Io viaggio con me: manuale di sopravvivenza per single sposate

Io viaggio con me: è passato un mese esatto dalla pubblicazione del mio post sulle “single sposate”.  Sì, perché moglie in viaggio è riduttivo: in viaggio per lavoro? Per svago? Per amore? E poi quella cosa della single sposata definisce meglio una condizione che è prima di tutto psicologica.

Io viaggio con me e alte amenità delle single sposate

Vuoi gli ultimi aggiornamenti, vero? E io ti accontento: dopo due, intensissime settimane a Taranto, trascorse sviscerando la città vecchia, scoprendo Monopoli e arrivando a Matera, adesso viaggio con me verso Roma. Stato d’animo? Malinconico.

Come potrebbe essere altrimenti? Viaggiare da fa anche questo effetto ed è inutile, se non controproducente, pensare di farlo da esaltati alla continua ricerca di divertimento. Inoltre, separarsi dalla persona amata non è mai bello, per quanto le single sposate sappiano perfettamente quello che fanno.

“Io viaggio con me “significa staccarsi ma anche – altra faccia della medaglia – ricongiungersi: ci si separa dalle persone, dai luoghi, dalle atmosfere, in direzione di altre abitudini, vecchie o nuove che siano. Nel mio caso vuol dire ritrovare un quartiere e una scuola appassionante, un colloquio e qualche amico, il rumore della moka al mattino e il raccoglimento aperto verso il mondo. Ecco cosa vuol dire essere single sposate.

Il significato del viaggio per le single sposate

Single sposate: dettaglio di due fedi nella mano di una sposa
Single sposate

Sì, perché viaggiare è un movimento, un’onda che, allontanandosi, si avvicina e viceversa. E anche quando è imposto, è comunque un recidere i cordoni ombelicali, un trovarsi faccia a faccia con se stessi. È un fare a meno delle rassicuranti abitudini, imparando a darsene di nuove.

In fin dei conti, non è questa la condizione stessa del vivere? Quale rapporto è garantito per l’eternità? Nessuno… Quindi, anche se la separazione (per quanto momentanea) fa male, è necessario accettarla come una situazione che accomuna tutti gli esseri umani.

Cose da fare se si è single sposate

Single sposate: ragazza che correi davanti alla Lindely Park Pool
All’arrembaggio!

E allora, se anche tu ti trovi nella situazione comune a tutte le single sposate, ti faccio un elenco di alcuni dei piaceri irrinunciabili quando io viaggio con me. Quelli che mi curano (chiamali vizi piuttosto, ma non chiamarli mai coccole, parola che detesto). Insomma, il mio piccolo manuale di sopravvivenza per single sposate:

  • Leggere/studiare: come avrai capito, sono piuttosto accanita. Farlo la sera, prima di addormentarmi, e al mattino, con una tazzina di caffè fumante, è per me una delle gioie più grandi della vita. Anzi, se vuoi una lista di alcuni dei libri di viaggio che ho letto finora, sappi che ne ho scritta una. Come avrai capito, per me la lettura è un piacere supremo.
  • Guardare (analizzare) film: per una laureata in cinema, è un vero e proprio massaggio al cervello. Sul blog, propongo diversi film legati al viaggio e anche itinerari cinematografici. Insomma, non mi basta viaggiare: adoro farlo con consapevolezza, avendo letto e – appunto – guardato pellicole ambientate in luoghi che mi ispirano.
  • Crearmi: hai capito bene. Anche questa è una passione, tanto da avermi spinta a intraprendere un percorso per art-counselor. Un percorso che – manco a dirlo – ho fatto in tempo a intraprendere nei miei periodi di “solitudine”. Ecco a cosa serve essere delle single sposate.
  • Vagabondare per la città, godendomi l’autunno. Viaggiare non è solo prendere un aereo e andare dall’altra parte del mondo. Oltre al fatto che si può viaggiare in mille modi, partire significa (per me) andare in cerca di angoli più o meno conosciuti del luogo in cui vivo.
  • Scrivere. La mia cura!

Ma anche: stare con le persone che amo, conoscerne di nuove, esplorare, inventare, cercare. E mettere radici, ché le radici si trovano proprio quando ci si perde.

