Posti magici e dove trovarli: il bosco monumentale del Sasseto

Il Bosco Monumentale del Sasseto è uno di quei luoghi in cui è ancora possibile sognare di incontrare un folletto. Si trova nel Viterbese e precisamente a Torre Alfina, che peraltro è uno dei borghi più belli d’Italia.

L’idea mi è venuta qualche giorno fa: fortunatamente il Lazio è ancora zona gialla e camminare nella natura è probabilmente l’attività più salutare che si possa fare in questo periodo.

Avevo voglia di foliage, atmosfere autunnali e bellezza e ho optato per un luogo che è sì un bosco, ma anche un coacervo di storie e tradizioni. Così ho prenotato la mia visita guidata. Perché si può passeggiare nel Bosco Monumentale del Sasseto solo previa prenotazione sul sito (a fine articolo le informazioni) e con accompagnatore.

Il Bosco Monumentale del Sasseto: la storia

Bosco Monumentale del Sasseto: foliage
Foliage

Il Bosco Monumentale del Sasseto ha una storia particolare, ma la prima caratteristica è questa: è stato lasciato al suo stato naturale. Questo significa che gli alberi non vengono tagliati per farne legna e che, una volta caduti, non vengono rimossi.

Fu il marchese Edoardo Cahen a innamorarsene definitivamente, ad appropriarsene e a decidere di lasciarne inalterata la bellezza, limitandosi a creare una rete di sentieri, di cui solo uno, oggi, può essere percorso dai visitatori.

Siamo a fine ‘800, quando il banchiere belga, di origine ebraica, decide di trasformare quello che oggi è un sontuoso castello (Torre Alfina) nella sua splendida dimora, ora chiusa al pubblico per via del Covid-19.

Il marchese mise le mani in quella che era una “selva oscura”, rendendola un meraviglioso parco, definito dal National Geographic “Bosco delle fiabe” o “Bosco di Biancaneve”: qui ecologia ed estetica convivono in armonia.

Edoardo Cahen amava talmente il suo bosco da esservi stato sepolto: al suo interno, infatti, si trova il mausoleo in stile neogotico, che rende il Bosco Monumentale del Sasseto un luogo ricco di fascino e mistero.

Perché il Bosco Monumentale del Sasseto è un bosco fatato

Bosco monumentale del Sasseto
Alberi contorti

Che non si tratti di un bosco “classico” lo si nota subito: vi sono alberi caduti ma ancora vivi, scavati al loro interno ma in crescita, morti ma in piedi. E nessuno osa toccare nulla: la regola che vige per il Bosco Monumentale del Sasseto è infatti quella di tagliare solo ed esclusivamente quegli alberi che ostruiscono il passaggio, ma limitatamente alla parte che impedisce di proseguire sul sentiero.

Vi sono alberi fusi con la roccia e situazioni all’apparenza bizzarre che eppure, qui, sono la normalità.

I tanti massi ricoperti di muschio danno il nome a questo bosco, pieno di bivi che non portano da nessuna parte: la natura selvaggia, infatti, sta pian piano riprendendo il suo posto.

La mano dell’uomo (ossia del marchese Cahen) la si nota solo nei muretti a secco e nei pochi lavori (di natura squisitamente ingegneristica) che vi fece fare: una ghiacciaia, una cisterna e un sistema di raccolta che gli permise di avere l’acqua corrente in “casa”.

I “sassi” del Bosco Monumentale del Sasseto sono di origine vulcanica: si vede dal colore scuro e dalla materia porosa di cui sono fatti. Laddove oggi si trova il castello, infatti, c’era un tempo una bocca vulcanica, così come ci sono tante piccole bocche anche all’interno del bosco.

Soprattutto, il bosco del Sasseto è un luogo fatato per via delle forme di alcuni alberi: uno è in tutto e per tutto simile a un toro, un altro ricorda una faccia, un altro ancora una scala. C’è anche un tiglio-mostro

Un bosco misto

Quello del Sasseto è un bosco misto: tante le specie che vivono insieme, al punto da creare connubi particolari. I lecci (dei sempreverdi) convivono con gli aceri, che convivono con i faggi, che convivono con muschi, felci e licheni. L’agrifoglio, poi, esprime il suo massimo potenziale, visto che non avvengono potature.

Molti sono anche gli animali e – chissà – forse anche elfi, fate e folletti.

Non pensiate, poi, che gli alberi morti siano inutili: servono, infatti, a nutrire gli insetti e a tenere il terreno con le loro radici.

C’è anche una parte senza vegetazione, chiamata “zona degli scogli bianchi”. I sassi che vi si trovano sono esposti pienamente al sole, a differenza del resto del bosco, dove le piante garantiscono il mantenimento di una temperatura costante: la foresta, infatti, non gela mai.

Subito dopo la zona degli scogli bianchi, c’è un albero censito come monumentale, viste età e stazza; ed ecco perché è stato attribuito questo nome all’intero bosco del Sasseto.

A un certo punto della passeggiata, si trova anche una roccia con una targhetta e dei fiori: è il tributo che gli abitanti di Torre Alfina fecero al Bosco per averli protetti dalle bombe durante la Seconda Guerra Mondiale. In effetti, nessun civile del borgo morìper via della guerra.

Alla fine, il mausoleo: è una tomba di famiglia, ma vi è sepolto soltanto il marchese, a cui il titolo venne dato dal re d’Italia per aver finanziato l’Unità del Paese. Gli eredi, in quanto ebrei, se ne andarono durante il Fascismo (uno dei due insieme alla madre): questo è il motivo per cui il marchese giace, solitario, in mezzo al bosco.

