Provenza: basta il nome a evocare campi color lilla, baguette appena sfornate e paesini dalla tipica allure francese. Basta così poco che qualche giorno fa, così sur le champ, ho convinto l’altra metà del blog a fare un mini on-the-road sulle tracce della lavanda.
Mai idea è stata più fortunata: come sa chi mi segue da tempo, non amo molto i viaggi programmati. Adoro, invece, le idee che vengono all’improvviso e anche le piccole follie che rendono la vita più pepata. Laddove alcuni intravedono pazzia, io pascio (si può dire?).
E così, all’ora di pranzo di un giovedì, siamo partiti destinazione Cannes (non male come tappa intermedia, no?).

Provenza: il mio viaggio color lavanda
Roma – Cannes on the road
Abbiamo optato per Cannes perché volevamo fare il grosso del viaggio subito. E poi Cannes ci piace: è una tappa fondamentale se si ha bisogno di lustrarsi gli occhi.
La sera abbiamo passeggiato su Boulevard de la Croisette, ammirando l’elegante lungomare. Ogni tanto, il rombo di una Ferrari a distrarci dai nostri pensieri.
La mattina successiva, dopo la colazione all’Okko Hotel (per gli amanti del design), mi sono lucidata le pupille alla luce del sole, zigzagando dalla spiaggia alle coloratissime bancarelle come una bambina. Era tempo di partire, però: dopo un paio d’ore, saremmo arrivati a Lorgues, delizioso paesino della Provenza, così diverso dalla charmant Cannes.
Provenza on the road: Lorgues – Valensole
Arrivata a Lorgues, ho notato per prima cosa una cicala-scultura troneggiare al centro di un’aiuola. Immaginavo il perché ma è una volta scesa dalla macchina che ho capito: il suono che ricopriva tutti gli altri era proprio il canto di questi insetti in amore (sono i maschi che cercano di attirare l’attenzione delle femmine).
Il paese è un gioiello: case color pastello, boulangerie, tavolini all’aperto e una piazzetta che potrebbe benissimo essere l’ambientazione di un film romantico. Avete presente quelle pellicole americane in cui la protagonista scappa in Europa per via di una delusione sentimentale? E proprio in Europa trova l’amore con la A maiuscola? Ecco.
Ci siamo fermati a mangiare all’ombra degli alberi di Boulevard Clemenceau, al Bistrot Chez Ludo. Non sono esattamente simpaticissimi ma sanno deliziarti con dell’ottimo paté e dei formaggi da sconfiggere qualsiasi dieta. I prezzi, per essere in Francia, non sono così male.
Ah, se come me andate a luglio, preparatevi alle mosche (tante e moleste) e al caldo asfissiante. Di sera si sta meglio.

Dopo pranzo, ci siamo diretti in quella meraviglia che è Valensole. Già il nome è tutto un programma: evoca vallate assolate, anche se sicuramente vuol dire tutt’altro.
Il problema di questi on the road è che ti fermeresti ogni cinque minuti. Cosa che, ovviamente, ho fatto. Come a Sainte-Croix-de-Verdon, dominato da un lago dalle acque caraibiche dove in molti facevano il bagno. E, ovviamente, da lei: la signora lavanda.
Ma è nello sterminato campo di Valensole, essenza di Provenza, che mi sono fiondata mani e piedi. Difficile trovare le parole per una bellezza di questo tipo. Immaginatevi un prato lilla a perdita d’occhio e, sullo sfondo, le montagne. Ascoltate il ronzio delle api che vanno a fare rifornimento tra queste piante profumatissime e alcune turiste (compresa la sottoscritta) agghindate per l’occasione: era tutto uno svolazzare di abiti bianchi, cappelli di paglia e improbabili scialli.
Insomma, eravamo uno sciame di Holly Hobbie impazzite, attese da mariti e compagni sull’orlo di una crisi di nervi. Ma tant’è: a Valensole si deve andare preparati. Impossibile non cedere alla tentazione di fare una passeggiata ondeggiando come una dama d’altri tempi.
Dopo aver abbondantemente goduto della lavanda e dei suoi piccoli abitanti, abbiamo dato un’occhiata al paesino di Valensole, pieno di souvenir viola. Non potevo certo farmi mancare dei sacchetti profumati da infilare nei cassetti!
Il ritorno a Lorgues è stato altrettanto commovente: campi di lavanda e girasoli si alternavano ai campi di grano illuminati dal tramonto. Tutt’intorno era pace…
La sera ci siamo fermati a mangiare in un ristorantino-relais magnifico, con vista sui campi di grano: Il Notre-Dame, a Quinson. Che altro potevo mangiare se non il confit de canard?
Aix-en-Provence e borghi limitrofi

