Torneremo a viaggiare. Non vi so dire quando né come; non so dirvi nemmeno dove sarà possibile andare.
Oggi, però, voglio raccontarvi un’altra storia: quella di un’amante dei viaggi, che ha ridimensionato le sue urgenze dopo aver incontrato il Coronavirus.
Torneremo a viaggiare, sì, ma iniziamo a vivere

Iniziamo a vivere, prima di gridare – a mo’ di pacca sulla spalla – “torneremo a viaggiare”. È quasi fastidioso leggere ovunque quello che è diventato un mantra. Prima c’era “andrà tutto bene”, adesso “torneremo a viaggiare”. Ma perché, intanto, non viviamo?
Non credo di dover insegnare niente a nessuno, ma questi ultimi due mesi sono stati per me – come per tutti – a dir poco anomali. Alla mia storia si aggiunge però una nota drammatica: il 28 marzo, l’altra metà del blog è stata ricoverata per via del Covid-19.
Più di un mese fa sono stata catapultata in una dimensione a dir poco surreale, da film distopico. Ricordo il terrore dei primi giorni e io che – modello guerriera contemporanea – mi facevo la strada a piedi da casa all’ospedale per portare a Mr F. dei beni di prima necessità. Immaginate di camminare con la mascherina, in una Roma deserta, abitata solo da vigili e carabinieri, avendo paura per chi ami…

Ricordo ancora il grigio – simbolico e fisico – di quei giorni. Tirava vento e non sapevo neanche più come mi chiamavo. A malapena stavo in piedi, perché quando si rischia di perdere qualcuno si entra in una spirale di angoscia vera e propria. Figuriamoci con un contorno come quello che vi ho appena descritto.
Adesso capite perché non amo molto i vari “torneremo a viaggiare”. Perché, per me, si tratta di vivere, e durante questa quarantena ho scoperto una caterva di cose, anche belle, sul mio conto.
Torneremo a viaggiare, alle mie orecchie, suona un po’ come una cantilena che ci suoniamo e cantiamo tra di noi, desiderosi di catapultarci fuori dalle nostre case, dove siamo costretti a rimanere a contatto con la nostra interiorità. Chi diceva che il giorno più terribile è quello in cui incontriamo davvero noi stessi? Credo fosse Jung…
Torneremo a viaggiare non può essere un mantra

Torneremo a viaggiare: leggo questa frase su Facebook e su Instagram, anche sotto forma di hashtag. Io, però, vi dico che non può essere un mantra per consolarci come fossimo bambini che hanno perso il ciuccio.
Sia chiaro: io voglio tornare a viaggiare. Viaggio da sempre e, se Dio vuole, continuerò a farlo. Allo stesso tempo, quando si sbatte il muso contro l’imponderabilità della vita, contro le sorprese – buone e cattive – che ti fa, ti rendi conto che dei viaggi ti interessa fino a un certo punto.
Avevo intenzione di fare una lista delle cose che ho imparato in quarantena e vi avverto: è già in bozza. Vi anticipo la prima però: è importante smettere di programmare. Non possiamo decidere tutto e non siamo onnipotenti. E anche se sbattiamo i piedi a terra perché la vita ci ha fatto saltare dei viaggi, le cose non cambieranno di sicuro per accontentare i nostri capricci.

Io non vedo l’ora di volare in Tanzania, per esempio. Sapete che non sono mai stata in Africa (al di fuori dell’Egitto e della Tunisia)? Un’assurdità. Non sto nella pelle all’idea di andare in Islanda e ora come ora, se potessi partire, andrei a Copenaghen (mai vista!).
Se però mi aveste chiesto cosa volessi un mese fa, tutte le mie energie erano volte a far uscire Mr F. da quell’ospedale. Scontato, certo, ma vi assicuro che è stato come cambiare lenti. Il mondo, all’improvviso, mi è sembrato un altro posto. Non necessariamente un posto più brutto, ma un altrove sconosciuto.
Di quando torneremo a viaggiare e cominceremo a dare le giuste priorità

Quando leggo l’ennesimo “torneremo a viaggiare”, mi rendo conto che non tutti hanno attraversato momenti particolarmente difficili. Capisco, senza giudicare, che chi non ha dovuto temere per sé o per gli altri abbia avuto, come preoccupazione costante, la paura di non tornare libero. Perché – diciamocelo – è questo che ci regalano i viaggi: il senso di libertà.
Allo stesso tempo, mi sono chiesta cosa sia davvero la libertà. Non sono diventata un’anima zen, ma mi faccio domande da quasi 42 anni e non è poco… Qualche conclusione – valida per me – l’ho tratta.
Non esiste la Libertà con la l maiuscola, perché ciascuno dà a questa parola un significato diverso. C’è chi si sente libero viaggiando, chi leggendo, chi stando con i propri cari, chi volando. Ed è giusto così.

