È l’ora del tramonto, quando tutto, a Roma, diventa più arancione che altrove. Ti trovi di fronte al Monastero dei SS. Quattro Coronati, dopo esserti inerpicata su via dei Santi Quattro, che collega il Colosseo a San Giovanni in Laterano.
Una delle poche zone appartate della città.
Il Monastero dei SS. Quattro Coronati: un angolo di pace
È qui che le monache agostiniane vivono la loro vita solitaria. Una spiritualità tutta al femminile, infatti, aleggia in questo luogo magico.
Tra le mura del monastero dei SS. Quattro Coronati, le sorelle ammantate di nero possono chiudersi la porta alle spalle, per dedicarsi a un’esistenza contemplativa che spesso ti fa gola.
Ti chiedi come sarebbe la tua, di vita, se un giorno ti svegliassi con un’improvvisa voglia di clausura.
Lasci perdere la fantasia ed entri invece nella chiesa ancora buia e in attesa dei vespri.
Ti avvicini quindi all’abside, particolarmente grande se raffrontata con il resto dell’edificio. Del resto, come apprendi, faceva parte del complesso tardo-antico, poi ridimensionato da Papa Pasquale II.
Il chiostro carolingio
Esci dalla navata sinistra e ti ritrovi, alla fine, in un chiostro carolingio da Medioevo fiabesco. Una fontana, in mezzo, rappresenta il fecondo utero di Maria. Perché è questo che i chiostri simboleggiano: l’incontro tra terra e cielo.
Deambuli per le gallerie del monastero dei SS. Quattro Coronati, immaginando frati in preghiera, curvi sulle Sacre Scritture. Immaginari da Nome della Rosa si sostituiscono, anche se per poco, alla realtà che ti circonda. E, quasi senza accorgertene, sei dentro alla Cappella di Santa Barbara, i cui affreschi spiccano, colorati, sul cupo dei muri.
Esci. Questa è la parte della giornata che preferisci: il crepuscolo. Quando il cielo è bluette e le luci calde dei lampioni cominciano ad accendersi.
Rientri, questa volta, dal lato nord della basilica. Una suora ti accoglie da dietro una grata. Sei nella Cappella di San Silvestro e, provando a interpretare le storie di Costantino e del Papa, ti rendi conto di come lo storytelling sia pratica antichissima.
Una conchiglia in mezzo agli affreschi: scopri trattarsi di un altoparlante ante litteram, che nel Medioevo serviva a comunicare emergenze dalla torre.
Sì perché la Basilica dei Santi Quattro Coronati era una fortezza, che serviva a proteggere la poco distante residenza papale.
Ma eccoli i santi: chiusi in delle casse di piombo e poi gettati nelle acque di un fiume.
La monaca ha fretta di chiudere la cappella: è sera ormai e i vespri l’attendono in chiesa. Decidi di fermarti anche tu, seduta sull’ ultima panca.
Un silenzio penetrante avvolge te e i pochissimi fedeli, stretti in una mistica comunità. I veli delle suore cominciano a muoversi all’unisono e d’improvviso si levano voci celestiali.
Trattieni a stento le lacrime.
Pace. Oh sconosciuta…