Il terzo giorno, sono voluta tornare con tutta me stessa ad Aix-en-Provence, città di cui mi innamorai tanti anni or sono.
A dire il vero, con il senno di poi lo reputo un errore: Aix-en-Provence, in estate, non offre ombra e trabocca di turisti. La città è splendida ma, come tutti i luoghi presi d’assalto, va scandagliata prima di fermarsi a mangiare da qualche parte. I prezzi sono più alti che altrove e c’è molta cucina italiana, nonché etnica.
Ho optato per la seconda, visto che la Francia ha colonizzato mezzo mondo. Tendenzialmente, infatti, preferisco un ristorante vietnamita a Aix-en-Provence (nel mio caso, il Tay-Lai) che a Roma.
Dopo un assortimento di madeleines da Christophe (4 Rue Gaston de Saporta) e un caffè brasiliano alla Brûlerie Richelme, siamo scappati a gambe levate da quel forno di Aix-en-Provence, per fare un tour pomeridiano tra i borghi di questa parte di Provenza.
Prima tappa: L’Isle-sur-la-Sorgue: un gemma! Attraversato da canali e punteggiato da mulini ad acqua, questo borgo merita almeno un pomeriggio intero. Va affrontato con calma: bisogna entrare in alcuni dei suoi coloratissimi negozi, immergere i piedi nell’acqua ghiacciata dei canali, bere una bibita fresca al Café de France. Vi garantisco una rinascita immediata.
Seconda tappa: Gordes. Rimarrete scioccati da tanta bellezza. Sulla strada che porta all’Abbazia di Sénanque, si apre all’improvviso una vista da lasciare senza parole. Si tratta di uno dei borghi più belli di Francia e il perché è intuibile già dall’esterno: potete ammirare questo paese dall’alto, le sue tante terrazze e il verde intenso che lo circonda. Qui hanno girato una parte del film “Un’ottima annata”, con Russell Crowe.

Terza tappa: l’Abbazia di Sénanque. Non potevo non passare da uno dei luoghi-simbolo della Provenza. Un’abbazia cistercense, un campo di lavanda intoccabile e una messa improvvisa, al rintocco delle campane, cui ho avuto l’onore di assistere. Dovete sapere che non resisto alle messe in lingua straniera. Non so dirvi perché. Probabilmente, non stando attenta alle parole, riesco maggiormente ad assaporare il rito. Credetemi: splendido.
Ultima tappa: Roussillon, il paese d’ocra. Camminate tra le sue vie avvolte da questo colore caldo e, se potete, andate su le sentier des ocres: potete camminare tra i giacimenti di questo materiale particolarmente prezioso per i pittori e stupirvi di fronte a questa sorta di canyon francese. Purtroppo, quando sono arrivata io era già chiuso. Nondimeno, mi sono deliziata con i colori di questo splendido paese. E con una crepe al Roquefort…
Sotto, l’itinerario (al ritorno, siamo passati dall’interno fino ad Aix-en-Provence, da dove abbiamo poi preso l’autostrada).
Lorgues – Roma
Anche il ritorno merita: colazione a base di croissant fresco di boulangerie e cappuccino. Pare che a Lorgues funzioni così: si acquista il primo e lo si porta con sé al tavolo di un bar, dove si ordina da bere.
Per rendere il ritorno meno triste, tappa a Montecarlo, dove ci siamo arrischiati con un’insalata di fronte al porto.
Il nostro meraviglioso b&b (La Villa Azur) è ormai alle spalle, insieme alla sua bella piscina, ma mi credete se vi dico che siamo seriamente intenzionati a tornare?

