’è ancora: è un palazzo sul Corso. Il nostro padrone di casa era sempre vestito di blu: l’abito blu, la bombetta blu e una gran barba bianca, come una divinità da blandire, da non irritare. Mia madre si asciugava le mani, mentre diceva: “Bambini, state fermi, c’è il signor Ripa”
Se avete visto Amarcord, ricorderete un pavone camminare in una piazza. Ecco, si tratta di Piazza Cavour, oltre Corso d’Augusto. Qui potete ammirare la Fontana della Pigna e il Teatro Galli, che nei giorni scorsi ha ospitato una conferenza di Tony Wheeler, fondatore di Lonely Planet.
Vedete come cinema e viaggio si uniscono?

Le tappe dell’amore: quello per il cinema e per il circo
Il Castel Sismondo, dietro Piazza Cavour, era la scenografia dell’immaginario felliniano: un tempo questa era una prigione e, prima che il castello fosse recintato e circondato da aiuole, c’era una spianata di cemento.
In questa spianata si fermavano spesso i circensi, che ebbero un ruolo preponderante nei sogni e nei film di Fellini. Dalle finestre del carcere arrivavano spesso fischi e commenti poco politically correct nei confronti delle cavallerizze, che vestivano in abiti succinti.
E che dire del cinema Fulgor, dove Fellini si innamorò dei film? “Maciste all’inferno” fu galeotto. Si trova in Corso d’Augusto 162.

Le gloriose tappe finali
Vi consiglio di proseguire lungo via Gambalunga e di arrivare in Piazza Ferrari, dove si trova il suggestivo Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale. Si chiama anche “statua dei nudi”, in quanto rappresenta un uomo e una donna nudi, appunto. Questa statua viene nominata da Titta, che arrivava a sognarla spesso la notte (anche Fellini quindi?).
Il giro prosegue a Borgo San Giuliano, ex quartiere di pescatori, caratterizzato da case colorate e murales in tema felliniano.
Si attraversa il bellissimo ponte Tiberio e si va a zigzag, ispirati dai disegni. Un’atmosfera magica, aiutata dalle rappresentazioni del regista, di Giulietta Masina, di Mastroianni e di tanti altri personaggi.
Ultimo ma non meno importante: il Grand Hotel, luogo evocativo di atmosfere ormai passate. Fondamentale il ruolo che ebbe nell’immaginario di Fellini, che sognava un andirivieni femminile da mettere assolutamente sullo schermo. E nella propria vita.

Mi fermo qui, di fronte a un croissant, nel giardino dell’hotel. Prima di riportare la mia bicicletta, mi faccio inondare dal mio personale Amarcord: quello di un’ex studentessa del DAMS, avida di film e di viaggi, di storie da assorbire e da raccontare. In Viaggio con Lollo, del resto, non risponde a questo ancestrale bisogno?
12 risposte
Ma sei un mito Roberta! Bellissimo articolo uscito alla velocità della luce…
Urca Diana, mi hai sgamata! 😀 Sì, avevo paura di dimenticare i contenuti della pedalata di ieri 😉
Come hai fatto a rralizzare una ricerca così precisa e approfindita sui luoghi felliniani di Rimini?! E’ davvero un modi diverso di scoprire non solo la città ma anche momenti di un mondo forse perduto o forse profondamente senza tempo come i sogni e come il genius loci che Fellini ha fermato per sempre sullo schermo.
Ho seguito una guida meravigliosa, che ci ha raccontato il grande regista pedalando e leggendo le poesie di Tonino Guerra. Momenti pieni di poesia…
veramente delizioso il tuo articolo sulle tappe felliniane di Rimini. Hai colto l’essenza del grande maestro che pur avendo girato a Cinecittà portava nel cuore la sua romagna. Che bei personaggi ha saputo raccontare e davvero “amarcord” lo dicono i vecchi quando parlano dei tempi in cui le donne non erano dei grissini
Grazie mille Antonella, sono felice che ti sia piaciuto 🙂
Anche io adoro il cinema e non sapevo che Rimini avesse questo legame così interstate con Fellini. Come sai non torno a Rimini dai tempi dell’università e rivederla in questa veste nuova mi piacerebbe molto
La prossima volta noleggia una bici e vai ☺️
Ecco brava!! Noi siamo sempre a caccia di itinerari vicini al mondo del cinema, location di film e tv series, insomma i cineviaggi ci piacciono un sacco!! Grazie x aver condiviso questo post!
Che bello Moira, felicissima per questo ☺️
Mi segno questo tuo interessante itinerario, perché vado abbastanza spesso a Rimini a trovare degli amici, ma tra una chiacchiera e l’altra non mi rendo molto conto di quello che ci circonda! Infatti sul blog non ho ancora scritto nulla di questa cittadina! 🙂
Vai, fammi sapere ☺️