Pensando a questi ultimi anni, però, mi sono resa conto che tutti – chi più chi meno – cerchiamo di fuggire da vite spesso insoddisfacenti. Viaggiare è una passione, ma talvolta anche una via di fuga (o valvola di sfogo. Definitela come preferite) da ufficio, relazioni sbagliate, quotidianità opprimenti.
Se non ci rendiamo conto di questo, prendiamo un grosso granchio. Non sto dicendo che non sia normale: a parlarvi è una blogger da sempre claustrofobica e bisognosa di novità. Ecco perché capisco benissimo cosa si prova quando si programma un viaggio.
Mi sono comunque permessa di farvi entrare nella mia ottica, sperando di averla davvero messa a fuoco e che possa esservi utile, in qualche modo.
Ecco, io vorrei che “torneremo a viaggiare” venisse sostituito con “inizieremo a vivere”. E poi potremo davvero tornare a viaggiare. La quarantena, per quanto obbligata da una situazione che nessuno al mondo si sarebbe mai augurato, ha dato a tanti di noi la possibilità di guardarsi dentro.
Abbiamo provato disagio, noia, nostalgia, insicurezza… Qualcuno si è settato; altri no e scalpitano come fossero ai blocchi di partenza, pronti come razzi.
Torneremo a viaggiare nella quotidianità

