Mitologica e saggia: questi sono i due aggettivi con cui voglio sintetizzare la mia Creta on the road, isola tanto grande quanto insondabile nell’arco di sole due settimane. Per questo mi occorrerà parlarne in più di un post e spero che la cosa possa servirti a costruire un itinerario bello e insolito come il mio.
Creta on the road: le mie tappe
4 luglio 2018: la mia Creta on the road inizia a Bari
Si parte da Bari Palese grazie a un’offerta trovata tramite Voyage Privé. Due aerei e un’automobile i miei mezzi, per via di un’offerta che mi costringe a fare scalo ad Atene per qualche ora. Non mi preoccupa: è il meno che se si considera che sto per farmi tutta Creta on the road.
Arrivata nella capitale della Grecia, passeggio per il centro-centro della città ma il caldo è insopportabile e ho una gastrite che non so se attribuire alla mia solita ansia pre-viaggio (che sono strana te l’ho già detto in un articolo recente) o all’insalatona nazionale piena di pomodori, cipolle e cetrioli: un mix davvero letale per il mio stomaco.
Da Syntagma (il nome di questa fermata della metro suscita in me reminiscenze liceali) mi dirigo verso la Plaka, che a dire il vero mi delude un po’. Passeggiando per le vie di questo quartiere, scorgo l’acropoli illuminata da un sole troppo potente ma non riesco a goderne appieno, probabilmente per il mio fastidioso disturbo che, associato al caldo, assomiglia più a una punizione che ad altro. Sta di fatto che riesco a notare più i negozi che fanno assomigliare ogni città europea alle altre che i resti dell’antica civiltà greca.
Tornata all’aeroporto Elefthérios Venizélos, vengo invitata a sorpresa nell’aera lounge della Sky Express. Mi chiedo il perché di tanta gentilezza (mi offrono persino la cena) e, una volta a bordo del piccolo aereo a eliche, comincio a sospettarne i motivi. Sì, sono un po’ fobica quando volo…
In realtà è una compagnia fantastica. L’unico lato buffo è che sono seduta al contrario: nel velivolo mignon ci sono infatti due sedili rivolti verso i passeggeri. Sedili non destinati alle hostess (ce n’è solo una)… Decollo quindi piegata in avanti e guardo per tutto il tempo un tizio grosso, una ragazzina esile e tutti coloro che puntano gli occhi su di me sorridendo ironici.

Arrivata a Heraklion, noleggio la macchina che mi porterà in giro per 14 giorni e mi dirigo (è ormai sera avanzata) a Hersonissos, dove mi fermo presso Home Suites, appartamentino di paese privo di comfort particolari ma sommerso da bouganville.
La mattina dopo, la signora mi offre un caffè greco che sorseggio in terrazza, cullata dal canto delle cicale, che mi accompagnerà per tutta la lunghezza di questo viaggio nel cuore del Mediterraneo.
Creta on the road: da Hersonisson a Kissamos
Inizia la mia Creta on the road. Sulla strada per Kissamos, mi fermo ad Agia Pelagia, dove mangio la mia prima pita souvlaki, spiedini di pollo avvolti in questo speciale pane piatto lievitato insieme a patatine fritte e verdure varie.
Vado in riva al mare e scopro un paesino biancazzurro, con un ristorante qua e una chiesetta là, proprio come piace a me. Il turismo di massa pare non essere in grado di raggiungere questo luogo. Non ora. Le onde mi colpiscono all’improvviso mentre cammino sul molo, bagnando i miei pensieri un po’ agitati.

La sera sono a Kissamos. Qui alloggio per sole due notti da Secreto Studios, appartamento meraviglioso sito in una stradina lontana dal mare, che del resto nemmeno frequento in quella che considero la mia base verso il sud-ovest di Creta.
Prima di cena, seguendo il consiglio della proprietaria, riprendo la macchina e dopo un quarto d’ora sono a Falassarna, una delle mie spiagge preferite per la sua ampiezza, per il vento che solleva i granelli di sabbia lanciandoli sadicamente contro i corpi ancora molli dei turisti e per il mare limpido e profondo. Sgrano gli occhi sul colore paglierino della sabbia, dei colli circostanti e degli ombrelloni, mai troppo colorati.
Voglio farmi scattare qualche foto al tramonto, ispirata da una donna che si sta facendo immortale dal compagno in una baietta di Falassarna. Ed è così che faccio amicizia con Nikos e Ntina (si pronuncia Dina), ufficiale della polizia lui, infermiera lei. Al bar della spiaggia offrono a me e a Francesco un caffè freddo e, intanto, mi raccontano di loro e della loro amata isola.
Nikos mi dice apertamente che non gli piacciono i turchi (l’eterno conflitto tra i due popoli sembra non terminare mai…) né tantomeno Tsipras, presidente sopravvalutato. A quanto pare, i politici greci si sono piegati alla Germania e, a quanto dicono Nikos e tanti altri, il partito di sinistra è più di destra della destra.
Nikos è un appassionato: “La vita va goduta ogni giorno, perché potrebbe essere l’ultimo. Dobbiamo amare, mangiare, avere passione”. Parole semplici ma che fanno centro mentre, di fronte al mio caffè, osservo il sole tramontare sul mare di Falassarna.
La mia impressione, in questa mia prima giornata, è di estrema ospitalità ovunque io mi giri. Un’ospitalità che in Italia sembriamo spesso esserci dimenticati.

