Mi era già capitato di parlarvi di viaggi in camper. Un mezzo che adoro, perché il mio “battesimo” di viaggiatrice avvenne proprio a bordo di un Fiat 238 scassato.
Viaggiare in camper, secondo me, è uno dei modi più autentici per entrare in contatto con la natura, con se stessi, con il viaggiare. Dormire e mangiare nello stesso luogo, ma ogni volta in scenari diversi, non ha eguali.
un giorno, cercando cercando, mi sono imbattuta in Camper Evviva, una realtà che però va oltre la vacanza in camper. Qui parliamo di amore. Non solo di amore per i viaggi.
Quella che segue, è un’intervista speciale e merita di essere letta da tutti voi.
Camper Evviva: un progetto d’amore
Partiamo dalle presentazioni: questo progetto nasce dal sogno – tutto Made in Puglia – di Daniela Romano e Antonella Ingrosso.
Entrambe lavorano come educatrici (anche se – sostengono – “ci piace sempre più parlare di una vera e propria scelta di vita e non di lavoro”) presso una comunità di accoglienza per gestanti e madri con figli dal nome Balbis, appartenente alla cooperativa sociale Il Faro.
Tale comunità accoglie le donne vittime di violenza e i loro bambini, che vivono situazioni di forte disagio sociale, economico e familiare.
Intervista alle educatrici di Camper Evviva

Ciao Daniela, ciao Antonella. Allora, avete comprato un vecchio camper e lo avete messo a disposizione dei bambini che non hanno mai potuto viaggiare: vi va di spiegarci meglio il vostro progetto?
Ciao Roberta, sognavamo da tempo di acquistare un camper e viaggiare per il mondo. Abbiamo però sentito, sin da subito, il bisogno di condividerlo con chi avrebbe potuto trarne più vantaggio: il nostro pensiero è quindi ricaduto sui bambini accolti nella nostra comunità.
Abbiamo pensato che il viaggio in camper potesse essere per loro una seconda opportunità, un mezzo attraverso il quale poter capire che fuori c’è un mondo da esplorare e alternative di vita da sperimentare.
Ci siamo date da fare per raccogliere fondi sufficienti all’acquisto di un camper e abbiamo iniziato a programmare dei piccoli viaggi con i nostri bambini, che non mettessero al primo posto la meta, ma il viaggio in sé.
L’obiettivo è sempre stato quello di viaggiare con loro, individuando mete che a noi possono anche apparire scontate (il mare…), ma non a loro. Quello che speriamo è di poter allungare sempre di più i nostri tragitti, perché quello che conta per chi viaggia in camper è proprio ciò che accade al suo interno.
Abbiamo scelto il camper proprio per le speciali dinamiche che si vengono a creare, per la condivisione perenne di spazio e tempo, emozioni, storie di vita, pianti e risate; per il fatto che tutto è in “quantità limitata” (come l’acqua) e quindi bisogna imparare ad evitare lo spreco. Il viaggio in camper pensiamo possa essere un modo di educare in maniera alternativa.
Qual è la vostra formazione?

Daniela è un’assistente sociale specializzata, mentre Antonella è una maestra d’arte laureata in arte e beni culturali. Entrambe abbiamo scelto di dedicare il nostro tempo, le nostre capacità e potenzialità a chi della vita ha sfortunatamente conosciuto solo la parte più buia e difficile.
Siamo convinte che ciò che dai è tuo per sempre e siamo felici di ciò che facciamo ogni giorno per i nostri bambini e le nostre donne.
Com’è nata, in voi, l’idea di viaggiare proprio in questo modo? Lo avevate mai fatto prima?

Quella di Antonella è una famiglia di camperisti, perciò lei conosce bene cosa significa viaggiare con questo mezzo per lunghi periodi. Daniela, invece, sognava da sempre un viaggio del genere.
L’idea di rimettere a nuovo un camper tutto sgangherato risale agli albori del nostro progetto: una persona (che si diceva nostra amica) ci suggerì di acquistare il suo vecchio camper, che a suo dire aveva solo bisogno di una rimessa a nuovo della carrozzeria.
Lo pagammo 1000 euro (guadagnati con sacrificio grazie alla vendita dei nostri gadget solidali, realizzati da noi due), per poi scoprire che era da demolire. Ma, come si suol dire, dopo ogni tempesta il cielo si schiarisce. Nonostante la truffa, la motivazione non è venuta meno, così siamo ripartite da zero, anche quanto a risorse. Dopo mesi e mesi, abbiamo racimolato 2500 euro grazie al sostegno di persone che credevano nel nostro progetto.
Il 21 dicembre 2019, grazie a un gruppo Facebook di camperisti pugliesi, siamo entrate in contatto con una grande concessionaria di camper di Bari (Hilton Sud Camper). Il proprietario, Michele Calzolaio, era interessato a conoscere il nostro progetto e, dopo averci ascoltate con le lacrime agli occhi, ha deciso di regalarci un camper del valore di 7900 euro. Da quel giorno Michele è il nostro Babbo Natale. Immagina le nostre lacrime quando, l’11 gennaio di quest’anno, siamo andate a ritirare il nostro camper!
Qual è la scintilla che ha fatto scattare il bisogno di aiutare gli altri, nella fattispecie i bambini?