Non vi lascerò con il classico pippone sulla bellezza delle piccole cose, sui raggi di sole e i sorrisi dei bambini. Non sono così naïf e nemmeno ci tengo.
Vi lascio però con un pippone simile: cominciamo a vivere. Ognuno di noi ha delle priorità, ma non sempre coincidono con quelle che ci diciamo razionalmente. Spesso ci accorgiamo di cosa conta davvero quando siamo in una situazione a rischio.
Abbiamo due vite. La seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una. La frase attribuita a Confucio è quella che mi appare più adatta a questo momento. E che la vita, adesso, non abbia esattamente la forma che desidereremmo che avesse, va bene lo stesso: siamo noi a doverci adattare a lei.
Torneremo a viaggiare, state tranquilli. Ma se l’importante non è la meta, bensì il viaggio in sé, allora facciamo di questa strana, inquietante quotidianità, un vascello in perenne movimento.
P.S.: Mr F. è tornato il primo maggio, dopo ben 33 giorni di assenza. Torneremo a viaggiare – anzi: ricominceremo a vivere – anche noi 🙂
20 risposte
Robi, leggerti è sempre un piacere che lascia e lancia sempre una rilfessione.
Non sapevo di Mr. F e spero che stia meglio. ????
Per quando riguarda il “torneremo a viaggiare” ammetto di non aver vissuto male questo periodo come sembra sia successo a tanti, quando si parla di salute qualsiasi altra cosa finisce in secondo piano. I viaggi rimandati chiaramente dispiacciono ma li recupereremo quando si potrà, non è questo il momento.
Le cose che si possono fare in questo periodo sono comunque tante come leggere, scrivere, vedere film, cucinare,…tutte cose bellissime per cui di solito abbiamo poco tempo per cui, soprattutto se si ha la fortuna di non aver avuto contatti diretti con il covid, prendiamo il meglio di questo periodo per quanto possibile.
Le nostre case in questo momento sono un rifugio, non certo una prigione, un modo per aiutare civilmente a limitare sempre più questo bruttissimo virus.
Esatto, anche per me è così… Grazie per le tue parole <3
Grazie Giulia cara… Sono d’accordissimo con te. Noi siamo avvantaggiate da alcuni tratti caratteriali, che ci fanno stare benissimo anche con noi stesse 🙂
Sono estremamente contenta per Mr F. ora che tutto è a posto. Sicuramente quello che tutti noi abbiamo imparato (spero) è quanto siamo tutti estremamente appesi a un filo, sempre, anche se ci crediamo incredibili e immortali.
Io mi ritengo una di quelle poche persone che per fortuna non ha patito né ricoveri né perdite, né ha patito l’isolamento, né ha perso il lavoro ecc. ecc. Ma #andràtuttobene non l’ho mai potuto sopportare e #torneremoaviaggiare per carità di dio! Significa non aver capito niente di ciò che è successo. Viviamo in un mondo sovradimensionato. Sì, continuerò a dire “vorrei andare a…” oppure “non vedo l’ora di…” ma in realtà sono molto preoccupata. Ci vorrà parecchio tempo perché tutto torni alla normalità e perché io mi decida a tornarvi. Ma poi, qual è la normalità? Le corse di tutti i giorni e di tutti i weekend? Anche no, grazie.
Inutile dirti che mi trovi completamente d’accordo. E poi… io non la voglio la normalità di “prima”. Per me non era nemmeno “normalità”.
Bravissima Marina, la penso ESATTAMENTE come te! Era davvero quella la normalità? Mah…
Un abbraccio carissima, più forte che mai, Lollo! Un abbraccio a Mr. F
Hai perfettamente ragione, carissima, ricominciamo a vivere la nostra Vita, facendo in essa e con essa il nostro vero #viaggionelviaggio!
Questo periodo lascerà un lascito a tutti … e qui da Bergamo, so che non sarà un lascito facile, per nessuno, ma ci dovrà fare ricordare l’importanza della Vita! E viverla … con meno programmazione e più umanità!
Quella vera
Un abbraccio immenso dal cuore!
A presto, Mimi
Grazie cara Mimì! Tutto quello che è successo è terrificante… A maggior ragione, come dici tu, amiamo ancora di più la vita!
Non ti nascondiamo di essere stati in attesa, fino alla fine dell’articolo, per sapere se si era conclusa in bene la terribile vicenda di Mr F. E ci troviamo d’accordo soprattutto sul fatto che, per chi non ha in questo periodo provato apprensione per sé o per i propri cari, il lockdown è stato un semplice “quando usciamo di nuovo? Quando si torna a spasso?”. Noi abbiamo vissuto i primi tempi in apprensione, soprattutto perché abbiamo entrambi le famiglie lontane, poi, come il messaggio che hai dato tu, abbiamo dato spazio alla vita. È stato un importante periodo di transizione, per entrambi e non abbiamo fretta di fare assolutamente niente..solo di tenerci stretta la vita! Un abbraccio a te e Mr F.
Siete fantastici: tenersi stretta la vita è un proposito meraviglioso
Io a questo punto forse sto iniziando la terza ;)!
Ognuno vive le situazioni di difficoltà diversamente e ognuno stabilisce dei meccanismi di difesa psicologica diverso per riuscire ad avere un’appiglio nei giorni bui.
Sono felice che sia tornato a casa, non posso immaginare che cosa devi aver passato, ti abbraccio forte.
Grazie Claudietta: è stata dura, ma siamo sopravvissuti <3
Dopo aver letto queste riflessioni mi sento meglio, perché vedo che non sono l’unica a non sopportare gli slogan del tipo “andràtuttobene” e “torneremoaviaggiare” perché li trovo vuoti e poco veritieri. Infatti non è andato bene niente, e sul viaggiare non saprei. Da viaggiatrice incallita che partirebbe un giorno sì e l’altro pure, al momento mi ritrovo molto impegnare a “ricominciare a vivere” come dici tu. Al punto che non posso ancora tornare a lavorare ma potrei uscire, però dopo sessanta giorni di confinamento mi ritrovo a pensare di aver quasi paura di uscire perché ho paura di non trovare più quello che c’era prima. Ma mi abituerò.
Mi dispiace per il tuo compagno e mi fa piacere leggere che finalmente sia tornato a casa. Spero che stia bene, per quanto si possa stare bene dopo quello che ha passato.
Grazie cara Silvia, adesso finalmente sta bene… Sai, per me i viaggi sono sempre stati vita. Noto che alcuni blogger non capiscono questa mia presa di posizione, come se io avessi parlato male del viaggiare in sé o della possibilità di sognare. Non è così e sono troppo felice quando qualcuno coglie il messaggio che volevo trasmettere. Grazie <3
Mamma mia, il tuo articolo mi ha fatto venire i brividi… E condivido ogni singola parola, se questo Coronavirus ci deve insegnare qualcosa, di certo è l’importanza della vita e non dare niente per scontato!
Posso solo immaginare che periodo abbiate passato, sono felice per voi che sia finito, un abbraccio grande!
Sei davvero gentile Sara. Grazie e un abbraccio anche a te 🙂
Secondo me non è un mantra e personalmente non sto “non vivendo” anzi ho avuto modo di riscoprire cose che per il poco tempo non facevo più come panificare in casa ad esempio.
Tuttavia il viaggio, anche solo la gita giornaliera o il week end, faceva parte della vita e il torneremo a viaggiare fa parte, per molti e anche per me, del normale modo di vivere. Come per altri era l’appuntamento settimanale dal parrucchiere
C’è anche chi, nel suo “normale” modo di vivere, include sia i viaggi che i parrucchieri. A proposito: quanto mi mancano messe in piega e colpi di sole 😉
Hai ragione ora più che mai é impossibile programmare qualsiasi cosa, per me in realtá tornare a viaggiare significa tornare ad avere la possibilità vivendo all’estero di riabbracciare la mia famiglia, spero di recuperare presto questo tipo di libertà
A chi lo dici! Anche io spero di riabbracciarla presto