E tu, ti ritrovi almeno un po’ nella mia stramba storia? Vuoi qualche consiglio su come affrontare partenze e distacchi? Scrivimi! 🙂

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12 risposte

  1. Come sempre mi rivedo un po’ nei tuoi racconti. A dirla tutta non sono moglie e le lunghe separazioni non fanno per me. Però lo studio, i film, l’amore per il vagabondaggio e la scrittura, ecco quelli li riconosco. Non posso neanche fare a meno del caffè ad essere sincera. Sono talmente viziata che quando viaggio ho sempre con me la caffettiera! 😀

  2. Finalmente un nuovo capitolo della tua serie 🙂
    Avevi ragione, questo capitolo è più malinconico, ci mostri un’altra faccia della medaglia, tra le emozioni ed il romanticismo, fatta di lunghe separazioni e momenti di solitudine…
    Viaggiare da soli è tosto, lo è ritrovarsi soli con sé stessi in generale. Quando ci si trova faccia a faccia con sè stessi si affronta TUTTO, si affronta una persona con la quale non sempre e non tutti hanno un ottimo rapporto, si affrontano emozioni che esplodono contrastanti, limiti e paure; si affronta però anche una sorta di lunga chiacchierata con noi stessi che ci porta a scoprirci davvero per quello che siamo, gusti, desideri, ritmi ed abitudini.
    Come dice Cicala, non penso che facciano nemmeno per me le lunghe separazioni e come tu giustamente sottolinei, non credo facciano nemmeno per te, come forse per nessuno, specialmente dopo aver scelto di condividere la vita con qualcuno che si ama.
    Fai però benissimo come ti ho già scritto ad affrontare questa cosa come fai, usandola come opportunità di scoperta, di te stessa e del mondo! Ci vuole forza e molta pazienza immagino per gestire tutto ed immagino che ci siano momenti in cui ci si sente più giù, in cui si sente di più la mancanza, in cui l’entusiasmo di una vita alternativa cali a favore di attimi di sconforto.
    Con l’allenamento e l’abitudine però si impara forse a gestire bene sia gli alti che i bassi, a consolarsi con piccoli vizi nei bassi e a godersi tutto al 1000 per 1000 negli alti, e nei tuoi post ci fai vedere entrambi gli aspetti…
    Quanto in genere durano i momenti di “solitudine” rispetto ai ricongiungimenti? Spero ci sia un equilibrio abbastanza buono tra i due 🙂

    Come ti dicevo, ti ammiro per come affronti qualcosa di comunque non semplice e mi affascina sempre la tua storia, nel bene e nel male, nelle gioie e nei “dolori”, mi sembra sempre fatta di emozioni intense, che (prendiamola con filosofia) di certo non ti mancano…

    Baci!
    Deya

    1. Le tue sono le classiche risposte che ogni essere umano che scrive vorrebbe ricevere: approfondite, incoraggianti e delicate ? Sono contenta che tu veda le mie risorse in base ai post che leggi e confermo tutto ciò che hai detto riguardo alle difficoltà date dallo stare con se stessi: dal dormire nel lettone vuoto al sentimento di vuoto (stare da sole questo vuol dire); dal desiderio di condividere ai problemi che inevitabilmente nascono. Ma tutto ha due facce e la distanza, se ben gestita, arricchisce…

  3. Sono moglie e madre e non sono molto ragazza da lunghe separazioni, e da separazioni in generale. Però mi ritrovo parecchio negli altri punti che hai elencato: dal caffè immancabile al mattino accompagnato da una lettura, le.passeggiate, la scrittura nei momenti d’ispirazione, ovunque io sia, fino alla lettura serale ☺

  4. Mi piace l’idea di “crearsi”. Anzi, credo sia una delle principali opportunità che abbiamo in questi casi. Inutile dirti che i post su questo tema mi piacciono moltissimo 🙂

  5. Io sto dall’altraparte della barricata (ma vorrei tanto stare dalla tua!): cioè di quella che lavora in maniera “stanziale” mentre l’altro se ne va a zonzo. E, come ho detto, preferirei vagare anche io, leggere e crearmi, proprio come fai tu!

  6. Sono completamente d’accordo con te riguardo ai viaggi in solitaria e alla loro utilità 🙂 ci mettono di fronte ad aspetti di noi stesse che magari nemmeno sapevamo di avere.

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