5 piatti da provare in giro per il mondo

Un’esperta di piatti da provare in giro per il mondo. Ecco cosa potrei essere. Perché io e il cibo siamo tutt’uno.

Sì, amo mangiare e non capisco il proverbio latino “de gustibus non est dispuntandum”, visto che sono praticamente onnivora. A esclusione di pochissimi piatti, mangio tutto e quando viaggio non mi faccio alcun problema nel provare le cucine locali.

Vi dirò di più: amo sperimentare, provare cose nuove e, magari, riproporle a casa una volta tornata.

Per me, mangiare è vivere. Se – come diceva il filosofo Feuerbach – l’uomo è ciò che mangia, allora io sono il frutto di tutto ciò che le mie papille gustative hanno toccato in svariati anni di vita e di viaggi. Insomma, sono una buona forchetta e guardo con diffidenza chi pranza con l’insalata.

Allora, volete sapere quali sono, per me, i 5 piatti da provare in giro per il mondo?

5 piatti da provare in giro per il mondo

La lista che segue è cronologica: va dal primo all’ultimo viaggio fatto. Ovviamente non cito tutti i Paesi visitati ma quelli che, a livello culinario, mi hanno lasciato dei ricordi indelebili.

Grecia: l’insalata greca

Piatti da provare in giro per il mondo: insalata greca
Insalata greca

In Grecia si mangiano, tra le altre cose, insalate gustosissime e pannocchie arrostite per strada (adoro lo street food ma lo amavo ancor di più quando non aveva ancora tutta questa fama).

Comunque: so che poco sopra ho detto di guardare con diffidenza chi mangia insalata in pausa pranzo, ma è anche vero che quella greca è una cosa a sé stante.

Ricordo ancora una cena a Salonicco, con quel profumino di cetrioli che fanno tanto estate… Non pensate, però, a un piatto leggerino: non solo cetrioli, ma anche pomodori, tante cipolle, olive Kelemata e Feta. Il condimento? Olio, sale e origano.

Non sono una fan della feta (l’ormai internazionale formaggio greco), ma vi assicuro che in Grecia ha un altro sapore! Un po’ come il tofu: quello che troviamo in Italia, solitamente, ha il gusto dell’aria.

In Grecia ho amato anche la gyros pita, versione meno religiosa del kebab turco (vedi il paragrafo successivo): generalmente, infatti, è a base di carne di maiale.

*Queste delizie sono state provare a Paros, Creta, Atene e Salonicco.

Turchia: il döner kebab

Döner kebab a Istanbul
Döner kebab

Era il 1992 e i miei genitori decisero di raggiungere la Turchia con un Fiat 238 ridipinto di rosso e riempito di adesivi. Di quel lungo e avventuroso viaggio vi ho già parlato; ho anche scritto un racconto premiato da Anas.

Girovagando per quella meraviglia storico-artistica che è Istanbul, ci imbattevamo spesso in dei baracchini che presumo essere ancora numerosi. Allora non lo sapevo, ma quei panini deliziosi altro non erano che lo sdoganatissimo Doner Kebab “formato strada”. Erano pieni, traboccanti. E girevoli. Sì perché “doner” significa proprio “rotato”.

I baracchini, vi dicevo: ormai potete vedere ovunque queste specie di spiedi che girano su se stessi, ma nel 1992 non era così usuale per una ragazzina vederne a ogni angolo.

Il kebab viene quindi cucinato verticalmente: la carne (di agnello, vitello, manzo o pollo. Mai maiale) viene poi tagliata e inserita insieme a verdure e salse varie nel panino di cui sopra.

Pomodori, cetrioli, cipolle rotolano amabilmente fuori dall’involto e il piacere, secondo me, consiste proprio in questo: nel tentativo di trattenere tutto con i denti, mentre ci si trasforma in trogloditi da strada. Ma la bontà!

Io ho mangiato spesso la versione Dürüm, cioè a cono, preparato con il pane lavaş.

Sappiate però che il kebab servito in un panino è un’invenzione europea: quello originale è al piatto, privo di verdure e salse.

Egitto: la kunafa

La kunafa in una grande padella
La kunafa in versione gigante

Dell’Egitto ho amato tutto: ho amato il deserto del Sinai, Il Cairo (nonostante il suo incomparabile caos), le persone, la cultura. E ovviamente il cibo. In particolare i dolci: come avrete capito, adoro i sapori mediorientali. Che io mi trovi in Qatar, in Tunisia o in Turchia, state sicuri che sarò molto felice. Anche per via dei dessert.

Per alcuni, i dolci egiziani sono troppo dolci. Per me sono la perfezione. La kunafa è un dolce tipico del Ramadan e delle feste, a base di pasta kataifi (cioè pasta fillo). Il ripieno? Formaggio e crema (o panna). Sopra, invece, sciroppo di zucchero e granelli di pistacchi.

Non è un dolce tipicamente egiziano ma è lì che l’ho mangiato per la prima volta: indimenticabile.

In Egitto ho anche fatto scorpacciata di datteri freschi (non quelli che si trovano al supermercato!).