Turismo cinematografico nel Bosco Monumentale del Sasseto

Il Bosco Monumentale del Sasseto è così affascinante da essere stato scelto da Matteo Garrone per girare una parte del suo “Il racconto dei racconti”. Ricordate il re di Roccaforte, interpretato da Vincent Cassel? Ecco, alcune scene dell’episodio “Le due vecchie” sono ambientate qui.

Matteo Garrone ha anche girato tra questi alberi antichi uno spot per Dior. Guardate che fiaba:

I significati nascosti del Bosco Monumentale del Sasseto

Difficile, per me, non cogliere i messaggi che il bosco sembra sussurrare a ogni passo. Ché i boschi vanno ascoltati, nonostante parlino la lingua misteriosa dei luoghi bui e nascosti.

Per esempio, scopro che tanti alberi, dopo una certa età, si scavano dentro. Non è un lavoro, questo, che facciamo anche noi (o meglio, che dovremmo fare)?

Ci sono piante basse ma vecchissime, perché in questo bosco le condizioni di crescita sono difficili: aspettano solo il loro momento per svettare verso il cielo. E non è, anche questa, una metafora della condizione di alcuni esseri umani, che arrivano più tardi laddove molti sembrano arrivare da subito?

Le piante parlano, le piante insegnano. Ascoltiamole.

“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto” – Henry David Thoreau

Informazioni per visitare il Bosco Monumentale del Sasseto

Il castello di Torre Alfina
Torre Alfina

La visita dura 1,5-2 ore.

Per informazioni, rivolgersi all’associazione “L’ape regina”:

Tel: 0763 730246
E-mail: eventi@laperegina.it
Whatsapp: 388.8568841
Telegram: @ApeRegina

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28 risposte

  1. Leggendo la tua descrizione si percepisce già la magia di questo posto.. un bosco davvero unico e sicuramente bellissimo da vedere e visitare. Con una guida poi, si imparano tante cose e si apprezza ancora di più il luogo visitato. Davvero bello ???? penso proprio ci farò un salto!

    1. Che bellissimo bosco, quando hai parlato del film ” Il racconto dei racconti ” ho ricordato subito le immagini del bosco! Sarebbe bello inserirlo in un itinerario, ci saranno sicuramente altri luoghi interessanti nelle vicinanze.

  2. Che bello questo bosco. In effetti solo dalle tue immagini non è difficile immaginare creature magiche aggirarsi. Il luogo perfetto per una danza delle fate o gnomi di bosco!

  3. Hai descritto questo posto rendendo benissimo l’idea dell’atmosfera magica che si respira all’ombra delle sue piante. Mi hai dato una sensazione di pace e tranquillità, e in una giornata come quella di oggi ne avevo proprio bisogno. Mi sa che appena si potrà dovrò visitare il bosco del Sasseto di persona.

  4. Davvero un posto fatato. Ed è bellissimo il fatto che non ci sia, o quali, la mano dell’uomo. La natura in tutta la sua libertà ha saputo creare angoli bellissimi, ha saputo spiegare che gli alberi non muoiono ma diventano altro: casa per gli insetti, supporto per i muschi. Hai ragione basta ascoltare quello che il bosco ci dice per sentirci parte della natura

  5. Un posto davvero sacro! Avevo visto il video di Dior ma non credevo fosse in Italia. Non è neppure lontano da Salerno, attendo riaprano i confini (lo so che è brutto a dirsi) per visitarlo 🙂

  6. Al momento mi trovo in zona rossa e devo ammettere che gli ultimi giorni di libertà li ho sfruttati per passeggiare nei boschi a me tanto cari. Non sono minimamente paragonabili a questo fantastico bosco monumentale in cui mi piacerebbe camminare. Il fatto che si possano fare solo visite guidate mi fa pensare a un posto incontaminato in cui sognare e fantasticare sulle meraviglie che la natura crea se la si lascia fare indisturbata.

  7. Che luogo fantastico! Ho apprezzato molto il tuo articolo così esauriente, ricco di informazioni e allo stesso tempo piacevole da leggere. Molto belle anche le foto, complimenti. Mi piace molto il tuo stile, continuerò a leggerti.

  8. Ho seguito le tue avventure sui social lo scorso weekend ed ero rimasta incantata da questo posto, ma non pensavo fosse così pazzesco e non ne conoscevo la storia così particolare. Proverò a visitarlo il prossimo sabato!

  9. Che posso dire? Questo bosco mi attira moltissimo, a me piacciono molto gli alberi e la natura ma vedere quelli che hai descritto nell’articolo per me sarebbe un’esperienza esaltante. Lo segno nella mia lista di cose da fare, spero di riuscire a vederli!

  10. Ho un debole per elfi e fate dei boschi, per le leggende nordiche ambientate in boschi intricati e culture Wicca, così romantiche e dolci. Bellissimo questo bosco che racchiude tutte le simbologie norrene. Di lavoro organizzo eventi ed è sempre stato il mio sogno poter organizzare un matrimonio in un simile scenario. Magari un giorno…

  11. Quello che hai descritto è un vero e proprio bosco maturo in termini di fitosociologia: gli alberi. contorti e ricchi di muschio, sono sicuramente secolari o quasi e dalle foto si può ben riconoscere la stratificazione. Mi piacerebbe tantissimo visitarlo, scatterei moltissime fotografie!

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