Per concludere: amo i viaggi improvvisi e improvvisati. Penso che facciano bene all’anima, in quanto scaturiscono da un’immagine, da un desiderio.
Voi ne avete mai fatti? Raccontatemelo in un commento 🙂
20 risposte
Purtroppo quando dal sud c’è da percorrere l’intera penisola è davvero difficile partire senza aver programmato???. Più che altro perché non guido e dipendo da aereo e treno.
Passeggiare tra i campi di lavanda e girare per i paesini della Provenza è il mio sogno! Ti ho invidiata seguendo le tue stories
Purtroppo quando dal sud c’è da percorrere l’intera penisola è davvero difficile partire senza aver programmato???. Più che altro perché non guido e dipendo da aereo e treno.
Passeggiare tra i campi di lavanda e girare per i paesini della Provenza è il mio sogno! Ti ho invidiata seguendo le tue stories
Ti capisco… Nel tuo caso, aereo, noleggio auto e passa la paura :*
I viaggi on the road improvvisati sono i miei preferiti. Ne ho fatto uno molto simile in Provenza qualche anno fa ma dopo il tuo racconto non vedo l’ora di tornarci!
Anche io non vedo l’ora di tornarci! Spero il prima possibile…
Sono molto affezionato a questi luoghi perché sono stati metà del mio primo viaggio in sidecar con Luna, la mia boxerina bianca. Mi piacerebbe molto fare un viaggio non programmato, ma per me è veramente impossibile. Penso al futuro viaggio quando ancora non si è concluso quello in corso. Lo so sono malato ?
Un po’ come tutti noi 😀
Ciao Roberta! Mi piacerebbe fare questo di viaggio improvvisato visto che non è neanche troppo lontano per noi “liguri”…Secondo te l’ultimo weekend utile per la fioritura della lavanda è questo che arriva o posso arrischiarmi anche fino al 20 luglio?
Ciao Eli, secondo me puoi spingerti anche fino al 20 luglio. Avevo letto che alcuni campi sono ancora in fiore persino i primi di agosto. Non so dirti esattamente quali. Di sicuro non Valensole, quello che ho visto io. Preparati al caldone e per il resto… Buon viaggio!
on the road, provenza e lavanda … 3 parole magiche!!! Non vedo l’ora di andare a vedere questi sterminati prati di lavanda .. fino ad ora li abbiamo visti solo in Italia, ma questi sono pazzeschi!!
Soprattutto quello di Valensole. Un sogno!
Bello questo viaggio on the road, anche a me piace Ogni tanto buttarmi, viaggiare improvvisata, come hai detto. Purtroppo non tutti i viaggi si possono fare cosi, ma in australia invece riesco a farlo, cosi mettiamo la tenda in macchina e via. Fa bene all anima, hai ragione
Tutto bellissimo a parte quel “ronzio di api” che menzioni 😀 scherzi a parte, aspettavo di leggere il tuo post perchè è tanto che mi riprometto di fare un tour della Provenza e ancora non l’ho fatto pur amando tantissimo la Francia. Il mio timore poi era che a luglio facesse troppo caldo e non ci fosse la lavanda invece dalle tue foto direi proprio di no…a proposito complimenti per le foto, splendide! A questo punto non mi resta che ripercorrere il tuo ininerario 😉
La lavanda è la mia pianta preferita e non vedo l’ora di andare in Provenza per immergermi nei sui profumi e tonalità delicate e rilassanti.
Davvero è la tua pianta preferita? Beh, come non capirti…
Ancora è nella
Lista ! Spero di spuntarla presto 🙂
Alla faccia del fine settimana improvvisato! Il tuo sembra un viaggio organizzato con grande cura nei minimi dettagli. L’immagine del Sud della Francia che trasmetti è davvero affascinante. Ho sempre pensato che, al di là dei paesi e delle città dai nomi altisonanti, il bello di questo territorio stia proprio nelle località minori. Ne sono quasi convinta, tanto che sto programmando di prendermi una pausa da tutto e passare qualche mese tra nord della Spagna e Sud della Francia.
Wow! Saranno mesi preziosi Raffa! Sono innamorata anche del nord della Spagna io <3
Bello questo itinerario, ho preso degli appunti poichè spero di visitare la Provenza, la costa azzurra un po’ la conosco. Mi piace l’usanza della boulangerie + cappuccino al bar
Anche a me, tanto 🙂