Ad accendere la scintilla sono stati due dei nostri piccoli accolti in comunità: al loro arrivo ci hanno catapultate nella loro vita, mettendoci di fronte a una realtà che la maggior parte di noi non pensa nemmeno che esista o considera molto lontana.
Si tratta di due bambini, di 4 e 5 anni, che pur vivendo in una piccola frazione salentina a pochi passi dal mare, non sapevano della sua esistenza. Sono arrivati sporchi, trascurati e disorientati. Non sapevano nemmeno cosa fossero un cinema o un cornetto a colazione. Sembravano insomma provenire da un altro mondo. E invece no, loro vivevano nel nostro stesso mondo, che però si era dimenticato di loro.
Questa situazione di estrema povertà educativa, economica e sociale, ci ha fatto pensare che nel 2020 non è possibile che due bambini non conoscano l’odore del mare, i suoi colori, la gioia e la libertà che può donare. Da lì abbiamo pensato che Camper Evviva dovesse nascere per loro e per tutti i bambini come loro, che hanno dovuto obbligatoriamente chiudere i loro sogni in un cassetto, buttandone via la chiave.
Cosa significa, per voi, viaggiare?

Un’opportunità a 360 gradi. Il viaggio permette di aprirsi al mondo, di beneficiare di tutto ciò che ci offre. Possiamo ammirare orizzonti diversi, scoprire alternative. Nella fattispecie, permette ai nostri bambini e alle nostre donne di ridisegnare il proprio destino, di colorarlo con nuove emozioni ed esperienze e di scoprire che anche loro possono.
Con Camper Evviva, vogliamo gridare al mondo che viaggiare non deve essere privilegio per pochi, che tutti devono avere l’opportunità di farlo e di trarne i vantaggi che questo offre. Il viaggio, per noi, è “strumento” educativo, molto più di quanto possa esserlo uno dei tanti strumenti tradizionali e di educazione formale.
Come avete gestito questo lungo periodo di chiusura dei confini?

Caso vuole che questo bruttissimo periodo, paradossalmente, sia andato a nostro vantaggio, nel senso che il camper è considerato un mezzo sicuro, visto il numero ristretto di persone che può trasportare.
La quarantena, naturalmente, è stata molto dura per il lavoro di comunità, ma quando i confini si sono riaperti abbiamo potuto fare dei piccoli viaggi nella nostra splendida Puglia alternando i nuclei familiari accolti in comunità, in riferimento all’omologazione dei posti che il nostro Camper Evviva ha.
Quindi neanche il Covid ha fermato la nostra motivazione: continueremo a rispettare le regole impartite per la sicurezza di tutti e seguiremo l’andamento del periodo, rifacendoci nei periodi più tranquilli e sicuri.
Come si articola il vostro viaggio “medio”?

La programmazione di ogni nostro viaggio viene fatta in base ai turni di entrambe in comunità. Ossia: tutto ciò che facciamo è volontariato.
Quest’estate, con alcuni abbiamo pernottato, con altri abbiamo fatto viaggi in giornata. Le mete si sono limitate alla nostra amata Puglia: abbiamo scelto la splendida Gallipoli, sostando in un accogliente e bellissimo agricampeggio (Torre Sabea), e una delle bellissime spiagge sul mar Ionio, San Pietro in Bevagna.
Abbiamo vissuto momenti di straordinaria felicità e gioia, che spesso è difficile descrivere a parole, anche se a fine viaggio ne chiediamo sempre una a tutti. Eccone alcune usate per descrivere l’esperienza: meravigliosa, divertente, felicità, gioia, novità, evvivaaaa!
Quali saranno i vostri prossimi viaggi?

Ci stanno balenando in testa tante idee per la stagione invernale: la montagna, laboratori creativi da svolgere all’interno del camper e un mini cinema (sempre all’interno) per la proiezione di film Disney.
Vogliamo anche aiutare i bambini a fare i compiti all’interno del camper, come spinta motivante, organizzare pomeriggi con cioccolata calda e zucchero filato. Ovviamente procediamo con i piedi di piombo per via del Covid.
Quali sono gli effetti che, più di frequente, riscontrate sui bambini che hanno viaggiato con voi?

