Cesena: cosa vedere
Prima di tutto, cerchi l’iscrizione che campeggia sulla parete della Rocchetta col torrione, che ricorda quanto Dante riferì alla città nel canto XXVII dell’Inferno:
“E quella cui il Savio bagna il fianco così com ella siè tra l piano e l monte tra tirannia si vive e stato franco“.
Ecco, finalmente, Cesena, dalla sofferta potestà e non sempre felice…
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| La quattrocentesca Rocchetta di Piazza col torrione poligonale e la targa a ricordo del celebre verso di Dante dedicato alla città. Un banco del mercato la nasconde… |
A destra, invece, il Palazzo Comunale, un tempo sede dei rappresentanti dello Stato Pontificio, motivo per cui è oggi intitolato al temibile Cardinale Albornoz, quello noto alla storia per le crociate nel 1300 contro i ribelli dal Lazio fino alla Romagna.
Oggi, sotto al portico, ti soffermi a fissare la testa di un Garibaldi e la lapide dedicata a quel Leonida Montanari, il carbonaro morto a Roma sul patibolo – leggi – “eretto dalla tirannide papale”.
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| La lapide in ricordo del giovane chirurgo e carbonaro Leonida Montanari, originario di Cesena, decapitato insieme a Angelo Targhini nel 1825 in Piazza del Popolo a Roma |
Il centro della città: Piazza del Popolo
Per iniziare, guardi la piazza.
Al centro, lei, monumentale: la cinquecentesca fontana del Masini, l’architetto cui la leggenda vuole gli fossero poi amputate le mani per evitare replicasse l’opera altrove.
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| La monumentale fontana del Masini al centro di Piazza del Popolo, rialzata di tre scalini dal piano della strada, con lesene, tritoni, figure in rilievo e una pigna sulla sommità |
Tanto bella e delicata, così come la relazione tra concittadini.
Da quando eri bambino, ti fermi ad osservarne i mascheroni insidiati dal tempo e pure dalla friabilità della pietra.
Certo, a proposito del restauro compiuto pochi anni fa: cosa resta?
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| Particolare della Fontana Masini, un mascherone quasi tribale. |
Sali da Piazza del Popolo la larga scalinata e raggiungi la Piazzetta dedicata ai cesenati assediati nel 1377 dalle truppe fedeli al Papa per riassoggettare il territorio.
“La più grande strage del medioevo” secondo recenti pubblicazioni…
Destino di una bianco-nera: città nota per essere “dei Tre Papi” (benché di natali ne diede a due soli), ma anche quella dall’indole repubblicana, irredentista, liberale.
Per questa ragione, ti sorprende che il Papa benedicente, alto nella facciata del Palazzo del Ridotto, sia proprio sul corso che prende il nome dal risorgimentale Mazzini.
La città emiliana oggi
“Un passo dietro l’altro, su per la rampata di ciottoli vecchi e lisci,con un muro alla fine e una porta aperta sul cielo; e di là il mondo”













4 risposte
Bello grazie!
🙂
molto bella e curata la descrizione, quasi poetica, ma mai dare a un romagnolo o a una città romagnola dell’ “emiliano” : potresti scatenate guerre di cui neanche hai idea. perfacore cambia quel titolo. grazie
Grazie mille Francesco, appena corretto (errore di qualche anno fa) 🙂