Gaeta: cosa fare e vedere nella città delle 100 chiese? Che poi – sia chiaro – non è che ce ne siano davvero 100, ma quasi (saranno circa 85).
Questo articolo è adatto a chi è intenzionato a fermarsi per almeno un paio di notti e quindi a godersi la bella città laziale in tutta calma. Naturalmente ho provato tutto in prima persona, grazie al blog tour “Gaeta avventura”, organizzato dalla travel blogger Annalisa, gaetana DOC.
Quando Annalisa mi ha invitata a partecipare al tour della sua città, ho accettato senza esitazione. Non solo perché noi travel blogger abbiamo voglia di fare comunità, ma anche perché, pur essendo stata a Gaeta diverse volte (vivo a Roma e non dista moltissimo), mi sono resa conto di non conoscerla bene.
Gaeta: cosa fare e vedere nella città laziale
Una volta arrivati a Gaeta, vi infatuerete all’istante: situata nel golfo omonimo, si presenta come una perla affacciata sul blu, solcata da navi e vedette provenienti da ogni dove.
La nostra guida ha cominciato con il raccontarci la Gaeta medievale, quella meno visibile agli occhi del turista innamorato del mare.
Gaeta medievale (e non solo)
Per apprezzare la Gaeta antica, vi suggerisco di partire dal bastione La Favorita (Via Faustina, 13).
Risalente alla dominazione degli spagnoli, il bastione offre una vista quasi a 360 gradi su Gaeta: da qui potrete vedere entrambi i castelli che dominano sulla sua sommità, alcune delle molte chiese e il mare, oltre che la Scuola Nautica della Finanza e la Guardia Costiera.
La cattedrale di Gaeta

Da lì alla cattedrale e al suo campanile, recentemente restaurato, il passo è breve.
Se la facciata della cattedrale (intitolata a Maria Santissima Assunta in Cielo e ai Santi Erasmo e Marciano) è piuttosto semplice, l’interno non può che lasciarvi a bocca aperta: le tre navate (ma un tempo erano 7!) sono arricchite da marmi policromi.
Osservate con attenzione il pavimento, il candelabro del cero pasquale (si trova sull’altare) e la sontuosissima cripta, ricca di splendidi stucchi e affreschi.
Pregevole anche il coro ligneo, in mezzo al quale si trova un “passaggio segreto”, da cui si accedeva all’archivio.
Il campanile di Gaeta

Si può accedere da poco al campanile di Gaeta e solo su prenotazione per il sabato mattina o la domenica pomeriggio.
Gli influssi arabi sono palesi: basti osservare l’arco d’ingresso e la sommità.
Salire richiede gambe forti e occhi aperti sugli sorci che – quasi improvvisi – si aprono verso il mare e i tetti della città. Un’esperienza che vi consiglio assolutamente di fare, sia per guardare Gaeta dall’alto che per mantenervi in forma dopo una bella mangiata.
Per prenotare, scrivete una mail a ars@cattedralegaeta.it.
Il Santuario della Santissima Annunziata

Non distante dalla cattedrale, si trova lo splendido Santuario della Santissima Annunziata.
Il pavimento è prezioso, ma immaginate delle piastrelle color acquamarina al posto delle parti in cotto che ci sono oggi: così era un tempo.
Ora, entrate nella cappella alla destra dell’altare e imboccate il corridoio che si apre alla sua sinistra: arriverete alla Cappella d’Oro, chiamata così per la volta a cassettoni dorati, a splendido coronamento del blu cobalto delle pareti e degli affreschi. Questa cappella è preziosa anche perché Papa Pio IX meditò sull’Immacolata Concezione davanti al quadro della Madonna qui presente prima di emanare la bolla del 1854.
Per questo motivo, dal 2009 la chiesa è gemellata con il Santuario di Lourdes.
Interessante anche la presenza della ruota degli esposti, che si trova al piano di sopra.
Via dell’Indipendenza

Terminato il giro sacro (le chiese, davvero, si sprecano), potete dedicarvi al profano percorrendo Via dell’Indipendenza, che ha tutto l’aspetto di un vecchio borgo di pescatori. Anticamente, infatti, separava fisicamente questi dagli agricoltori. Insomma, mare da una parte ed entroterra dall’altra.
Tutti i vicoli contengono una nicchia con la Madonna, tanto che a maggio (mese mariano) ogni sera si svolge una festa a lei dedicata in un vicolo diverso.
Una via molto affascinante, che per certi versi mi ha ricordato Napoli. Da non perdere il murales ispirato alla signora Marisella, storica fruttivendola del quartiere, e la Casa del Pescatore: questo b&b sorge in Vico 18, 25-3, e sembra un angolo di Grecia.
La Gaeta sportiva
Il secondo giorno, fate come me: dedicato allo sport. Un po’ di SUP e passa la paura.
Sup a Gaeta

Non avevo mai provato il sup prima di qualche giorno fa, ma avevo sempre desiderato farlo: adoro gli sport solitari e in certa parte contemplativi. E adoro l’acqua.
Io e le mie compagne di viaggio siamo state presso l’elegante hotel Le Rocce, dove abbiamo fatto una lezione breve ma intensa. Molto intensa: un’ora e mezza a bordo di una tavola, in parte in ginocchio e in parte in piedi, non è roba da tutti i giorni. Le ginocchia tremano, la paura di cadere è onnipresente, ma se ci si rilassa il gioco è fatto.
L’acqua di Gaeta e verde, trasparente, invogliante. Siete ancora in tempo per catapultarvici!
La Gaeta leggendaria