Tornata a casa, cena in terrazza a base di formaggio fresco e insalata. I grilli, in sottofondo, mi fanno compagnia…
Creta on the road: Elafonissi
Svegliarsi in un appartamento del genere è a dir poco magnifico. Il sole filtra dalle zanzariere e invita a uscire immediatamente. Decido di passare l’interna giornata a Elafonissi, famosa per la sua sabbia rosa e il mare da urlo.
Arrivo alle 10.00 in punto, prima che la folla si impossessi della pur immensa spiaggia. Ho voglia di succhiare il midollo di questo paradiso terrestre!
La spiaggia è come divisa in due: una parte è occupata da una sorta di laguna, l’altra dal mare aperto. La fluorescenza dell’acqua, il madreperla delle dune, la luce: gli occhi hanno di che saziarsi di fronte a tanta munificenza divina. I gabbiani sopra la mia testa, il rumore dei cavi d’ormeggio che si tendono tirati dalle barche, la lingua greca: anche le orecchie trovano pace.
Nel momento in cui la spiaggia comincia a riempirsi, decido di passeggiare fino a una caletta sperduta. I pesci guizzano intorno alle mie caviglie.
Al ritorno faccio tappa a Polirìnia, borgo con in cima un’acropoli romana. Il luogo è selvaggio, pieno di kri kri (così si chiamano le particolari capre dell’isola), vestigia del passato e precipizi.
Scarpino come un’ossessa fino in cima, scaricando così le mie energie in eccesso. La vista è dominata dal giallo delle sterpaglie che si infiltrano ovunque e l’olfatto dall’odore acre di latte di capra.

La sera torno a casa distrutta e mi rifaccio con un paio di salsicce di maiale ai semi di finocchio. Sì perché a Creta, che vive da sempre di pastorizia, il pesce è quasi inesistente e i piatti tipici sono quasi sempre a base di carne.
Questa è una delle cose che scopro sul campo. Le altre te le racconto al prossimo post, portandoti a sud, tra i venti di Matala e i nudisti di Red Beach. Mi aspetterai? 😉
12 risposte
Il tuo racconto è molto coinvolgente, ci piace tanto. Creta è una meta che abbiamo in mente da diverso tempo .. e prima o poi un bel viaggetto lo faremo (spero). Intanto aspettiamo di leggere anche il post del sud.
Grazie ancora! Ispirare viaggi è la mia missione 😉
Solo un post e già il tuo tour si preannuncia come meraviglioso. Sono rimasta anche io sorpresa sulla questione cucina: davvero il pesce è completamente assente dalla tradizione gastronomica cretese?
Hahahah non te la prendere ma sto ancora ridendo immaginando il tuo secondo volo! 😀
Bellissimi scatti, aspetto i post successivi!
Un saluto
Daniela
PS: Nikos si lamenta di Tsipras…e tu non potevi parlargli di Renzi?! 😀 😀
Eh Daniela… Poi si aprirebbero discorsi infiniti 😀 Il pesce non è del tutto assente ma quasi. Sconvolgente direi!
Che meraviglia! Attendo gli altri racconti. P.s non so se avrei avuto il coraggio di salire su quell’aereo.. 😀
Ahaha!! Il secondo post è arrivato 😀
A leggere del vostro incontro con Nikos e Ntina, mi è venuto in mente Mediterraneo di Salvatores: “Italiani, Greci: mia faza, mia raza” ;o)) A parte gli scherzi, mi è piaciuto molto questo articolo. Non sono mai stato a Creta, ma a Cipro sì e sembra che le due isole si somiglino molto. Però se non vedo io non credo… ;o))
Grazie Marco, mi mancavano i tuoi commenti 🙂
Creta è troppo spesso data per scontata e ci si dirige in altre isolette più glamour. In realtà credo che per conoscere la Grecia si debba partire proprio da Creta. Almeno, io ho fatto così ed è stato incredibile trovare le differenze con il resto dell’arcipelago.
Sono contenta che tu lo dica ? Ne sono convinta anch’io. Creta è storia, è natura, è mitologia. Spero che non venga mai invasa dal turismo di massa
La caletta a Elafonisi è meravigliosa, il turchese del mare spicca con il grigiore delle rocce. Ciò che mi piace di Creta è la varietà del suo territorio che ti consente una vacanza tra mare e trekking sulle orme della mitologia greca
Infatti, caro Fausto. Creta è uno dei posti che mi sono rimasti più impressi, per la bellezza dell’acqua, l’ospitalità, le capre selvagge, i monti… Splendida