Viaggia e lancia il cuore oltre l’ostacolo

Viaggiare con il cuore. Che cosa significa?

Adesso vi spiego.

Del perché viaggiare con il cuore fa bene

Chi mi segue da tempo sa che quest’estate sono – ridicolmente – finita in preda a un inspiegabile panico. Una scelta piccola si è trasformata in un mostro a due teste: andare in Inghilterra o in Portogallo?

Non chiudete il pc, non ancora! So che a molti di voi questo può sembrare un non problema ma vi assicuro che ho passato dei giorni invasa da un’ansia senza senso. Un’emozione così forte che ho capito solo adesso, a mente lucida, e di cui mi piacerebbe raccogliere i frutti.

Erano mesi che sognavo un on the road in Gran Bretagna: immaginavo fiumi e colli e camminate lunghissime. Ho sognato il verde dell’Inghilterra e del Galles così a lungo che mi sembrava quasi di averlo già fatto quel viaggio.

L’idea mi era venuta leggendo Piccola Grande Isola, del mio amato Bill Bryson. Dentro di me era tutto vivido, dall’organizzazione ai paesaggi che mi aspettavano da tempo. Il cuore batteva.

A un certo punto è successo qualcosa.

Ero in Puglia, immersa fino al collo nel mare della sera, illuminata solo dalla luna. In quel momento mi sono chiesta se fossi davvero pronta a dire addio a un’estate di bagni e libertà.

Il dubbio si è lentamente insinuato dentro di me, finché non ho letto il post in cui una blogger ricordava di quando, ancora bambina, partì con i genitori alla volta del Portogallo.

Poteva non venirmi in mente la piccola Roby che, a bordo di un Fiat 238 rosso, girò Spagna e Portogallo con mamma, papà e fratello? E che potevo fare se non diventare preda di una dicotomia insolubile?

E quindi vai di sondaggi, di ricerche sul web, di ricordi. Insomma, l’Inghilterra si allontanava dai miei orizzonti e il Portogallo si avvicinava sempre di più. Nel momento in cui chiedevo pareri, mi veniva detto che la seconda opzione era la migliore.

“Avrai tempo – dicevano – di stare al freddo in quei panorami sempre uguali!”.

Dentro di me una vocetta ammoniva: “Non dare retta a nessuno. Segui il tuo istinto”.

Alla fine, stremata dall’indecisione, ho scelto la via più facile: il giudizio altrui. Mi sono appoggiata, come fa un maratoneta con un palo dopo aver corso per ore arrivando per ultimo.

Tutto il contrario del viaggiare con il cuore.

Cosa ho imparato da questa esperienza: segui il famoso cuore

Cosa posso dirvi? Che mi sono pentita della scelta? Non esattamente… Ho adorato il paese di Fernando Pessoa (ne ho parlato diffusamente nel blog). Il problema è che ho voluto ripercorrere una strada già fatta, sperando di recuperare un pezzo di me.

Volevo indietro i miei 13 anni, lo stupore che provai viaggiando per la prima volta su un mezzo così strambo e colorato.

Ovviamente non ho recuperato le emozioni che furono. Ho visto Porto e Lisbona con gli occhi di una 39enne ancora bambina ma ormai grande.

Per me è stata una fitta al cuore fermarmi davanti al campeggio di Albufeira. Lì dove, 26 anni fa, mi sono divertita per un bel po’ di sere insieme agli amichetti dell’estate.

È stato altrettanto emozionante rivedere le cantine Sandeman, quelle con cui mio papà era entrato così in fissa che lo abbiamo preso in giro per anni.

Ma quel tempo non c’è più, se non nei miei ricordi.

Oggi avrei dovuto fare una cosa diversa, che tutto sommato mi sono impedita da sola. Seguire l’istinto e le immagini, quelle che precedono ogni viaggio. Non farmi distrarre da profonde nostalgie e da cocenti desideri di recupero ma guardare avanti. Questo è viaggiare con il cuore.

La Roberta di adesso avrebbe dovuto dire: me ne infischio del meteo e del mare troppo freddo. Me ne infischio, soprattutto, dello  stereotipo che vuole l’estate come la stagione di ombrelloni e secchielli.

Ma non l’ho fatto e, anche se per una scelta che conta quello che conta, mi sono un po’ tradita.

Alla fine ho imparato – udite udite! – la lezione. Nei viaggi, come nella vita, fidiamoci delle nostre prime immagini. Respiriamo con la pancia e lasciamo che sia. E se la scelta non si rivelerà giusta, almeno non ci saremo presi a schiaffi da soli per il rimpianto.

Di seguito, un piccolo vademecum su come prendere la scelta giusta:

  1. Affidiamoci alle immagini, soprattutto se siamo persone ricche di fantasia e creatività. Sono convinta che, a meno che non idealizziamo cose, luoghi e persone, le immagini ci conducano nel “posto giusto”
  2. Non permettiamo al dubbio di insinuarsi dentro di noi, una volta che avremo chiaro in mente cosa vogliamo. Il dubbio arriva quasi sempre per metterci alla prova
  3. Non chiediamo pareri a destra e a manca: non faranno altro che confonderci
  4. Non siamo perfezionisti: non esiste il viaggio, la cosa, la persona perfetta!
  5. Lanciate il cuore oltre l’ostacolo: è così che si fa ed è persino facile

Io non so se a voi sia mai capitata una cosa del genere o se, come me, siete dei recidivi. Se così fosse, giuro che creo un gruppo di auto-mutuo-aiuto per blogger e viaggiatori.