Piatti da provare in giro per il mondo: la feijoada brasiliana

Feijoada à brasileira
La feijoada

Ricordo ancora il viaggio in Brasile: le emozioni che mi ha donato queste paese sono straordinarie. A partire dalla cucina.

Cominciamo dalla colazione: sia in hotel che nelle pousadas in cui ho dormito ho trovato tavole imbandite con il ben di Dio quanto a frutta. Mai mangiata papaya più buona, mai bevuto prima di allora il succo fresco di açai né, tanto meno, l’acqua di cocco direttamente dal frutto.

Entrando nel negozio di un qualunque fruttivendolo, ci si accorge immediatamente della quantità di frutta e verdura presenti in Brasile e la si rimpiange una volta tornati in Italia. Mai avuto pelle più bella!

Passando ai piatti “seri”: la feijoada (letteralmente: fagiolata) è un piatto da leccarsi i baffi. Ingredienti: fagioli neri, costine affumicate di maiale, salsicce affumicate, pancetta, cipolle, guanciale, aglio, alloro, peperoncino, timo, olio, sale e pepe. Il tutto accompagnato da riso, farofa (a base di farina di mais o manioca), cavolo nero e arance. Ebbene, mescolate questi ingredienti e mangiate: il Paradiso!

Non so quante feijoadas io abbia mangiato. Non so nemmeno quanti litri di agua de coco abbia bevuto sdraiata in spiaggia. Dimenticavo: il caffè è il più buono che abbia mai provato.

Francia: la croque monsieur

Piatti da provare in giro per il mondo: la croque monsieur servita nel piatto
Croque monsieur

Lo so: è un piatto più da turisti che da autoctoni. Nonostante la mia consapevolezza, non posso fare a meno di mangiarne almeno una ogni volta che vado in Francia. Che poi, a seconda di dove la si acquista, assume caratteristiche più tradizionali o turistiche (evitate i baracchini parigini: per polli!).

La (o il) croque monsieur è una sorta di toast ripieno di besciamella, prosciutto cotto (affumicato!) e formaggio Comté.

Sono sempre stata un po’ proustiana io, e infatti è Proust ad aver reso letterario questo sandwich:

«Ora, lasciando il concerto, nel prendere il sentiero che va in albergo, ci siamo fermati per un momento sulla diga , mia nonna ed io, per scambiare qualche parola con la signora de Villeparisis, che ci ha detto di aver ordinato per noi all’hotel, “croque-monsieur” e “œufs à la crème ».

Non solo madeleines, per lo scrittore francese, ma anche piatti popolari come questo panino che evoca un signore che morde. O forse morso?

Nessuno lo sa. Io so, però, cosa significa girovagare per Parigi addentando un pezzetto di Paradiso.

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14 risposte

  1. Io adoro la feta ( odiavo i formaggi ma dallo scorso anno mi sono ampliata di vedute ) perciò a Rodi lo scorso anno ho mangiato insalata greca e feta a gogò… adoro poi la fejolada brasiliana!!

    1. Quante bontà! Da quando ho affrontato i miei disturbi alimentari e mi sono riavvicinata al cibo con piacere, non posso più fare a meno di assaggiare la qualunque ????
      Ora i viaggi sono anche viaggi di sapori!

  2. Anche io amo provare la cucina locale, mi sembra uno dei modi più autentici per conoscere un popolo. Leggere che ami i dolci mediorientali mi spinge a consigliarti, se ti capiterà, l’halwa omanita, un dessert molto dolce e speziato che richiede una lunga e attenta preparazione

  3. Quando organizzo un viaggio, la prima cosa che faccio dopo aver prenotato il volo è una ricerca sulla gastronomia: cosa si mangia, dove si mangia, ecc. Esagero se dico che è forse l’aspetto più importante di un viaggio?
    Sono stata ad Atene lo scorso inverno e penso di poter dire che il cibo che ho mangiato in quei giorni sia tra i più buoni mai provati. Anche un piatto come l’insalata, che di solito trovo un po’ triste, lì è qualcosa di speciale (io non amo i cetrioli ma ad Atene mi sembravano buoni pure quelli).

  4. Quando viaggio, la cucina e il cibo locale è indiscutibilmente parte dell’esperienza. Mi piace provare di tutto. Mi rivelo anche “più coraggiosa” a provare cibi, quando a volte in Italia faccio un po’ la difficile!
    Anch’io amo la croque Monsieur, anche se un piatto che spesso si rivela “poco leggero” .
    Non conoscevo, invece, la kunafa egiziana, sembra un dolce molto buono!

  5. Io adoro l’inastala e il kebab. Devo dire che tutti gli altri non li conoscevo proprio! Io Adoro poi anhche i falafel. Pensa che quando aprì il primo Kebab nel mio Paese pensavo: che è sta cosa? ora? beh ogni volta che torno a casa devo passare fare rifornimento!!!

  6. Ne ho provati 3 su 5, non male 🙂 Tra i piatti da provare assolutamente aggiungerei il Kataifi (un dolce di cui Grecia e Turchia ancora si contendono l’origine) e il riso thai…. adoro!

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