Un giorno, viaggiando… conobbi Tony

La letteratura di viaggio è piena di titoli e ogni tanto mi piace stanarli dal mio comodino per parlarne con voi. Fino a qualche mese fa, però, non sapevo che Tony Wheeler avesse scritto qualcosa di diverso da una guida di viaggio.

Già, ma chi è Tony Wheeler – mi chiederete voi?

Il nome Lonely Planet vi dice qualcosa? Ebbene, lui ne è il fondatore.

Ho avuto il piacere di conoscere questo Englishman all’UlisseFest di Rimini, la festa del viaggio che si tiene ogni anno a luglio. È stata proprio EDT, la casa editrice torinese che oggi pubblica le guide LP in lingua italiana, a invitarmi (vi avevo parlato dei miei giorni nella città romagnola).

Tony Wheeler è stato relatore di uno degli incontri e le sue parole sui viaggi mi hanno convinta a leggere due suoi libri: “Un giorno, viaggiando” e “Perché viaggiamo. In difesa di un atto vitale”.

Un giorno, viaggiando… The Lonely Planet story

Australia: la Sydney Opera House al tramonto
Uno dei simboli dell’Australia

“Un giorno, viaggiando” è sicuramente uno di quei libri da leggere quando si è in penuria di viaggi (dei libri da leggere in viaggio vi ho già abbondantemente parlato). Prendete me: sono ben tre mesi che non volo e l’unico modo che ho, per superare l’impasse, è leggere (o guardare film di viaggio).

Questo saggio altro non è che la storia, nuda e cruda, della Lonely Planet.

Tony Wheeler, con la sincerità che contraddistingue gli anglosassoni, racconta praticamente tutto, della casa editrice ma anche di sé stesso. Non lesina dettagli sulla sua vita di marito e di padre né su quella d’imprenditore.

Il libro è scritto a quattro mani: la moglie Maureen la si ritrova tra le pagine, in inserti che narrano in maniera più emotiva quanto accaduto nei lunghi anni che li hanno visti sia marito e moglie che soci.

Tony e Maureen sono l’uno inglese e l’altra irlandese, ed è in Inghilterra che si fidanzano giovanissimi. Lui è un ingegnere e – come capita spesso in questi casi – capisce ben presto di non amare la sua professione. Ciò che non ama è soprattutto il vincolo che il lavoro d’ufficio mette alla sua voglia di vivere. Così decide, insieme alla neo-fidanzata, di percorrere tutta l’Asia, direzione Australia.

Lonely Planet: la storia di un’impresa

Sono gli anni ’70, quelli delle rotte hippy, e Tony e Maureen non si lasciano sfuggire l’occasione di vivere infinite avventure, per approdare esausti sulla costa ovest di quella che Bryson ha definito un Paese bruciato dal sole.

E venne chiamata due cuori: outback australiano
Outback australiano

La nascita della Lonely Planet è dovuta a un mix di abnegazione e follia: con 27 centesimi in tasca, Tony e Maureen si stabiliscono a Sydney e decidono di scrivere una guida per chi non conosce la transasiatica (quella che loro hanno percorso). Sono tempi non sospetti: la concorrenza, per il momento, è davvero poca roba e di qui a pochi anni marito e moglie diventeranno imperatori dell’editoria di viaggio.

Ora penserete che si tratti di una favoletta con il tipico finale “e vissero felici e contenti”. Non è così: T. e M. trascorrono intere nottate con gli occhi sbarrati dalla preoccupazione di non sbarcare il lunario. Le spese, infatti, superano le entrate per molto tempo. E poi: i problemi con i collaboratori, le delusioni, i commercialisti, i figli, l’università… Nelle loro avventurose vite si inseriscono innumerevoli elementi che sono armi a doppio taglio e che li mettono non poco in crisi.

Anche i viaggi, a un certo punto, diventano faticosi: come sottolinea l’autore, un conto è viaggiare per piacere e un altro per lavoro. Si pensa infatti che fare l’autore di guide sia una passeggiata, un modo per partire non solo “a scrocco”, ma persino pagati. Nulla di più sbagliato: scrivere una guida di viaggio significa avere delle grosse responsabilità, inzuppare un piede nel mare e poi via! subito a scoprire un’altra spiaggia da descrivere.

“Un giorno, viaggiando” è un saggio per tutti i viaggiatori (ma anche per tutti gli imprenditori) o aspiranti tali. Se proprio devo trovare un difetto, è l’eccessivo distacco tra colui che narra e la cosa narrata. A volte, la freddezza British rende ostico comprendere appieno il sentire dell’autore, ma basta leggere tra le righe…

Perché viaggiamo. In difesa di un atto vitale

Diverso è questo libricino, ultima fatica di Tony Wheeler. Si tratta di una raccolta di motivazioni che, secondo l’autore, si trovano alla base della nostra voglia di partire.

Nulla di strutturato, bensì una sorta di flusso di coscienza. A rimanermi impresse sono state soprattutto le descrizioni dell’outback australiano, del Myanmar e anche della Francia, paese amato dai coniugi Wheeler.

In fin dei conti è per questo che viaggiamo: per capire. I nostri meschini pregiudizi e le certezze vengono lasciati a casa, come gli abiti che non siamo riusciti a stipare nel bagaglio già sovraccarico

Lonely Planet: Un giorno, viaggiando
Un giorno, viaggiando

 

Lonely Planet: copertina del libro "Perché viaggiamo. In difesa di un atto vitale".
“Perché viaggiamo. In difesa di un atto vitale”

 

Che dite, partiamo?

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2 risposte

  1. Il primo libro mi attira tantissimo! Non sapevo nulla su di lui, quindi recupererò leggendo i suoi libri. Come te, anche io, mi tuffo nella lettura o visione di film quando sto bloccata e non c’è nessun volo o treno all’orizzonte da poter aspettare. Grazie per il consiglio di lettura! :*

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