Facebook
Twitter
LinkedIn

Altri articoli

Mamma e figlia

Sono tornata a viaggiare

Più di un anno senza scrivere alcunché e qualche mese senza viaggiare (non all’estero, quantomeno): dov’è finita la travel blogger, la “terapeuta

Cosa fare a Bangkok: statue del Palazzo Reale

Cosa fare a Bangkok in 5 giorni

Capire cosa fare a Bangkok non è un gioco da ragazzi: la capitale della Thailandia è enorme e passare da un quartiere

14 risposte

  1. Bello mi piace molto questo articolo. Mi sembra quasi di bere qualcosa insieme sedute su un divano comodo intente a raccontarci delle nostre vite. Complimenti cara?

  2. Hai perfettamente ragione. Mai farsi influenzare dagli altri, anche quando si tratta di scegliere la meta di un viaggio. La Gran Bretagna è magica e tutte le stagioni sono adatte per visitarla. Tra l’altro il libro che hai menzionato non lo conosco e mi ha incuriosita ?

  3. Non sei affatto sola! Per anni ho vissuto questo genere di ansia (che come dici tu a molti potrà sembrare frivola), prima di ogni singolo viaggio che ho fatto, ed è capitato tante volte anche a me di abbandonare l’idea di visitare un luogo solo perché secondo alcuni, neppure amici in realtà, era il periodo sbagliato, ma che ci vai a fare, molto meglio andare di là, ecc… Ovviamente poi me ne sono “pentita”, e da allora ho smesso di chiedere pareri, lasciandomi guidare prima di tutto dalle mie sensazioni e dai miei desideri… tanto parliamoci chiaro: la gente è sempre scontenta qualsiasi cosa tu faccia, e se può trovare il modo per scoraggiarti lo fa senza alcuna esitazione!!! 😉 P.S. Io non ci credo che hai 39 anni, giuro avrei detto che ne avessi almeno dieci in meno!!! 🙂

      1. Bravissima! 🙂
        Per quanto riguarda i viaggi io ci sono riuscita cercando di dare retta solo a persone super fidate e con un minimo di esperienza nel “settore”: per esempio, alcune delle mie amiche detestano la montagna, quindi non mi rivolgerei mai a loro per consigli su trekking o escursioni, figuriamoci a gente che non sa neppure cosa significhi allontanarsi dalla propria città. Per quanto riguarda altri aspetti della mia vita (scelte quotidiane, amicizie, affetti in generale), invece, ho ancora moooooolto da lavorare, ma credo sia tutta una questione di carattere, persino mia mamma mi dice che a volte sono troppo tontolona! Ah, per la cronaca io di anni ne ho 32 ma me ne sento sempre 18 😉

  4. Seguire il cuore sempre!!
    Mi ricordo che prima della partenza hai condiviso qualche tua ansia e trovo molto bello leggerne ora i motivi e le riflessioni che hai fatto. A volte cercare qualcosa nella memoria lascia un po’ di amaro in bocca, non per poca bellezza ma perché siamo diverse noi, ci stupiamo di fronte a cose diverse, abbiamo esigenze diverse.
    E poi su, che sembri una ragazzina! ❤ Io mi sento come quando avevo 25 anni anche se la carta d’identità ne segna dieci in più, sicuramente è un errore di stampa! ?

  5. Sai, leggendo il tuo post, dato che nomini proprio il Portogallo, mi è venuto un mente un ricordo della traversata Atlantica. Quando partiti dalla Francia, ci siamo dovuti fermare prima in Spagna e poi, a sorpresa, in Portogallo. C’era il mare agitato e siamo entrati in porto per miracolo. Eravamo a Porto. Mi ricordo con tanto amore quel posto e dal primo passo che ho fatto sulla banchina, ho capito subito che quel luogo mi sarebbe piaciuto. In particolare, ricordo un giorno di mare tempestoso e vento, con le onde che travolgevano un faro. Eravamo arrivati lì in bicicletta e abbiamo “giocato” molto su quel molo che portava al faro con delle onde decisamente giganti che ci schizzavano! Ecco, scrivendolo mi sono emozionata di nuovo, come ogni volta che ci penso! E nulla, leggerti mi ha suscitato questo 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

On this website we use first or third-party tools that store small files (<i>cookie</i>) on your device. Cookies are normally used to allow the site to run properly (<i>technical cookies</i>), to generate navigation usage reports (<i>statistics cookies</i>) and to suitable advertise our services/products (<i>profiling cookies</i>). We can directly use technical cookies, but <u>you have the right to choose whether or not to enable statistical and profiling cookies</u>. <b>Enabling these cookies, you help us to offer you a better experience</b>.