Esistono varie leggende che ruotano intorno alla città. Una di queste riguarda la Montagna Spaccata.
Trattasi del Santuario della Santissima Trinità, sul Monte Orlando. una volta varcato l’ingresso e percorsa la Via Crucis, scenderete negli “abissi” attraverso un’impressionante fenditura nella roccia.
La leggenda racconta che tale spaccatura si creò alla morte di Gesù. Nel XV secolo un enorme masso si staccò dalla roccia e cadde proprio sulla fenditura: su questo masso venne costruita la cappella del Crocifisso.
Poco prima della cappella, sulla parete della roccia, si trova l’impronta di una mano (o quella che si ritiene esserlo), soprannominata “mano del turco”. Il turco altri non era che un miscredente che, appoggiando la mano sulla parete, la sentì ammorbidirsi sotto le dita: l’impronta sarebbe quindi la prova dell’errore del turco.
Se avete gambe forti e fiato, vi consiglio di proseguire la visita del santuario visitando il parco di Monte Orlando, con le sue splendide falesie. All’interno di quest’area protetta si trovano diverse testimonianze storiche, tra cui un mausoleo di origine romana, un museo e delle polveriere utilizzate durante la II Guerra Mondiale.
Inutile dirvi che la vista ripaga la fatica.

Le curiosità del comandante
L’ultimo giorno siamo andate nella sede della Guardia Costiera e ci siamo fatte raccontare un po’ di aneddoti dal comandante in seconda Massimo Lombardi.
Dal lavoro costante per evitare che le barche si avvicino troppo alla costa alla salvaguardia dell’ambiente, dal controllo dei bagnini ai soccorsi in mare: ecco (in estrema sintesi) cosa fanno i militari della Capitaneria lungo i 197 chilometri di costa e nei 12 comuni costiere.
A proposito di ambiente, questa è una zona di particolare pregio. Pensate che ben 7 comuni, quest’anno, hanno ottenuto la bandiera blu. La Guardia Costiera fa anche attività di sensibilizzazione ambientale.
Piccola chicca: Gaeta è plastic free. Tutti, qui, usano borracce da riempire con l’acqua del comune, che sgorga da diverse fonti. Ma sono diversi anche i bar disponibili a farlo per 50 centesimi.
La Gaeta culinaria

Siamo finalmente arrivati al momento dei consigli culinari. Di seguito, vi racconto dove e cosa ho mangiato io:
- Comeilmare (Via Lungomare Giovanni Caboto, 75). Non è un ristorante classico: dovete fare la vostra ordinazione in cassa e aspettare che vi chiamino. Provate le cozze e le linguine alici e olive di Gaeta: ottime!
- Gneo Fonteo (Via Fontania, 16): questo è uno stabilimento balneare, che tra l’altro sorge sulle grotte di Gneo Fonteo, console romano. Qui potete assaggiare la leggendaria tiella (sorta di focaccia ripiena di polpo, pomodoro e olive) e il baccalà marinato.
- Scirocco Bistrot (Via Annunziata, 11): in questo ristorantino si toccano vette sublimi. Non so decidere se mi siano piaciute di più le polpette di alici o la frittura di pesce con paprika e lime, se la pasta con tonno fresco e pomodoro o le ciammelle, dolce storico gaetano all’intenso profumo di limone.
- Nave di Serapo (Via Marina di Serapo, 25): non solo stabilimento, non solo ristorante, ma un’esperienza a tutto tondo, a partire dall’ambiente. Circondati da libri (che potrete prendere in prestito) e da oggetti di modernariato (una Lambretta e un juke-box), oltre che deliziati dai racconti della proprietaria Fulvia, potrete osservare il mare assaggiando gnocchetti ai frutti di mare e pesto e tielle a volontà. Non solo: subito a fianco, si trova il piccolo ma elegante centro benessere. Un’idea geniale, da sfruttare anche d’inverno.
Dove dormire a Gaeta
Non posso che consigliarvi il Bahia Blanca, un villaggio-stabilimento dalle camere moderne e confortevoli e con spiaggia privata (Ariana).
Perché scegliere proprio questo alloggio? Prima di tutto per la sua solarità: il grande prato con sdraio e ombrelloni, i fiori e le palme sono un colpo d’occhio incredibile non appena si arriva. Le dépendance bianche ricordano molto le case dei villaggi greci, ma gli interni hanno il comfort di un vero e proprio hotel.
La mattina si fa colazione con vista sul mare e nel prezzo sono inclusi ombrellone e due lettini. La posizione, infine, è strategica: a soli 3 km da Gaeta, ma isolato dal centro storico, regala pace e tranquillità.
L’hotel dispone di un ristorante ed è l’ideale per coppie e famiglie.
Io non posso che ringraziare lo staff per la gentilezza e per la bellissima esperienza. Ringrazio inoltre I Tesori dell’Arte per le interessantissime visite.
Il blog tour #gaetAvventura ha ottenuto il patrocinio della città di Gaeta.
Allora, vi ho convinti?
4 risposte
Vorrei visitare Gaeta spinta dal tuo articolo; quasi mi vergogno ad ammettere di non averla mai vista con tutte le bellezze artistiche che offre. Sono sicura che non rimarrò delusa; prendo appunti anche se potrò dedicare a questa graziosa cittadina solo una giornata, ma accontentiamoci
In una giornata puoi vedere parecchio 🙂
In giro ho letto parecchio di Gaeta e anche dal tuo articolo vedo che c’è davvero tanto da vedere e da provare. Quindi è entrata a pieno diritto nella mia lista dei luoghi da visitare in Italia, anche grazie agli spunti che ho trovato nel tuo articolo.
Brava ????