I “nostri” bambini, al ritorno da un viaggio in camper, ne vogliono fare subito un altro. Ogni volta che li riaccompagniamo in comunità, ci chiedono: “Quando andiamo di nuovo con Camper Evviva?”. Questa domanda dice già tutto.
Ogni esperienza è unica, anche per noi che li vediamo meravigliarsi di fronte a una casa che viaggia. Il loro prendere contezza che in questa casa viaggiante si possa dormire, mangiare, fare la doccia, stare insieme a ridere, scherzare, raccontarsi storie, mentre fuori si scorgono paesaggi del tutto nuovi, colorati, diversi, è fantastico.
Vedere un bambino poco propenso a condividere le sue cose riuscire ad aprirsi alla fine di un viaggio è una gioia immensa per noi.
“Evviva, insieme si può! Si può ancora sognare, vivere e viaggiare!” è il vostro motto. In questo momento, è la speranza per tutti. Lo sostituireste?

Assolutamente no. Il nostro motto resta questo, insieme a “chi sogna da solo è solo un sogno, chi sogna insieme è la realtà che comincia”.
Il brutto periodo che stiamo attraversando non sarà in grado di fermare questo nostro progetto, perché siamo sempre più convinte che quando credi fermamente in un sogno, prima o poi si realizzerà. Noi ne siamo la testimonianza!
Quando poi a sognare non si è da soli, è tutto più bello. Il nostro progetto, infatti, vive e sopravvive grazie alle persone che credono in noi e che ci sostengono, anche da lontano. Abbiamo incrociato la solidarietà e la bontà di molte persone: loro rappresentano il nostro carburante.
Realizziamo a mano tantissimi gadget solidali (portachiavi, maglie dipinte, porta-foto, taccuini), che ci permettono di autosostenerci.
Naturalmente il nostro motto inizia con Evviva, per esaltare l’esclamazione di gioia e felicità dei bambini (e non solo) davanti a qualcosa di bello e meraviglioso, che trasmette solo emozioni positive.
Quindi EVVIVA i bambini, evviva i sogni e chi ci crede!
Grazie ancora di cuore a Daniela e ad Antonella per averci fatto conoscere un modo davvero diverso di viaggiare.
Se volete saperne di più, date un’occhiata al loro sito e ai social.
20 risposte
È un progetto davvero bellissimo, Daniela e Antonella ne saranno orgogliose. Al giorno d’oggi ancor di più, storie del genere dovrebbero essere diffuse a tutto spiano. Posso solo immaginare la gioia provata dai ragazzini a viaggiare sul camper Evviva!
Un modo di viaggiare che procura una gioia vera 🙂
E’ stato davvero emozionante leggere tra le righe di questo progetto solidale. Immagino la passione, il trasporto, l’amore che le volontarie riversano su questi bambini meno fortunati. Non finisco mai di stupirmi di quanta strada ci sia ancora da fare nell’ambito della tutela minorile. Continuate così!
Tifiamo tutti per loro ^_^
Il progetto di Camper Evviva è davvero bello. I bambini sono sempre in grado di stupirci per la loro apertura al mondo ed è fantastico leggere come possano vivere delle vere avventure anche i bambini più sfortunati grazie al lavoro di Daniela e Antonella.
Concordo. Questo sì che è viaggiare <3
Fino all’età di diciassette anni le mie vacanze sono state sempre in camper, e ancora oggi, a distanza di anni, ogni viaggio è un ricordo bellissimo. Non smetterò mai di essere grata ai miei genitori per aver fatto questa scelta che ha permesso a me e a mio fratello di conoscere tante realà diverse, già da piccoli. Per questo il progetto Camper Evviva è ancora più importante per quei bambini che arrivano da contesti difficili. Come hai scritto, viaggiare non deve essere un privilegio per pochi.
Infatti Silvia. Quindi camperista anche tu nell’animo ????
Molto bello il progetto Camper Evviva! Davvero notevole quello che stanno facendo Daniela e Antonella. Spero che questo progetto riceva la giusta attenzione da parte dei media e magari dare inizio a un progetto che sia di ispirazione i altre città.
Sarebbe bellissimo esportarlo anche altrove, hai ragione
Bellissima e utilissima iniziativa. Far viaggiare i bambini li renderà sicuramente adulti migliori. E’ ammirevole che due ragazze dedichino forze e tempo libero a una così nobile attività. Complimenti!
Molto ammirevole
Che meraviglia! MI piace leggere storie belle come questa. Sono sicura che i bambini apprezzano tantissimo quello che fanno Daniela e Antonella e credo che servano più iniziative di questo tipo nel mondo. Brave!!
Sono d’accordo 🙂
Questo articolo mi h davvero commosso, la cosa più bella quando si fa qualcosa per gli altri è vedere gli occhi che brillano e un sorriso insperato. E’ proprio vero che ci sono persone che credono nella possibilità di dare una parte di sé e quello che Antonella e Daniela stanno facendo è grandissimo e meraviglioso
Sono d’accordo con te 🙂
Iniziativa davvero bellissima, queste educatrici sono riuscite a trovare un modo alternativo per aiutare i bambini in difficoltà, davvero bravissime
Sì, ammirevoli!
I miei genitori erano camperisti e per due anni ho fatto le vacanze con loro. E’ un’esperienza meravigliosa, quando rientri vuoi comprarti un camper!!!
Lo farò anche io prima o poi