PARCO DEGLI ACQUEDOTTI. ESTERNO. POMERIGGIO
Memorabile la scena in cui l’attrice di un discutibile spettacolo teatrale, nuda e bendata, si schianta volontariamente contro l’acquedotto romano, ferendosi alla testa.
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| Un’immagine tratta da “La grande bellezza” |
Non hai certo intenzione di imitarla ma di godere appieno di uno spettacolo di natura diversa: quello offerto dal meraviglioso parco e da una di quelle giornate piene di sole e di vento, da resurrezione spirituale.
Parco degli Acquedotti: passeggiata fotografica
Conosci già il posto ma anche questa volta rimani senza parole; ne esclami solo qualcuna, rendendoti subito conto della povertà del linguaggio.
Aspettavi il freddo da mesi, a dire il vero. Finalmente il tuo corpo reagisce: il clima non è più quello informe degli ultimi tempi.
Reazioni. Ecco ciò di cui hai bisogno! E cose nette. Non calduccio né freddino. Niente soli pallidi né pioggerelline. Ma luce! Gelo! E tempeste!
Intorno a te, ci sono persone piene di vita, pecore scampanellanti e anche cani allegri, grossi e goffi.
Lo stupefacente acquedotto, che osservi da ogni angolazione possibile. E poi fotografi e ombre disegnate sui prati e capannelli adolescenziali. Pappagalli verdi e coppie che immagini e speri innamorate.
Soprattutto, ci sono la cultura e la natura, perfettamente fuse.
Infine, luce. Ovunque luce… Macchiata a malapena da quel sassolino nella scarpa al quale, ormai, ti sei quasi affezionata.
E se anche tu, come l’attrice alternativa de La Grande Bellezza, ti dessi una bella e risolutiva testata?
Post scriptum: a scrivere è la Lollo, anno 2019. No, nessuna testata (ai tempi, forse, sarebbe bastata). La parola-chiave di oggi, invece, è accettazione. Accettare significa accogliere e tagliare a pezzi quei lati della personalità che sono, appunto, come sassolini nella scarpa.
Ma bando alle ciance psicologiche: al Parco degli Acquedotti sono tornata innumerevoli volte. L’ultima è stata l’estate scorsa: ho passeggiato di sera, al chiaro di luna e in compagnia. Riuscite a immaginarvi gli acquedotti romani stagliarsi contro il cielo chiaro a malapena illuminato?
In sottofondo, il rumore del treno che passa. Una sorta di collegamento spazio-temporale tra passato e futuro. Emozione pura.












